Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 6 - 30 settembre 1898

118 'RJITIST A 'POPOLARE 'DI POLITICA LFTTERE E SCIENZE SOCIAL1 « si dispregia il vigliacco, il pauroso, il pedante, colui che non pensa che al proprio immediato vantag~io ; il diffidente, il cui sguardo non è da uomo libero; quegli che si umilia, la specie ca11e nell'uomo, che subisce qualsiasi maltrattamento, l'adulatore, che mendica un'elemosina e tra tutti il bugiardo : - è una credenza fondamentale di tutti gli aristocratici, che il popolo basso sia mendace .... » cc Anche l'uomo aristocratico soccorre a chi è sfortunato, ma non già, od almeno non sempre per compassione, ma bensì per uno stimolo che gli viene dall'eccesso della sua potenza ..... » « \'i vere in un'indifferenza immensa ed orgogliosa: sempre al Ji là - avere e non avère, secondo il proprio arbitrio, le sue emozioni, i suoi pro ed i suoi contro, degnarsi di scen- .dere ad essi, per qualche ora ; inforcarli al pari dei cavalli, e spesso degli asini : - sapendo cioè profittare della loro sciocchezza come si approfitta delle loro focosità. Conservare a sè stessi tutte le trecento superficialità - anche gli occhiali affumicati: giacchè si dànno dei casi, nei quali nessuno deve legger nei nostri occhi, e tanto meno ancora nei nostri buo11imotivi. Eleggere a nostro compagno inseparabile quel vizio birichino e giocondo, che si noma cortesia. E restar padroni delle quattro virtù: del coraggio, dell'avvedutezza, della compassione e della solitudine. » Ecco la morale degli aristocratici, dei superuomini come l'intendeva Nietzsche I Il quale chiude l'epodo con queste parole: cc Ora, congiunti, sicuri della vittoria, solennizziamo la festa delle feste: l'amico Zarathustra è arrivato, l'ospite degli ospiti ! Ecco or sorride il mondo, l'atra nebbia si squarcia, l'ora dell'imeneo tra la luce e le tenebre è alfin giunta .... » .. .... È evidente che qui ci troviamo dinanzi ad un pazzo; ma preferiamo mille volte le sue strane elocubrazioni alle contraffazioni grottesche dei superuomi11i di casa nostra. Ci auguriamo, perciò, che i fratelli Bocca ci diano tra breve la traduzione dell'altra opera di Nietzsche: Così parla Zarathustra. Noi. RIVISTADELLERIVISTE E. 'Bescon: L'arbitratointernazionale la codificazionedel dirittodelle genti. Sono due quistioni connesse che l'ukase russo ha rimesso in moda e che lo diverranno sempre sempre più perchè l'umanità è convinta delle iniquità alla guerra e del danno immenso del militarismo. Si potranno evitare questi mali? Si potrebbero schivare coll'arbitrato e colla codificazione del diritto delle genti. Non è al caso, ma all'azione combinata della diplomazia e del diritto, e sopratutto allo sviluppo progressivo della prati.:a giudiziaria nelle relazioni internazionali che si deve domandare la soluzione dei litigi tra i popoli Di tutte le soluzioni pacifiche delle contese tra i popoli l'arbitrato è senza dubbio il più interessante; e questo mezzo dev'essere esaminato dal punto di vista del diritto e delle possibilità pratiche. L'idea di arbitrato non ha progredito che dal giorno in cui la diplomazia l'ha presa sotto la sua egida. Ha tutta una letteratura ed una storia di tentativi o di applicazioni, che si divide in tre periodi: 1° Abbraccia l'antichità e il medio evo; la pratica arbitrale subordinata alla politica ed alla religione ha rari punti di contatto col diritto. 2° Si apre al momento in cui i popoli di Europa arrivano alla coscienza della loro indi viduali1à e in cui si forma la nozione di un diritto pubblico comune a tutte le nazioni. 3° Nel periodo contemporaneo l'idea di arbitrato sembra in via di realizzare un nuovo progresso col tentativo di prevenire anzichè di pacificare i conflitti internazionali, colla organizzazione di una giurisdizione generale e permanente. La codificazione del diritto dolle genti, che deve servire di base a quc;ta giurisdizione è desiderabile ; ma non è facile per quanti progressi essa abbia fatto; ed è ancora più difficile nella pratica la organizzazione di una Alta Corte di giasti1.ia internazionale, che presuppone la formazione degli Sr.ti Uniti di Europa. Per arrivare agli Stati Uniti di Europa bisognerebbe che le nazioni deponessero le loro rivalità secolari, liquidassero definitivamente il passato, e consentissero a riconoscere l'autorità di questa Alta Corte permanente. Siamo ancora lontani da questo momento ; e mentre e' è da augurarsi che si estenda l'uso nei trattati ddla clausola convenzionale dell'arbitrato riconosciamo che il suo campo di azione si allarga sempre più. ('l{.evuepolitique et parla111mtaire. Settembre). La politicatedescae il protettoratodellemissioni cattoliche. La Germania ha la potenza militare ed economica; avrà fra breve quella marittima; ma essa ha bisogno di quella delle forze morali: vuole rappresentare un principio. Vuole fondere la sua preminenza universale sulla protezione dd Cristianesimo cattolico e protestante. li pellegrinaggio dell'Imperatore in Palestina è una delle tappe per arrivare a questo protettorato per ferire la Francia. L'Inghilterra, l'Austria e l'Italia l'aiutano in quest'opera di demolizione. Solidamente stabilita in China, preponderante nel Levante, in grazia dell'amicizia del Sultano, se la Germania acquistasse i diritti della Francia in Siria coronerebbe la sua formidabile potenza materiale colla potenza morale. Chi può frapporre ostacoli alla realizzazione di questo piano ? La Francia e 11 Papa. Però perchè riescano ad impedirlo si dovrebbe paralizzare l'opera nefasta della burocrazia francese. Il Papa alla sua volta non si lascerà ingannare dalle lusinghe dell'allievo di Bismarck. ('R..evue des Deux 9.fondes. 1° Settembre;. G. Kaljf: Pro-patria. In un quadro pittoresco c' è la storia dei progressi del sentimento nazionale in Olanda. Con larga indipendenza di vedute, alle quali presiede l'imparzialità, sono tracciate le diverse fasi traversate da tale idea riassunta nella divisa neerlandese: lo man/erro. In Olanda c'è ancora molto da fare per raggiungere l'ideale politico ed economico, e la via da seguire non è quella stretta sulla quale i piccoli chattvins d'Amsterdam vorrebbero spingere il paese. Gl' interessi saggiamente intesi comandano il lavoro comune de~li spiriti e dei cuori per cementare l'unione. Questo lavoro ctev'essere secondato da tutte le forze intellettuali della Germania. ( Gids. Settembre). .Amo/d White: La Russia. Mai come ora interessa conoscere le condizioni interne della Russia, per potere meglio spiegare il messaggio dello Czar. La Russia, più d'ogni altra nazione, ha bisogno di pace, non vuole più essere turbata da avvenimenti esterni. È una quiestione vitale, se il grande impero dovesse affrontare una guerra, la ignoranza e la superstizione della sua popolazione, il deboscio della sua burocrazia, la immoralità della sua amministrazione, la mancanza di una borghesia colta, l'odio semitico, la mancanza di un ingegno condottiero la condurrebbero ad una sanguinosa caduta più che alla signoria, come si vuole da qualcuno del mondo. (Nat1011al-Zeit1mg. Agosto). fohn Fore111a11 : Le Filippine. La insurrezione scoppiata in queste isole nel 1896 non ebbe, nè ha mai avuto carattere repubblicano. Non si voleva che rompere il dominio dei preti, riorganizzare la giustizia, in modo che non fossero più possibili condanne senza giudizio, arresti arbitrari, rifare l'amministrazione in modo che non fosse possibile il ladrocinio, allora eretto a sistema. Il capo dell' insurrezione, il generale Aquinaldo, si illludeva di poter formare una repubblica, non è arrivato che ad ottenere il protettorato di una grande potenza. Epperò a codesto uffiJo più che gli Stati Uniti sarebbe atta l'Inghilterra, maestra in questo. Non ci vorrebbe molto per ridare la prosperità meritata alle disgraziate isole. Ferrovie, cultura più razionale, porti liberi, riorganizzazione dei servizi, condurrebbero presto alla mèta, per la quale ogni isolano si è ribellato al governo spagnuolo. (Gegmwast. Agosto). Karl .\Torowitz: All'arte, all'amore. Leggevo, or non è molto, l'ultimo libro, che la Francia, al suon di tamburo e tromba, ha spinto fuori i suoi confini. Voi lo conoscerete già. Intendo parlare dell' lnsaissisable. Le confessioni di una demi-111011dai11e, come si chiama certa gente a Parigi. Più d'uno, prendendo in mano il volume, ha per lo meno pensato di avere a leggere per una settimana almeno scene e descrizioni d'alcova. Quale delusione! Non esito a dirlo il libro è uno dei migliori, che. in questi ultimi tempi abbia letto. Il contenuto? Breve: una donna che nell'amore continuo, nelle braccia di parecchi uomini, non trova niente che faccia battere il suo cuore. Io credo veramente che le confessioni della gentile signora valgono la pena di essere lette. Attraverso ad una monotonia

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