xo8 '1{.IVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI DOPO IL XX SETTEMBRE Anche questo 20 Settembre è passato ; e per quanto i liberali - a chiacchiere, s'intende - abbiano fatto di tutto per rendere la commemorazione più solenne coi mortaretti, i fuochi d'artificio e i lanternini - oh! i poveri di spirito ! -, a Roma, e non soltanto a Roma, la festa si è risolta in una cerimonia così scialba e inconcludente che appena appena se ne sono accorti i ragazzini che vanno subito in visibilio quando sentono i colpi di gran cassa. Perchè ciò ? Perchè questa indifferenza, anzi questa freddezza glaciale, per una festa che dovrebbe essere la più solenne tra le feste nazionali ? Perchè? I perchè sono molti, e l'on. Napoleone Colajanni in altre occasioni, e nella Camera e nella nostra 'R)vista, ebbe già ad esporli nudi e crudi, senza riguardi a falsi interessi di Partito, o meglio di sagrestie di Partito ; e questi perchè, tutti si riassumono nella mancanza di una politica di principi, nella mancanza di una politica sociale, pratica, che sottragga il Popolo ali' influenza deleteria ed instancabile del Clero, sempre cospirante al disfacimento dell'Italia. « Dispersi gli alti fini - disse già Ruggero Bonghi, a proposito del 20 Settembre - festa più vana di questa non si potrebbe pensare ». Ma se queste sono spiegazioni del fenomeno, il dover constatare coi fatti che il clericalismo ottiene dei resultati che non si sarebbero mai nemmeno immaginati 29 anni or sono, e, sopratutto, il dover toccare con mano che il Popolo, anche dinanzi a ciò, risponde colla più perfetta noncuranza, non può essere che ragione di tristezza per noi. Ma, siamo giusti : il Popolo nostro ha poi tutti i torti di disinteressarsi da qut:sta festa del 20 Settembre? Una mano sulla coscienza, o signori monarchici che andate dicendo, su e giù per l'Italia, che il 20 Settembre rappresenta l'ultimo trionfo del Libero Pensiero nella terra dei roghi di Arnaldo e di Bruno : di che Libero Pensiero andate voi blaterando, oggi, proprio oggi, che cittadini incorrotti, rappresentanti della Nazione, uomini di forte e nobilissimo ingegno, non d'altro rei che di non pensarla come voi, son rinchiusi nelle prigioni d'Italia, o relegati a domicilio coato nelle isole, coi mafiosi, i barabba, i monsieurs.Alpbonses e i ladruncoli, o costretti a prendere le vie durissime dell'esilio, precisamente come sotto l'Austriaco, il Papa, il Borbone, nonchè sotto i re del piccolo Piemonte? Come volete, o signori monarchici, che il Popolo si commuova per le vostre feste, pei vostri entusiasmi artificiali, e a scadenza fissa, se in fondo al suo pensiero v' è la cella della povera Anna Kouliscioff strappata alla figlia sedicenne, vi sono quelle di Gustavo Chiesi, di Carlo Romussi, di Luigi De Andreis, di Filippo Turati, di Don Albertario, e di cento e cento altre vittime ? come volete che il Popolo si scuota, se, lui, per fortuna sempre il gran sentimentale, vede, fuori delle carceri, vecchi, donne, fanciulli, piangenti, come madri, padri, spose e figliuoli piansero i loro cari prima del 60 e del 70 ? Il Libero Pensiero che sarebbe dovuto entrare per la Breccia per montare sulla cattedra di Pietro, rincorso colle vostre baionette ha dovuto prendere altre strade, e il Popolo, che pur troppo nòn è ancora iconoclasta, è naturale che non possa adorare chi non ha avuto tempo nea'lche di lasciare una semplicissima effige. li Popolo ha dunque ragione di lasciar perdere completamente nel vuoto i vostri inni e le vostre ciance, ha ragione di non affliggersi se le vostre luminarie nella capitale non reggono nemmeno il confronto con quelle che si fanno a Roccatartufola, e tu, amico Gattorno, patriotta sul serio, hai avuto il buon genio di Giuseppe Garibaldi dalla tua, rifiutandoti colla fiera lettera a Menotti, di prender parte ad un'indecente commedia. GIORGIO GALASSI. Amministrazione e socialismuonicipale IN INGHILTERRA È fatto notevole, che contrassegn.t l'epoca presente, l'assunzione da parte delle amm1mstrazioni locali dell'esercizio di quei servizi pubblici, che sino ad ieri avevano formato oggetto di esclusivo e dannoso monopolio a beneficio delle intraprese private. Gli Stati Uniti d'America, la Germania, il Belgio, l'Olanda, la Francia, ed in qualche sua città anche l'Italia, offrono esempi molteplici di tale tendenza ; ma dove i monopoli comunali dei servizi collettivi hanno trovato più fdice e concreta attuazione è nel Regno Unito dell'Inghilterra. Londra, Manchester, Birmingham, Glasgow, Leeds, Liverpool ed altre città inglesi, già da qualche tempo, ridotte al nulla le opposizioni provenienti dallo spirito della privata speculazione, esercitano con imprese proprie i servizi pubblici che si connettono colla vita co;nunale, e mentre da un lato rendono ai comunisti meno onerosa e più larga la prestazione dei servizi stessi, dall'altro traggono dai medesimi redditi considerevoli, che ogni giorno più diventano fonte cospicua delle loro risorse finanziarie. Esiste ormai in Inghilterra una legislazione sull'oggetto, ed essa ogni giorno diventa !empre più larga ed interessante ; interessante specialmente per i principi' a cui s'ispira, pei fini, a cui mira. E naturale, adunque, ciò premesso, che l'argomento dei monopoli comunali trovi nel paese, che più largamente li ha attuati, espositori e sostenitori, còm' è naturale altresì che gli studiosi, amanti del pubblico benessere, a qualunque paese essi appartengano, si occupino di questa nuova forma di attività comunale, che vi appalesa sin dalla prima sua prova apportatrice di incalcolabili utilità. In Inghilterra, com'è noto, l'argomento dei monopoli comunali è stato studiato in maniera diremo, esauriente; basta citare i lavati del Silverthorn, del Webb, del Games, del Sinclair, del Cooley e del- ]' Isvarl. Anche fuori dell'Inghilterra l'interessante questione non è stata dagli scrittori trascurata, del che fanno fede, a tacere di altri, gli studi del François in Francia e quelli del Cammeo e del CSachi n Italia. Arriva ora l'opera pregevolissima (1) di C. Hugo, che ci proponiamo di es;:minare. Tratta essa dei monopoli comunali in Inghilterra, nella loro origin~ e nelle loro varie fasi di sviluppo ed applicazione. Ma non soltanto dei monopolì comunali l'A. si occupa nel suo interessante lavoro; esso studia anche l'organizzazione amministrativa delle città inglesi ed in ispecie della città di Londra; argomento questo, cui non fan certo difetto diligentissime trattazioni, ma che tuttavia, per la sua complessività e per i continui mutamenti, a cui, per via della legislazione, l'ordinamento amministrativo locale dell'Inghilterra va soggetto, offre sempre punti nuovi di esame, che al nostro A. non sono sfuggiti. {r) C. lluGo: Sl1idtverwaltu11g1111d:J.fa11izipal-Sozialismus i,, E11gla11d; verlag von I. l-1. Dietz. Stuttgart 1897. L'egregio Dr. Caronna Bona ci darà tra poco altro più ampio e completo lavoro s,11 SocialismoMunicipale.
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