Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 6 - 30 settembre 1898

'1{.IVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 105 OUIDA ~otto il ps;udo1:nino di Guida si nasconde una signora mglese eh è vissuta lungamente in Italia, che conosce ed ama come sua seconda patria e di cui ha scritto con amore e con ammirazione. ,. La vertig_inosa ?ecadenza del. nostro paese ha costretto I !llustre scrittore_ mglese a modificare il proprio linguaggio ed a d~~unz1are a! propri ~oncittadini i mali politici, e1 econom1c1, che affi1ggono I Italia moderna. In seguito dt che e avvenuto che i giornalisti cortigiani della penisola ha'?no mutato in biasimo la lode, che per lo pass~to le tnb1;1tavano: qualcuno le negò persino il diritto di occuparsi delle cose nostre. I nostri lettori comprenderanno che questi rigidi custodi della insindacabile autonomia dell' Italia - vere caricature di chauvins - sono quelli stessi che criticano aspramente - e fanno beue - i procedimenti adoperati dalla Francia contro Dreyfus, e che a tempo_ perso emettono qualche nota umanitaria contro la Ru~s1a e contro la Turchia. Acqua in bocca però sulle bncconate della Germania e dell'Austria: che diavolo! sono nostre alleato:.... ~ costor<;>c. ' e ~a i:ispondere questo : il diritto di Ou1da a criticare I Itaha moderna scaturisce dal diritto ~be riconosceste in. Gladstone di condannare alla gogna 11 governo borbomco ; e - rimontando più in alto e ad un principi? p~ù generale - dall'allargamento del senso della sohdanetà sociale. Guida è tornata alla carica test è con un ma crnifìco articolo n:lla R~wirw of Rewiews _( r 5 settembre ) 0 dello Stead. Noi lo riprodurremmo per mtero se il Fisco ce lo consentisse, ma non potendolo ci limiteremo a riport~re i brani più ododossi, avvertendo però che, su per g1ù, le stesse cose - con minori dettagli e con minore conoscenza delle cose nostre - ha scritto un americano Edwin D. Mead, nel New Cnulaud Mauazine (Acrosto)' h Il , . I d" o 'd " b t, ' e c e ne artico o 1 111 a, non mancano inesattezze. « La tortura della nazione italiana, dice Guida e cominciata col primo dei suoi governanti che volle' annoverarla tra le grandi potenze marittime e militari. Quest'ambizione colle sue stravaganti e costose esigenze e pretensioni, coll'assoluta indifferenza per le sofferenze che creava, ha distrutto la pace e la prosperità del paese ed alterato le condizioni nelle quali fu fondato il regno d'Italia ed accettato il governo monarchico da Garibaldi». « Della generale irritazione vi sono innumerevoli cause. Suprema tra tutte le seguenti : coscrizione, tassazione e conseguente miseria. Queste aumentarono d' intensità col delitto Crispino - la guerra di Abissinia. Da quella gigantesca pazzia in poi, lo stato del paese e passato dal male al peggio, come quando rapidamente una affezione bronchiale degenera in pulmonite. L'incessante pressione fiscale ha oppresso tutte le classi, eccettuata la più alta ... » « Oggi ne siamo a tale che si può ritenere tanto vero quanto maligno questo epigramma : ci bisoonaVli davve_rodel talento per fare morire di f a111eun p~polo, che si contenta d1 pane nero I " • ,. ,. « Gl'italiani sono perpetuamente tormentati dalle seguenti occorrenze : dalle tasse, dalle espropriazioni, dalla tiram;1i~ e d~lle insolenze di una polizia brutale, da una ammm1straz1one locale torturatrice, la quale imita e ripete in modi infiniti le tirannie e le oppressioni del governo centrale ... » ..... Alcuni abusi della polizia sono insopportabili; e sono usuali. « Ogni carabiniere, ogni poliziotto può essere sicuro della protezione dei superiori se uccide un ~ittadi_n<;>che resi~ta all'arrest<;>-Ciò che e ancora più 1ncred1b1le_è.che 11 uendarme m questi casi, viene decorato dal M101stro delÌa guerra colla medaglia al valore I » « Il governo italiano che adesso perseguita il socialismo come un delitto, ha adoperato esso stesso le misure peggiori di so~ialismo di stato. Esso rispetta i latifondi permette le us_urpa~io'?i a danno_ del _pop<;>!~_;ma calpe: sta colla massima 1nd1fferenza gh altn dinttt d1 proprietà individuali ». . ~ C_he cosa conchiudere da queste capricciose contradd1Z1om ? Soltanto questo : che coloro i quali sono con• siderati come i governanti dello Stato non hanno alcun chiaro concetto nè della politica ne del dovere; che essi seguono le teorie del socialismo quando servono ad assicurare la popolarità, e che le perseguitano quando le stesse teorie minacciano i loro propri interessi ». * * * Le violenze inaudite commesse negli ultimi tempi dal governo « non sono proprie delle epoche di sedizione; ma esse avvengono sempre, in tutti i periodi, sotto tutte le amministra~ioni, in tutte le città e in tutte le provincie. La popolaz10ne conosce che soltanto chi e protetto si salva, e che il povero e l'uomo onesto non possono godere tale protezione ». Perciò la diffidenza contro il potere - se non l'odio-, e tutto nello sconforto che e racchiuso in questo giudizio che mi dava un lavoratore: « La società non è che una vasta camorra per la protezione dei furfanti, che ne fanno parte » ( r ). « Perciò tutto il sangue versato, tutti i conflitti sostenuti, tutte le vittorie guadagnate, tutti i sogni dei padri degli attuali italiani sono stati inutili e infecondi! » « Di Cavall_otti, i. giornali p:incipali inglesi non presentarono mai un ntratto esatto nè dnrante la sua vita nò dopo morto, perche essi sono nel vassallaggio di Francesco Crispi; cosicchc io sarò poco compresa quando avrò detto che se egli fosse stato vivo: o non sarebbero avvenuti i moti di Maggio o avrebbero avuto un esito diverso. Amo di credere che non sarebbero avvenuti p~rcbe ~avallotti ~onosceva i pericoli di una popolaz10ne furiosa ed eccitata, e perchè egli desiderava che la liberazione d'Italia fosse avvenuta per mezzo di una rivoluzione senza sangue, che doveva essere condotta con intelligenza, logica e patriottismo. Il suo amico e collega Napoleone Colajanni ha detto in nna intervista con uno scrittore italiano che se Cavallotti losse stato vivo, la sua semplice presenza avrebbe trascinato diversi del suo partito colla intelligenza e colla energia necessaria a creare e guidare un conflitto vittorioso. Questa è una ipotesi imprudente, probabilmente una indicazione scorretta e certamente un racconto ingiusto su di uno che non può più rispondergli. Io sono sicura al contrario che Cavallotti avrebbe considerato inopportuno il momento cd immaturo il movimento per condurre ad una insu~rezione fortnnata; egli avrebbe adoperata tutta la sua 1_nfluenza per prevenire la prima sollevazione e indubbiamente snebbe riuscito. Ad ogni modo, sia che abbia ragi~ne Colajanni, sia che l'abbia io, questo è certo che 11 corso degli avvenimenti sarebbe stato diverso se la spada di un giornalista non avesse recisa la vita di questo intrepido e generoso patriotta » (2). (1) Non s'impennino i nostri c/Ja11vi11s: questo giudizio non fu dato soltanto ad 011id" da un lavoratore; ma fu enunziato e non contraddetto da alcuno da Leopoldo f ranchetti in piena Camera dei Deputati. (2) Ouiia è stata tratta in errore sulle ipotesi enunziate da Colajanni, che, del resto, conosceva intimamente il pensiero di Cavallotti. Erra pure Guida supponendo che il Bardo della democrazia avrebbe potuto impedire gli ultimi moti italiani tanto fu improvviso il loro scoppio (.\10/ct dellaRedazio111').

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