Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 6 - 30 settembre 1898

t20 RIVISTA POPOLARE <IJIPOLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI I. 'N,over: le settembrate tedesche del 1848. Queste furono caratterizzate dall'assassinio del generale Auerswald e da quello del principe Licknowsky a Francoforte sul Meno. Gli studi fatti sinora sono pieni di errori, e Nover li rettifica sui documenti lasciatigli dal padre che fu incaricato allora del rap· porto della commissione d' inchiesta su questi avvenimenti. L'assassinio di Auerswald ricorda quello del maresciallo Brune sotto la ristorazione. È un esempio, da unire a tanti altri, degli €ccessi commessi dalle passioni cieche delle folle. (Nord w1d Sud. Settembre). EMPORIUM - Settembre 1898 - Contiene: Artisti contemporanei: Cowta11tinMewiier, Enrico Thovas - Bagni di Lucca, D,. Tumia ti - Torpediniere e co11trotorpedi11iere, A. V. Vecchi - Da Grimsel a Gri11delwald Luca Beltrami - Le cave d'oro delK/011dicke - Il teatro di Bergamo. RECENSIONI Prof. A. I. DE loHANNis: Sono io socialista? Firenze 1898. Il chj::.ro direttore ddl' Eco110111ista, i cui scritti ripetutamente ·.si riproducono in questa Rivista, si difende dall'accusa mossagli da Ronxel nel Joumal des Eco11omistes di essere divenuto socialista nel discutere dei rapporti tra capitale e lavoro. Noi siamo ben lieti che il mordace critico della rivista economica francese gliel'abbia mossa tale accusa, perchè qtulche cosa di analogo gli avevamo detto anche noi nella stessa occasione. Del resto bisogna intendersi sul valore della parola socialista. Il De Iohannis nel senso rigido dei marxisti non lo è affatto. Però non è più l'ortodosso di una volta per quanto egli si·· tenga a volere essere giudicato tale. Egli si rammarica di una cosa che per noi è un titolo di onore. NICOLA D'AMATO: <IJaAdua ad Addis-Abeba. Ricordi di un prigioniero. Salerno. A. Volpe e C. L. 2,50. Non si possono leggere questi ricordi di un prigioniero di Adna senza commuoversi pensando al valore dei nostri soldati ed ufficiali in Africa spiegato inutilmente, ed alle loro infinite sofferenze; nè si possono menomamente riassumere perchè tutto vi è interessante ed esposto drammaticamente. Poichè in questo bravo ufficiale medico, qual'è il D'Amato, c'è la st0ffa di un artista. La lettura dei suoi ricordi v'incatena come quella di un romanzo sensazionale e non vi fa nemmeno accorgere che manca nel libro l'ordine, l'euritmia d altre qualità che ordinariamente si sogliono cercare: così avviene che nella battaglia di Adua voi conoscete ciò che sa e ciò che pensa lo scrittore verso la fine del libro, quando già siamo vicini alla descrizione della marcia di ritorno verso l'Italia. Nel libro c'è di tutto: la psicologia, i costumi, gli episodi caratteristici dei vinti e dei vincitori, delle donne e degli uomini, dei capi e degli umili. Vi trapela da ogni parte odio o disprezzo verso gli abissini e i francesi, verso Taitù e Makonnen. Lo stato di animo in cui si trovava l'autore mentre scriveva spiega il fenomeno, che non si può dire suggerito da partito preso. Il D'Amato, infatti, di abissini e di francesi dà qualche macchietta simpaticissima, che testimonia della sua imparzialità. Non c'è una sillabl espii.cita contro Barattieri ; e si comprende e loda il riserbo. Non si comprende, però, che in Adua e ad AddisAbeba gli italiani siano stati tutti se non eroi esemplari militi del dovere. E passiamo sopra volentieri a qualche altra osservazione critica, che potremmo fare, in grazia dell'interesse vivissimo che des:ano i ricordi di questo eccellente discepolo di Esculapio, che per curare e guarire deve anche possedere due condizioni che riescono tanto gradite agli ammalati : il buon umore e l'ottimismo. Prof. EDUARDOCrnBALI: <IJdlostaiopresentedel dirillo internazionalee dei moi futuri progressi. Roma F .Ili Bocca 1897. La mia ineleggibilitànel concorsodi Siena. Roma 1898. Nel primo scritto il Cimbali caldeggia col suo solito vigore il trionfo del diritto tra gli Stati mercè la costituzione della Co11federaz.io1d1egli Stati, che non ,·orrebbe sostituita dallo Stato federale che sopprimerebbe la injipendenza e la personalità dei siugoli stati. Un alta ragione di opportunità, a parere nostro, consiglia la Confederazione: lo stato federale assai più difficilmente verrebbe accettato dai singoli Stati. - Il secondo scritto è una carica a fondo contro la Commissione che dichiarò l' A. ineleggibile nel concorso per la cattedra di diritto internazionale nell'l,niversità di Siena. L'ingiustizia fu evidente, ma non è stata la prima nè sarà l'ultima che renderà italianamente celebri le Commissioni esaminatrici. EDWARD BELLAM,:Eguaglianza. Traduzione italiana - Remo Sandron. Milano-Palermo 1898. Volumi due. L. 3. Ben ha fatto l'intelligente cd ardito Sandron a darci la traduzione di questa Eguaglia11~a che fa seguito al fortunato Loocki11sBackward, che come i libri di George è stato tradotto in tutte le lingue ed ha avuto immense edi,ioni in America. In questi romanzi sociali l'intreccio coma poco; l'interesse sta nella divulgazione delle idee socialiste fatte sotto forma attraente. Al Bellamy - morto nel vigore degli anni pochi mesi or sono - si rimprovera di non conoscere gli uomini descrivendoceli diversi e migliori di quelli che sono. Diavolo I Ma se egli. si occ~pa degli u_omini dell'avvenire ... I personaggi di Eguagl1a11z.a vivono e agiscono come dovrebbero vivere e agire gli uomini dopo compiuta una rivoluzione sociale, che dovrebbe trasformarli ; come li fa vivere \Villiam Morris nella sua Terra promessa. La rivoluzione del Bellamy, a differenza di quella del grande artista inglese, avviene senza violenze e senza rappresa&lie; la municipalizzazione dei servizi aveva preparata la strada alla grande impresa. Lo stato non fece che applicare il suo principio a tutta la produzione. I capitalisti non furono nè espropriati, nè massacrati, ma costretti o a consumarsi o a trasformarsi e divenire tutti lavoratori. Cosi dopo due aenerazio~i l'umanità si trovò senza l'incubo del capitalisn~o, nel regime della più perfetta eguaglianza economica, libera da ogni pregiudizio ereditario e religioso. I cosiddetti socialisti scientifici respingono ogni solidarietà con questi romanzi, che prestano il fianco alla critica; sarebbe, però, ingratitudine il negare che queste utopie hanno giovato alla propaganda delle nuove idee più delle aride elucubrazioni della scienza, che, del resto hanno prestato il fianco alla critica quanto le ricostruzioni utopistiche della società futura. ' · Annuario del 'l{iformatorio di E/mira nelloStato ili NewYorli. Anno 1897. Gli studiosi della criminologia non possono fare a meno della lettura di queste interessantissime relazioni sui risultati ottenuti in ciascun anno nel riformatorio di Elmira. Questo è il tipo delle prigioni, quali dovrebbero essere e quali speria- ~o che Shranno, in uno Stato che eserciti la funzione punitiva non ~er vendetta. o per criteri metafisici o religiosi, ma nel vero mteresse sociale, e senza escludere quello individuale degli stessi delinquenti. I principi direttivi del Riformatorio di Elmira sono questi: 1° la peoa dev'essere indeterminata in quanto alla durata· 2° il trattamento cui devono essere sottoposti i detenuti ~on può essere identico, ma deve adattarsi alle singole condizioni morali, intellettuali e fisiche dei medesimi. In quanto alla indeterminazione della pena si capisce che sollmente un direttore della prigione può giudicare se il delinqu. nte può essere rimesso in libertà sznzl pericolo sociale. È bene, però, che si avverta che la latitudine consentita al direttore del Riformatorio ha un limite : e' è un maximum al di là dd quale n-in può prolungarsi la prigionia. Per ciò che si riferisce al trattamento bisogna leggere questi a111111ari - elegantissimi nella parte tipografica e stampati nello stesso Riformatorio - per formarsene un concetto adeguato. Perchè esso riesca efficace si tengono registri nei quali c'è la storia di ogni detenuto - nella quale si tiene gran conto della eredità - e si misurarono, per cosl dire, 11 senso mcrale lo sviluppo iutellettuale, le condizioni fisiche, l'educazione 'professionale di ciascuno. Ogni cura, perciò, nel Riformatorio viene rivolta a coltivare i lati deficienti e ad armonizzarli tutti in guisa che il delinquente tornato in libertà possa bastare a sè stesso e non essere di peso o di pericolo per la società. Torneremo ad occuparci di questi sperimenti in altra occasione ; concludiamo, intanto, osservando che nel Riformatorio di El mira viene accettato ed applicato tutto ciò che c' e di buono nelle dottrine del LombrJso, e che i risultati sinora ottenuti sono ottimi. Per cambiamenti d'indiri::;::;o dirigersi all'Amministrazione della Rivista Popolare in Roma, Yia Sardegna, 11. 22. Dr. Napoleo11eColaja1111i proprietario, direttore-responsabile. Roma, Tip. Tiberina, Via de' Gigli d'Oro, 16.

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