Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 6 - 30 settembre 1898

'R,_IVISTA 'POPOLARE DI 'POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI di essere ; sietemummie;sietestatisorpassat.i... Sicur~: siamo alla vigilia della proclamaz•one del colletti· visma ! Meno male che il mio egregio contradittore ammette che i soci.1listi non sempre abbiano usato prudenza e temperanza e che sarebbe desiderabile che essi s'incontrino il meno possibile sullo stesso terreno ! È precisamente questo che io desidero e propugno ; e gli es_empi da me citati, e s~i qn_ali saviamente scivola il Travet, provano che 1 socialisti non la pensa1w in tal modo. Colla loro teoria dell'affermazione essi fanno spesso il giuoco degli •avversari più reazionari. L'ultimo caso è quello di Corteolona. Ivi a primo scrutinio radicali e socialisti erano iu maggioranza: nel ball0ttaggio i buoni argomenti del reazionario Dozzi la vinsero sulle ragioni del Romussi. A questo proposito non è male che l'amico ... avversario sappia che non pochi voti dei socialisti nel ballottaggio passarono .... al reazionario. Coscienza di classe e dovere della disciplina .... Al Travet non va l'opportuneggiare dei radicali e dei repubblicani. Dato e non concesso che ciò sia vero mi permetto di chiedergli: oh bella! E a voi socialisti che importa della condotta dei prnm - che se determinata da volgari motivi vi giova per discreditarli - purchè essi tengano fede ai patii stabiliti con voi? Volete libertà piena ed intera di agire come vi pare e piace su certi punti e volete negarla agli altri? Del resto, intendiamoci sull'opportunismo: ce n'è uno sano e rispettabile ed è quello che non mira a conseguire fini e vantaggi individuali; è quello che Macchiavelli chiamava opportunita, caldeggiata sempre da Giovanni Bovio che s<::n'è giovato tanto, individualmente, da dovere essere alle prese ogni giorno coll'avversa fortuna. Tutta la politica è opportunit~, che tiene conto del presente per raggiungere un avvenire migliore. A questa dea sacrificarono Mazzini e Garibaldi, repubblicani, lavorando a costituire l'Italia monarchica. Di amareggiamenti illeciti dei radicali, e specialmente dei repubblicani, con Tizio o Fileno non so - a proposito dei quali mi pare che il Travet non abbia afferrata l'ironia di BJrzilai quando augurava a Pelloux di avvocatizzarsi -; di voti dati a Cajo o Sempronio nella speranza del meglio o per la paura del peggio mi è noto. A giustifìcJrli non evocherò il ricordo dei socialisti francesi nei rapporti col ministero Bourgeois ; ma rammenterò al Travet che anche i socialisti italiani ne hanno datL Filippo Turati dovette sinanco difendersi, come un volgare delinquente, dinanzi ai suoi correligionari pel discorso e pel voto dato al ministero Di Rudinì nell'affare delle navi. II Travet l'accordo tra i socialisti e gli altri partiti vorrebbe farlo cadere cogli amici. Amici ! In che senso? Certo non sul programma economico : su questo essi non hanno che nemici ; e da nemici trattano quanti non accettano il loro sillabo, intero. Tale considerarono anche chi scrive, che ha tutte le simpatie pel collettivismo, e che pel socialismo - modestia a parte - qualche cosa ha fatto. Non sono un lavoratore della venticinquesima ora : ebbi il coraggio di professarmi so• cialista, quando per lo meno correvasi il rischio di essere messi in ridicolo. Mi pare proprio assurda la pretesa che si accampa verso i radicali di doverla rompere colla sinistra storica. Con ciò si pretende che essi perdano la loro fisonomia e si confondano, sic et simpliciter, coi repubblicani. Che tra i cosidetti - impropriamente - partiti extralegali non ci possa essere perfetto accordo s'intuisce; altrimenti non si raderebbe di accordo, ma di fusione, venendo a mancare la differenza. Pure un terreno comune - almeno sino al giorno in cui non trionfera il collettivismo - c' è anche nella questione economica : l'in!ervenzioni,mo accettato da quasi tuti i radicali e i repubblicani - e tra i primi credo che potrebbe escludersi il solo Diligenti - comprende le linee generali del pro grarnmaminimo dei socialisti. Sarei grato, poi, a chi volesse nettamente stabilire le profonde distinzioni tra questo programma minimo e il programma di Giuseppe Mazzini.... già sorpassato! E padronissimi i socialisti d'insistere sulla lotta di classe. Questa è una realtà non smentita sinora dalla storia, ma che va intesa cum granosalis. Se la lotta di classe è vera, è altrettanto utile ed innocuo predicarla sempre e dappertutto? Ecco il punto di cui mi occupai e su cui il Travet sorvolò colla solita prudenza. Da parte mia non posso insistervi per motivi di dolorosa attualità che il mio contradittore saprà apprezzare; a me basta rammentargli che la CriticaSociale fini col darmi causa vinta accettando il federalismo nella tattica, e che l'Avanti! mi dette completa ragione nel brano da me riportato nel precedente articolo. E mi sento umiliato nel dovere aggiungere che non ho mai pensato - nè conosco altri correligionari miei che lo pensino - che i socialisti predichino la lotta di classe nel senso volgare di odio di classe, per malanimo. Diglielo tu, mio buono e caro Prampolini, che ciò non è ! Il Travet offende gratuitamente radicali e repubblicani enunziando il dubbio che essi vogliano mantenuto l'articolo 247 con tutti i suoi ammennicoli, e che possano intralciare lo sviluppo degli scioper;, delle leghe di resistenza ecc. Si può non tener conto di questa gratuita offesa ammettendo che egli ignora tutte le discussi011i e tutti i voti della Camera su questa quistione. Radicali, repubblicani e socialisti votarono e parlarono sempre con una meravigliosa e rara armonia. Lo sfido, inoltre, citarmi un solo scritto di repubblicani e di radicali, che autorizzi l'ingiurioso sospetto. E conchiudo, quantunque avrei dell'altro da dire, che ora come ora, repubblicani, radicali e socialisti hanno un terreno sul quale possono, sul quale devono intendersi se amano la patria, se vogliono conseguire rispettivamente il proprio ideale : la difesa della legge, dello Statuto, della libertà. . Più tardi si vedra sin dove si potrà cammmare di accordo. Ecco il mio opportunismo. IL SOCIALISTOIDE. Nel prossimo numero pubblicheremo un primo e interessantissimo articolo illustrato di Salvatore Di Giacomo sulla Prostituzione a Napoli

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