RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALl 109 Forse, lo notiamo fin da pr:ncipio, l'Hugo ha dato alla sua tesi confini troppo larghi e non bene definiti, la qual cosa anche per le proporzioni re• lativamente esigue dello svolgimento, nuoce qualche volta alla chiarezza ed alla precisione del lavoro. Ma non è questo difetto che al lavoro possa di molto toglier pregio, giacchè il medesimo da tutti altri punti di vista si addimostra veramente com• pleto. Le evoluzioni dei comuni inglesi, la storia delle corporazioni cittadine, il graduale affermarsi del self-government, la costituzione amministrativa della città di Londra nelle sue fasi storiche, nella sua legislazione, nei suoi organi, funzioni ed attribuzioni, il consiglio di contea di Londra colla storia della sua formazione, legislazione ed attività; tutto nel libro dell'Hugo è esaminato e discusso con rara precisione e speciale competenza. Nè con minore precisione e competenza è svolta l'altra parte del lavoro che si occupa dell'assunzione del monopolio dei servizi pubblici comunali da parte delle amministrazioni comunali stesse. Noi non entriamo in minuziosi dettagli, perchè ci riesce impossibile esporre nei limiti di una re• censione tutte le questioni dall' A. toccate. Da un lato il rapido aumento della popolazione, ed il continuo accentrarsi di essa nella città, dall'altro, le nuove e sempre crescenti esigenze della civiltà moderna avevano reso i servizi collettivi sempre più numerosi, difficili e complicati. Le imprese private invece ogni giorno si erano sempre più addimostrate inadatte allo apprestamento di tali servizi. S'imponeva, adunque, alle amministrazioni locali il problema dei monopolì, la questione, cioè, se convenisse ad esse di soddisfare con imprese proprie quei bisogni pubblici, che maggiormente si connettono colla vita municipale. In verità la soluzione negativa a tale questione era del tutto insostenibile; eppure i consigli comunali inglesi, prima dì vedere attuata la nuova idea, dovettero con lotta pertinace vincere le opposizioni provenienti da quelle società private, che sino allora avevano esercitato le imprese di pubblici servizi, ed i cui interessi evidentemente erano in opposizione col trionfo dei monopoli comunali. Tutto questo l'Hugo ci descrive nel suo libro; egli ci fa assistere al sorgere della idea dei monopoli, ai primi passi dì qualche città verso dì essi, alle prime prove, alle prime difficoltà, alle aspre lotte svoltesi nei consigli municipali ed infine al trionfo dei monopolì, coi suoi numerosi casi di attuazione, disciplinati da leggi e regolamenti, in virtù dei quali al presente molte città inglesi esercitano di~ rettamente con non lieve ristoro delle proprie finanze e con grande vantaggio dei cittadini, le imprese della distribuzione delle acque potabili, della illuminazione a gas ed elettrica, delle tramvie ed altri mezzi di viabilità, dei telefoni e di altri servizì che si connettono colla sicurezza, colla igiene e colla cultura generale, quali i servizi di prevenzione ed estinzione degl' incendi, quelli dì sorveglianza degli opifici, laboratori e stabilimenti industriali, quelli della fognatura, dei mercati, delle lavanderie, dei bagni, ed infine i servizi dì apprestamento della istruzione tecnica ed industriale, delle biblioteche, musei, gallerie e dei parchi e giardini per gli esercizi del corpo e l' educazione fisica in generale. Tale in sommi capi il lavoro dell'Hugo, il quale si chiude con un capitolo sulla riforma tributaria locale in Inghilterra, in cui è specialmente esaminato lo istituto della « Betterment-taxs » con alcune delle sue applicazioni in Manchester e Lo11dra, e che, corredato com'è di acutissime osservazioni d'indole amministrativa ed economica, non può non riuscire di sommo interesse ed utilità a tutti gli studiosi di diritto pubblico e discipline sociali. D.r F. CARONNA BoNAL. ' ~~ Quistionideraulicae ferroviaria In un opuscolo che porta per titolo: Acqua, elettricità, trazione, l' on. Afao De Rivera ha riprodotto il suo noto articolo pubblicato neJla Nuova Antologia, e la lettera della Direzione delle Meridionali pubblicata nello stesso periodico aggiungendovi la sua risposta a quest'ultima. Non è compito, oè proposito nostro d'entrare nella quistione tecnica. Sollevando prima alla Camera e poi in questa Rivista il grido d'allarme sull'eventuale monopolio delle forze idrauliche applicate all'energia elettrica, in beneficio di questa o di quella grande Compagnia, l'on. Pantano sfiorò appena la parte tecnica per soffermarsi anzitutto e sopratutto sulla quistione capitale: la tutela delle grandi risorse idrauliche della Nazione, minacciate dallo sfruttamento di audaci speculatori, laddove la Nazione attende dalla loro futura applicazione ristoro ed impulso alle sue esauste energie. · Le sue affermazioni furono categoriche: le sue rivelazioni gravi e precise. Le une e le altre ponevano in piena luce l'asservimento dell'Ispettorato ferroviario alle Meridionali; la loro mutua complicità in un audace tentativo diretto a sottrarre i grandi interessi della Nazione alla legittima ed illuminata tutela del potere esecutivo, il pericolo corso dallo Stato di veder alienata e monopolizzata una delle più poderose forze idrauliche del paese, rendendo più tardi difficile o, per lo meno, onerosissimo il riscatto delle ferrovie che si va delineando come una suprema necessità dell'economia nazionale. Ebbene, forti dell'indifferenza inesplicabile o del tiepido interessamento della parte più autorevole della stampa quotidiana in un problema di cosi vitale importanza, le Meridionali e i loro amici, con un'abile mossa, hanno tentato sui giornali cosidetti tecnici di spostare la tesi dal suo vero terreno, tacendo sulla quistione capitale e aprendo un fuoco di fila su questioni tecniche di importanza secondaria. Imperocchè il sape,e se possa o debba prevalere questo o quel metodo di. trazione elettrica, se l'economia del carbone in una locomobile o in una macchina fissa sia più o meno rilevante ha senza dubbio il suo valore, ma questo è lnfinitamente minore del problema morale, amministrativo e politico che la questione include io sè. Le controversie tecniche meglio valutate, ventilate, vagliate, possono giovare alla risoli:- zione pratica del problema; ma anzitutto e il problema in sè stesso che bisogna porre sulle nuove basi per poterlo affrontare e risolvere nell'interesse collettivo del paese e non già di pochi cointeressati. Ed è perciò che della pubblicazione dell'on. Afan de Rivera noi non vogliamo rilevare che un lato solo, quello cioè nel quale è indirettamente confermata la pubblicazione fatta dall'on. Pantano, in questa 1{,ivista, dello schema di convenzione fra l'Ispettorato e le Meridionali, fra le Meridionali e la Casa Ganz: pubblicazione che, sia per il silenzio degli avversarì, come per le affermazioni del-
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