Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 7 - 15 ottobre 1898

♦ 'l{_IVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIÀLI sarebbero poi interpretati dal medesimo come più gli piacerebbe, quindi oligarchia di burocratici. - Ma nulla di tutto ciò avverrà. Le quistioni d'indole generale crescono, quasi unicamente, perchè un anormale e illogico accentramento vuole che sia così. Quando il referendum sarà pienamente attuato (e cioè solo quando il popolo sarà tanto forte da prenderselo, e quindi tetragono all'azione dei novellissimi Ciceroni), facendo il Comune centro della vita politica, tale patologico accentramento sar:\ tolto. L'aumento continuo di lavoro (?) pei deputati dipende dal fatto che i Parlamenti vanno sfacendo, come Penelope, oggi quel che intessere ieri, pn:ndon provvedimenti per infrenare (argine lii di sabbia ad un fiume straripante) l'evoluzione economica, e quella delle idee, per fare gli interessi esclusivi delle classi mandanti, etc. Il lavoro utile si riduce quindi a ben poco, ed è su questo che dovranno decidere i referendum futuri, non già coli' ingombrante sistema del Ritthinghausen, ma con quello delle schede deposte e ritirate a domicilio dai messi comunali o dai fattorini postali. Ci penseranno loro i fautori ed avversari delle singole proposte, nel tempo intercorrente tra la consegna della scheda e il suo ritiro, a far fropaganda per le loro idee; se no peggio per loro. In ta modo si evita il paventato inconveniente (p. 58) della intromissione continua del popolo nei più minuti e insignificanti atti del governo. Passiamo ad un altro ordine di difetti che Arturo Labriola imputa al referendum. E primo (p. 40) che con esso si fa giudicare il votante solo sulle cose ; delle persone che debbono eseguirle non si tien conto ; esse non son soggette al suo controllo, ed acquistano una strana supremazia. In vero regime democratico non si deve discutere dei singoli atti di un partito, ma della politica complessiva; così fanno i socialisti che spesso non votano per chi ha un programma minimo uguale al loro, o caldeggia una riforma da loro propugnata. Fuori di ciò « non v' è che l'atomismo politico ». Il referendum. scinde i partiti perchè rende necessari, per far vincere le singole riforme; ibridi connubii; cosi esso (p. 58) smorza la lotta di classe nel campo politico, e quindi è strumento di reazione. In Svizzera per detti connubii (non nel solo campo del referwd11111) il partito socialista è pochissimo sviluppato. Basterà che il partito al potere, pur facendo la politica generale che vuole, dia tratto tratto delle piccole concessioni ai desiderata popolari, per mantenersi al governo (p. 57). Col refereudum infine si dà la prevalenza alle campagne (reazionarie) e si toglie la preponderanza che attualmente hanno i grandi centri (progressisti). - In cauda venenum: il referendum è da riprovarsi perchè ostacola il procedere politico dei socialisti. Ma andiamo avanti con ordine. Qual' è lo sco• po per cui si formano i grandi partiti, per cui essi combattono? L'attuazione di determinate riforme, che riunite danno uno speciale sistema di governo. È evidente quindi che qualunque sia il mezzo con cui le,si conseguono queste riforme, una oggi, l'altra domani, e via, la meta è raggiunta ; e se v'è un altro mezzo, ali' infuori dei partiti, che può, più facilmente, far avere gli stessi risultati, è senz'altro da preferirsi. Ma non è poi vero che il referendum annulli l'azione dei partiti; difatti in Svizzera vanno sempre più accentuandosi; e ciò perchè essi hanno sempre modo di agitare le masse per ottenere quelle votazioni, di dimostrare come esse sian logiche e utili solo se innestate ad un dato sistema, etc., poi, ad ogni modo, ben nota l'A., la lotta di classe ces• serebbe, tutt'al più, solo nel campopolitico, non nell'economico. Se poi il referendum rip2ra ali' ingiustizia del maggior peso dato alle città che alle campagne sarà un gran bene, perchè eviterà vittorie intempestive e più dannose che utili alla realizzazione delle nuove idee. Quanto all'arbitrio che avrebbe il governo di far la po• litica generale che vuole con piccole concessioni al po· polo, verrebbe tolto quando il governo non tosse altro che una macchina per eseguire le delibera1Jondi el popolo. A dimostrare come potrà funziouare la sorveglianza di questo sull'azione dello Stato, e l'impulso che il popolo stesso darà alla medesima credo possa servire il seguente specchietto. Vigilanza su Impiegati Potere Esecutivo Centrale ~ Impulso al- \ l'azione del Amministrazione Comunale Popolo Con questo mezzo (sul quale, occorrendo, tornerò in seguito) si elimina pure il pericolo temuto dall' A. della indipendenza dtl potere esecutivo (Centrale e Comunale). Il secondo si trova, rispetto alla popolazione d'una Comunità, nel medesimo rapporto che con tutto il popolo il potere esecutivo centrale. I Sindacati ttc., esercitano una sorveglianza sulle azioni del governo (gli insegnanti sulla istruzione pubblica; i ferrovieri sulle ferrovie; etc. etc.) per mezzo di speciali Commissioni. In un altro articolo (1) l'A, torna sull'argomer.to, ed afferma che la storia ci mostra una progressiva eliminaiione della legislazione diretta, via via sostituita dal sistema rappresentativo, e cita lo svolgimento delle Trades Unions. - Ma !'A, dimentica che una diffc::renziazione è pure necessaria, e che il popolo legislatore, anche dei minimi particolari, non e possibile che in Comunità piccolissime e primitive ; inoìtre che a tale trasformazione ha moltissimo cooperato l'azione delle classi potenti per ridurre il potere in poche mani e potersene più facilmente impadronire; così si formarono i più dei Parlamenti come l' A, potrebbe vedere benissimo nella storia dei primordii dei Comuni. (Esso è d'opinione che si sian formati solo per la divisione del lavoro (art. preced. p. 24]). Infine il Labriola dimentica un fatto importantissimo: che nel caso delle Trades Unions si tratta di una condizione di lotta (economica più specialmente ma anche politica) in cui è necessaria, come in una guerra, una forza direttiva, ed e bene che i più ardimentosi, di vista più acuta, pel bene comune s'impongano, conducano gli altri. Ma quando tale lotta non ci sia nessun bisogno v' ha di tale gerarchica soggezione. Dott. V1TT0R10 RACCA. LA VOCE DEI PROFETI Tra la catasta dei libri nuovi che abbiamo qui ammontichiati sul tavolo, ci attrasse, seducendoci col ,uo titolo suggestivo e colla sua veste. leggiadramente civet• tuo la, un elegante volumetto pubbhcato dalla solerte casa editrice libraria Luigi Battistelli di Milano (2). (1) Critica Sociale, '98. N.0 V. (2) 11 libro dei profeti ;Mazzini, Cattaneo, Ferrari: Rosa, Mario, Garibaldi, con otto ritratti in fototipia) L. 3. L· Battistelli Milano,

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==