Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 6 - 30 settembre 1898

{01 'R_WISTA POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI dal Governo centrale contro l'elemento italiano; poi la tradizionale ostilità, contro tutto ciò che sa d'italiano, delle autorità dell'Impero.· Gli sloveni vagheggiano la conquista dell'Istria, se non quella di Trieste, dopo aver per gran parte raggiunta quella della Dalmazia, ed alla loro opera assidua contro la civiltà la tina, nesmn governo italiano ha mai pensato che avesse il dovere di oppor qualche cosa. Le autorità imperiali, non hanno dimenticato nulla ed hanno imparato anche meno. Per esse l'Italia è sempre qualche èosa di sovversivo, gl'italiani gente che solo per certi pregiudizi del governo centrale che si chiamano alleanze, non si devono mandare in galera senza ragione e sottoporre alle vergate sulle pubbliche piazze; per le imperiali e regie polizie, per le imperiali e regie luogotenenze tutto quanto è italiano sta contro « l'imperatore•· Quando viene l'occasione o il pretesto, sloveni da un lato, poliziotti dall'altro, rotte le dighe, abbandonati gli scrupoli, seguono il corso naturale delle loro simpatie e delle loro riminiscenze! E in Italia si sta a vedere. Quasi nessun giornale che dedichi a queste infamie l'onore di un articolo di fondo. È molto se si dà posto ai pru • denti dispacci della Stefani che narrano la cronaca. Il governo pare si sia contentato di una deplorazione dei fatti da parte dell' imperiale e regio luogotenente di Trieste, dopo la quale si è cominciato con più violenza daccapo. Nemmeno la destituzione del direttore di Polizia della città adriatica si è riusciti a chiedere ed ottenere. E si ha il coraggio, dopo ciò, di parlare di sviluppo e di riproduzione del naviglio! Oh! rifate una buona volta, come il Saint-Bon, ordinate la vendita della flotta; e pensate piuttosto allo sviluppo del sentimento di dignità, alla riproduzione del_ carattere italiano! SALVATORE BARZILAI. Raaicrnal~i~~~lica~i ~ s~c alisti Nel numero 30 Agosto di questa « -Rivista " il Socialisloide e ritornato ancora una volta a parlare degli screzi fra radicali, repubblicani e socialisti, e ne ha parlato, come 5ogliono tare per lo più e repubblicani e socialisti, da un punto di vista completamente sbagliato. Pare impossibile che in Italia i partiti estralegali non debbano saper far altro che guardare sempre al passato e non mai all'avvenire ! E certo che nel passato il Partito Socialista si e andato formando specialmente a spese dei Partiti Radicale e Repubblicano; se questo sia stato un bene o un male, e discutibile: se i progressi socialisti sieno dovuti al malanimo dei socialisti e non piuttosto alla disorganizzazione e alla assoluta incapacità pratica dei repubblicani è anche discutibile. Ma quando su questi due interessanti problemi avremo discusso per un secolo, e ci saremo trattati vicendevolmente da rammolliti e da mascalzoni, che ci avremo guadagnato ? avremo noi mutata l'attuale condizione di cose? Non sarebbe meglio smettere il vezzo di far recriminazioni sterili sul passato, e prendere invece le cose come sono, e cercare di preparare, un po' meglio che non si sia fatto pel passato, l'avvenire? Ora in questo momento come stanno le cose ? Se non m'inganno, stanno uel modo seguente : l'estrema sinistra politica consta di tre frazioni, radicali, repubblicani, socialisti, che ognuna da se sola può far poco, riunite insieme possono fare moltissimo. Nell'interesse di tutte e tre le frazioni un'alleanza sarebbe desiderabilissima. È essa pos,ibile, e con che mezzi bisogna cercare di produrla ? Ecco la questione, il resto non merita neanche l'inchiostro che ci si sciupa intorno. lo, che sono socialista, posso dire solo quali condizioni potrebbero facilitare l'ingresso dei socialisti nell'alleanza; sarebbe interessante che la stessa cosa facesse su questa stessa « Rivista » qualche radicale e qualche repubblicano. Sarà questo uno scambio di idee, che naturalmente non potrà impegnare i rispettivi partiti, perche io non ho nessuna veste nfficiale per parlare; ma non sarà forse inutile a chiarire un po' meglio i rapporti reciproci che intercedono oggi fra i tre partiti estralegali. Ciò rosto, le condizicni senza delle quali, a mio parere, un'alleanza sincera e solida fra i socialisti e gli altri non e possibile, sono quattro. I. Bisogna che i repubblicani e i radicali smettano di considerare il Partito Socialista come un usurpatore, come un fratello cadetto che è riescito con male arti ad impadronirsi del maggiorasco spettante di diritto divino ad essi, e che può farsi perdonare la sua usurpazione solo adattandosi a fare da servitore e da lustrascarpe umilissimo ai fratelli maggiori. Se il Partito Socialista sia un usurpatore, non m'importa di sapere ; so che in questo momento esiste, che non è meno forte degli altri due Partiti, che vuole esistere e che vuole svilupparsi. I repubblicani e i radicali questa verità elementarissima finora l'hanno sempre amata come il fumo negli occhi. C'è un collegio conquistato da essi? sn qnel collegio, secondo loro, c' e bandita, e i socialisti non ci debbono metter piede. C'è una lotta elettorale? se i repubblicani hanno mostrata l'intenzione di posare una loro candidatura, i socialisti debbono rinunziare a posarne una loro e debbono votare per il repubblicano. Se i socialisti obbedissero umilmente ai loro comandi, è certo che i repubblicani non avrebbero da lamentarsi dei socialisti e li proclamerebbero i migliori fratellini di questo mondo; ma allor.i che bisogno ci sarebbe che i socialisti formassero un partito a se? potrebbero sciogliere il loro partito e andare a prender gli ordini dal Partito Repubblicano. Se i socialisti pretendessero dai repubblicani ciò che questi pretendono dai socialisti, che cosa direbbero i repubblicani? ci chiamerebbeto matti, e avrebbero mille ragioni. Certo sarebbe desiderabile che i divnsi partiti estralegali si incontrassero più di rado che fosse po~sibile nello stesso campo di lavoro; sarebbe più desiderabile ancora che, data la necessità dell'incontro e dello ... scontro, la lotta avvenisse ad armi cortesi, come una partita allo scopone fra due avversari, che alla prossima possono diventare compagni di gioco. E sotto questo rispetto io son pronto a dichiarare lealmente che i socialisti non sempre usano prudenza e temperanza. Ma siamo giusti, caro Sociali5toide. crede Lei che in fatto di prudenza e di temperanza i repubblicani e i radicali siano dei modelli insuperabili? Sa come stanno le cose? quando i socialisti dàn delle botte ai repubblicani, allora i repubblicani strillano, perchè .... le sentono ; quando i repubblicani dan botte ai socialisti, allora non le sentono e non se n'avvedono ; eppoi i repubblicani non si sentono forse in diritto di picchiare gli usurpatori, i traditori, i guastamestieri, ECC. ecc? I repubblicani e i radicali bisogna che si avvezzino a trattare il Partito Socialista da. pari a pari, a domandargli alleanza non a pretendere da lui una dedizione completa. Solo quando i repubblicani e i radicali avran presa questa salutare abitudine, solo allora si potrà parlare di accordi. Se no, no. Il. Seconda condizione. Bisogna che i repubblicani e radicali si decidano a essere un po' più ... repubblicani e radicali di quanto non siano stati finora. Quando noi vediamo i repubblicani e i radicali amoreggiare ora con

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