106 RIVISTA POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI « I corrispondenti stranieri dei. gra?di gior?ali i~- glesi riportano ciò che riesce gradito a1_loro d1rett~m; perciò quelli italiani dipinsero Cavall~tu come un nv~- luzionario sfrenato che meritò la fine mcontrata, ed omisero ogni menzione sui funerali magnifici_ che g(i fec_e tutto il paese,· che sorpassarono anche gh osseqm che 1! popolo irlandese fece a Carlo Stuart Parnell. l letton dei grandi giornali inglesi , quindi , non P?te~ono conoscere mai che Cavalletti, oratore a Montecitono o scrittore a Dagnente, era una grande forza intell~ttuale e liberale per l'Italia; che nessun altro u~mo vivente possedeva il fascino e il potere che aveva lm sul popolo; che egli era un politico di grande perspicuità, un uomo di grande cultura, un oratore di seducente eloquenza, e che la impetuosità nei duelli era unita alla perfetta padronanza di sè nella Camera .... ». « Cavalletti sotto alcuni aspetti rassomigliava a Lamartine; egli possedeva la stessa fusione di politica eloquenza e di genio poetico ; ma egli possedeva molto più acume, molta più forza e maggiore conosce~za degli uomini e l'intera nazione rispettava magg1ormrnte in lui !:integrità della vita, la sua spartana frugalità e il suo coraggio inc~rrutti~ile »_. . « Morto Cavallotti 11partito liberale o repubblicano in Italia è ancora disordinato e senza coesione. La sua scomparsa io Italia ebbe le stesse conseguenze pel partito liberale che ebbe in Inghilterra il ritiro a vita privata di Gladstone ». Quì Guida si abbandona a considerazioni sul fufuro dell' Italia, sulle repressioni, sulla corruzione, sulle responsabilità ecc., che noi. non possia!"Ilopubbl_i~a:esenza procurarci un sequestro. S1 occupa poi del dommlio con/lo - e dice che gl' inglesi non hanno idea di ciò che esso sia -; fa dei confronti rapidi tra le condizioni odierne del popolo italiano e quelle che aveva sotto il granduca di Toscana e sotto i Borboni. Ricorda che si ctlebrò il cinquantesimo anniversa~io dello Statuto nell'anno in cui realmente lo si era distrutto ; ricorda alcune enormità dei processi e delle sentenze dei Tribunali militari e si intrattiene specialmente sui casi di Romussi del Secolo, e di Chiesi dell'Italia del Popolo, che dovrebbero suscitare l'indignazione di ogni scrittore europeo, e deplora vivamente che in Inghilterra il biasimo contro tutto ciò non sorga, o non sia. abbastanza energico. ln altri tempi, es,a esclamava, Vittor Hugo, Gladstone, Tennyson, Kossuth avrebbero protestato. « La persecuzioneco11/ro la stampa è tale chesol/ol'imputazione di reato contro l'ordinamento della famiglia o di eccitamentoall'odio Ira le classi sociali potrebberoessere condotti in prigione e messi insieme a ladri ed assassini Letourneau o Spencer, Ibsen o Caslelar... ». . . « Siamo in tali condizioni in Italia che se Garibaldi vivesse sarebbemesso nelle celle di una prigio11e; Cm1011r sarebbelascialo a studiar filosofia11ellarna campagna... ». « In Ispagnn la costituzione è sia.ladichiarala sospesa. In Italia è stata sos/JeSasenza alcuna formale dichiarazione ». « Molto biasimo è stato versato sulla Camera e sul Senato dell'Italia; e ne meritano molto. Ma sino a tanto che i senatori vengono scelti e nominati perchè sono ricchi o servili, nobili o favoriti .., e.sino a tanto che ogni ministro fa le elezioni per l'altra Camera premendo sfacciatamente sul corpo elettorale colle minacce, colle ingerenze, colla corruzione e con altri metodi criminosi, è assurdo afferma re che la nazione italiana goda di un vero regime parlamentare ... Per tutto ciò « non solo i cattolici che obbediscono al Papa, ma anche i migliori uomi:ii che sanno come si fanno le elezioni, e che queste si riducono ad una farsa, si astengono e si completa cosi la pessima educazione politica del popolo colla violenza, colla corruzione e colla indifferrnza generale .... ». * Quì ci fermiamo e concludiamo con amarezza eh~ l'Italia nuova l'Italia di Mazzini e di Garibaldi, non SI attendeva di ~ssere descritta così dagli inglesi e dagli americani. La nostra Rivista per la prima rilevò che la petizione al Re dei giornalisti inglesi ricordava il giudizio di Gladstone. Il Don Cbisciotte e pochi altri giornali liberali hanno ripetuto l'osservazione. . . Questo ricorso dovrebbe essere per noi una lezione ; e certo una grande umiliazione. ApropodseitlolaiberdtàistamipnaItalia LETTERA APERTA \lo all'on. dott. Napoleone Colajanni, dep. al Parlamento. Ed eccomi a Voi, caro e illustre amico, ora che i tempi pajon più benigni, a ragionar del più spinoso e malinconico fra quanti problemi ci affliggono in Italia. Dirò francamente a Voi tutto l'animo mio, senza fronzoli e ambagi, fuori d'ogni preoccupazione d'amicizie e legami di partito, così come l'alto e veramente fondamentale argome~to richiede. _voi ~i~te de' po~hi fra ~ mi: litanti nelle parti _estreme d~1 partlt! ~~polan nostn, coi quali un avversano possa discutere : l' mgegno, la dottrina e l'abito all'osservazione sperimentale, vi banno predisposto a quell'equanime obiettività che dovrebbe essere ormai la base d'ogni discussione moderna. I cannibali innocui che la giacobineria costituzionale latina alleva sempre più arrabbiati e grotteschi, vi rimproverano proprio i migliori momenti della Vostra opera di polemica; quando vi tergete delle squamr impermeabili dell'uomo di parte, e ricordando d'essere il streno e studioso indagatore de' fenomeni sociali e politici, rendete prezios0 o!n~ggio alle virt~ e alle ver~tà ch_epur sono negli uomm1 e nelle dottnne avversan. Voi comprendete perfettamente la senile fanciullagine del voler far credere di avere sequestrato a proprio profitto e onore ogni sorta di beni della mente e di largizioni della natura; per modo di fingere che oltre l'ombra del proprio partito non e,istano che malvagi, delinquenti, buffoni e scimuniti. Tale è ~a conclusione de' discorsi, degli scritti e dell'opera della grande maggioranza dei tributi italiani e della stampa e be ne interpreta il pensiero. Bazza è dunque quando capiti una personalità preclara come la Vostra dalla quale, a tempo opportuno, non sia troppo ingenuo attendere una parola -misurata e giusta anche se sieno in discussione dottrine care a nomi amati. Appunto per quest0 io dall'Idea liberale - la quale per istintivo ossequio· alla verità e alla giusti:.da fu sempre cogli amici e cogli avversari di un'inflessibile obbiettivita - dis:uto persuaso di non far cosa vana, se non per i partiti, almeno per i principl e le ragioni della civilta. Dal di in cui il primo individuo ebbe la consapevolezza deIla propria dignità morale, fu acquisito alla storia umana il diritto di difesa di quella dignità, la quale altro non poteva essere che la libertà o l'indipendenza del pensiero. Pcr tale gnisa si ebbero i lunghi secoli obbrobriosi di schiavitù e gloriosi di ribellione durante i quali un' innumerevole esercito di eroi, a palmo a pal• (•} Questa nobilissima lettera di un conservatore lombardo, imclligeme cd onesto, com'è il direttore dell'Idea liberale, ci compeosa delle basse denunzie della Persevera11za degne davvero delle sue tradizioni, veramente intuonate al suo culto per la SS. Forca. N, d. R.
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