Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 6 - 30 settembre 1898

'l?__I17ISAT POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIÀLI ro; Zanardelli, ora con Giolitti, ora con Baccelli - persone che noi, a torto o a ragione poco imporra, riteniamo nostri nemici non meno dei moderati - noi non possiamo venire a trattative. F.inchè fra la estrema sinistra radicale e la sinistra monarchica non saranno stati rotti completamente, e non solo a parole, i ponti, finchè vedremo i radicali sperdersi nelle schermaglie parlamentari, finchè vedremo dei deputati repubblicani far l'occhiolino dolce al generale Pclloux, augurandogli di avvocatizzarsi in compagnia degli altri ministri avvocati ... crispini, finchè la estrema sinistra radicale non avrà assunto un atteggiamento di opposizione incondizionata a qualsiasi ministero, che non accetti e non attui immediatamente e lealmente il programma radicale, finchè noi vedremo i radicali sostenere tutii i ministeri nascenti in od•o ai ministeri morti, contentandosi di buone parole, e aprendo finalmente gli occhi e oassando all'opposizione solo quando i ministeri non han più bisogno del loro appoggio; in poche parole finchè gli estralegali colla loro azione pratica non si saranno messi un po' più d'accordo colle loro dichiarazioni teoriche e non avranno preso un carattere un po' più determinato ed.. . estralegale, noi non potremo . mai pensare ad una alleanza solida e sicura. Su questo punto sono obbligato a sorvolare per .... ragioni di ordine pubblico. In. I repubblicani e i radicali quando si trovano davanti al programma economico del socialismo, evitano, per lo più, accuratamente di pronunziarsi. Ora intendiamoci : noi non siamo tanto prepotenti da volere che i repubblicani accettino le nostre idee ; no. Ma rioi abbiamo fra le nostre idee una idea, sulla quale non possiamo ammettere che i nostri alleati portino la loro discussione, e quest'idea è la lotta di classe. Noi non pretendiamo che anche voi diventiate un partito ai classe ; a noi non importa che voi riteniate la lotta di classe o l'odio di classe, se meglio vi piace, criminoso; per noi e indifferente che voi vogliate o non vogliate condurre le classi sociali ad abbeverarsi al fiume pieno del latte e miele dell'amore; noi arriviamo fino ad ammettere che nella lotta sociale voi possiate in avvenire prender posto nell'esercito che sarà a noi nemico; pt:r noi quel che importa è che voi ci diciate francamente: questa lotta o quest'odio di classe che noi andiamo secondo voi eccitando spinti dal nostro feroce malanimo, siete voi disposti lasciarlo sviluppare liberamente, senza alcuna limitazione giuridica e politica, con tutte le sue conseguenze, come scioperi, leghe di resistenza ecc., s1lvo naturalmente la rivolta violenta? siete voi disposti ad abolire tutte quelle parti del codice penale presente, che intralciano o condannano la lotta o l'odio di classe, oppure noi continueremo ad esser condannati anche sotto 1 vostri auspici per l'articolo 247, oppure per qualche altro articolo analogo? A queste domande voi non dovete rispondere con scappatoie, inneggiando all'amore e alla giustizia e dimostrando la d:ffic11issima verità che sarebbe mille volte meglio star bene che star male. Noi lo sappiamo che voi volete l'amore ; ma dal momento che la lotta, secondo noi, c' è, condannerete voi chi alla lotta prenderà patte? IV. A queste suesposte domande è molto probabile che il Socialistoide d altri rispondano in modo da accontentare i socialisti. Ma e gli altri ' chi ci garantisce che tutto il vostro Partito accetti questo modo di pensare? Quando noi leggiamo i giornali rerubblicani o radicali, corriamo sempre pericolo di ammattire : l'uno ci chiama delinquenti, l'altro ci fa un mondo di complimenti; spesso nello ste,so giornale il linguaggio cambia da colonna a colonna; il Partito repubblicano e radicale non si arrischia mai a prendere sulla questione socialista una deliberazione collettiva ufficiale. Questo può esser forse comodo per il loro Partito, che così può accogliere nel suo seno I' injividualista intransigente e il.. .. socialistoide, ma a noi non può far comodo. Noi non vogliamo equivoci":patti chiari, amicizia lunga. Mettetevi prima d'accordo fra voi, discutete la questione pubblicamente in un vostro congresso, proclamate officialmente, che voi, pur essendo contrari alla lotta di classe, ritenete che il Partito Socialista abbia il diritto di fare la lotta di classe e che nessuna legge debba incepparlo nella sua azione ; e allora parleremo di accordi. Pretendiamo noi troppo dai radicali e dai repubblica-- ai? i:: forse troppo domandare che i radicali e i repubblicani non ci consi.lerino come loro servi, ci riconoscano il diritto di vivere, si spieghino chiaramente con noi, ci diano garanzia che i patti dell'accordo futuro saranno mantenuti? UN TRAVET. Chi conosce l' intimid mia molto intima - colla direzione della Rivista comprenderi agevolmente. come e per eh è mi sieno state comunicate le bozze di stampa dell'arti.:olo del Travet, e mi sia stato eccezionalmente concesso di rispondere nello stesso numero ad evitare le polemiche lunghe, che diventano serpi. Se non sapessi quale uomo di valore si nasconda per necessità sotto lo pseudonimo del mio conti adittore, francamente dichiaro che non avrei risposto, tanto poco sono esatte le sue obbiezioni. Il rispetto alla persona e l'attualità dell'argomento m' inducono ad agire diversamente. Premetto che non mi trovo di accordo col Travet nella inutilità, da lui ammessa, delle discussioni sul passato. Non si può preparare l'avvenire senza conoscere il passato con tutti i suoi errori e con tutte le sue colpe; chi non lo conosce non può schivare gli uni e le altre. Mi occupai del passato precisamente nella speranza che certi inconvenienti non si ripetano per l'avvenire. Desidero ardentemente che non si ripetano perchè voglio riuscire ad una intesa, anche limitata alle contingenze presenti, se non vuolsi parlare di una vera alleanza tra radicali, repubblicani e socialisti; e questo ideale, che propugnai sempre, vedo con piacere eh' è divi,o dal Travet, che Yorrà aiutarmi nell'abbattere gli ostacoli, che gli frappongono i bigotti del socialismo e i bramini del partito repubblicano. Lo avverto che gli ultimi sono agli sgoccioli, mentre prevalgono ancora i primi nel partito socialista; e prevalgono tanto, che nell'ultimo congresso per poco non dichiararono Filippo Turati un transfuga. L'entente, però, sarà resa piu difficile designando i radicali, i repubblicani e i socialisti come partiti extra-legali. I primi, specialmente, banno ogni ragione di protestare contro questa denominazione, la quale, del resto, per tutti non si accorda colla realtà. La lotta sul terreno parlamentare e la propaganda pacifica nel paese sono cose perfettamente legali. Chi è fuori della legge è il governo : sono i reazionari, che si sono posti fuori della legge per necessità di conservazione, memori del motto francese con tanta opportunità illustrato dall'Engels: la legaliténous tue I Non è esatto ciò che afferma il Travet sulla pretesa superiorità, sul diritto di maggiorasco che i repubblicani vorrebbero esercitare sui socialisti. I primi non si credono sacri e intangibili; e sopratutto non si credono infallibili. L'infallibilità è del socialismo ufficiale, il quale, appunto perchè crede di possederla, si mostrò spessissimo insolente, altezzoso, intransigente. Il meno che ha detto ai repubblicani è stato questo : voi non avete più ragione

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