Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 6 - 30 settembre 1898

u6 RIVJST A POPOLARE VI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI per l'esistenza. Ma nel regime a base di proprietà privata la selezione può agire secondo le sue forze naturali o non è invece compressa o traviata? Basta la libertà per se stessa, con la sua unica energia di cui di• spone ad assicurare il progresso umano verso la radiosa meta che fra le nuvole squarciate ne addita il filosofo inglese? In altri termini l'eredità fisio-psicologica delle attitudini migliori è o non è distrutta, o per lo meno resa debole e fiacca dall'altra eredita legale-economica, che assicura il potere e la prevalenza di una classe ? Le domande mi prorompono dalla penna e potrebbero continuare per un pezzo. Ma il lettore discreto se non darà ragione al Labriola che ha chiamato la filosofia dello Spencer la quintes- . senza del borghesismo anemicamente anarchico, non potrà certo consentire che la redenzione dell'umanità possa avvenire unicamente esagerando la massima libertà eco• nomica individuale, FELICE MOMIGLIANO. Apropodsiitcoertienutipliolemiche Gli eterni dilettanti della vita, gli uomini che hanno più buon tempo a questo mondo, i letterati ora stanno polemizzando sull'egoismo e l'altruismo. Inutile quanto fastidiosa polemica della quale pos• sono darsi il lusso solo uomini che non hanno ,un concetto serio della vita, che non ne partecipano vivamente alle battaglie. Chi ha qualche cosa di meglio da fare agisce. E sarà Emilio Zola il quale dà il meglio della sua anima per una nobile causa, e sarà uno dei tanti apostoli della pace, dal Moneta allo ... Czar. Ma essi, essi gli impenitenti arcadi, battagliano intorno a parole e, a sentirli, il supremo fine della vita sarebbe il culto del bello. Ah ! Il bello ! Quante cose, belle e brutte, può nascondere ! Ed ecco saltar fuori l'egoarchia. Non ne abbiamo avuto abbastanza di egoismo ! Occorreva anche predicarlo! Transeat l'affermare come fa uno scrittore del « Marzocco > che la modestia è tutt'altro che una virtù, ed io potrei anche aggiungere che l'ammirazione non è un sentimento troppo raccomandabile, perchè si risolve in una sterile affermazione della propria insufficienza, ma non continuate a considerarmi l'uomo come un essere isolato nello spazio e, quand'anche l'egoismo o la espansione del proprio io, come dicono codesti egoarchi, fosse una virtù, in definitiva, dove, come si manifesterebbe, se non nei rapporti colla società? u Conviene, dice il Lipparini succitato, che l'uomo aumenti in ogni modo la propria forza di vita, rivolta alla conquista della gioia, per sè e per gE altri. Ecce il nuovo verbo, la nuova morale che sente di quel paranoico del Nietzche, le mille miglia. Per carità, finitela, o arcadi. Discut~te fin che volete delle vostre inutili controversie letterarie, ma lasciate in pace la morale, la sociologia, la po· litica che non sanno che farsene di voi. Con le vostre sterili teorie tutti i criteri della vita sarebbero sovvertiti. Che posto, di grazia, rimane allo spirito di sacrificiù ? Non lo sapete, o adoratori del vostro ombelico, che ci sono degli uomini a questo mondo, con vostra buona pace, che considerano povera cosa la propria vita se non è dedicata a una nobile missione? Uomini che amano i dolori, le sofferenze a cui si espongono per i loro fini disinteressati ? Ah! con lo sapete ? Almeno abbiate il pudore di tacere. La vostra morale ricondurrebbe la società indietro di secoli, all'epoca del Rinascimento (ah! come vi sento respirare a pieni polmoni, a questo gran parolone!) l'epoca più infame che abbia dato la vita italirna .. Ah ! non ne abbiamo avuto abbastanza di egoismo, predicatelo, e coi pretesti dell'arte, a sentir voi la suprema parola della vita, fate della vita una cosa artisticamente malvagia, come fu in altri tempi. Provatevi, provatevi. Per fortuna il mondo ha altro per il capo, e non vi ascolta. Perchè, sara anche vero che l'individualismo sarà la parola dell'avvenire ma non è ad esso che vada pronun· ciata, e, se c' è una parola che vada pronunciata è quella divina d'amore che fu pronunciata dal Golgota, come vuole il Tumiati. Le prediche saranno sterili anche in questo senso, ma almeno asseconderanno gli impulsi migliori dell'anima umana. Del resto tali retrogradi predicatori sono la migliore dimostrazione quale meschina cosa sia l'arte quando non serve a fini superiori, quando non ri• sponde a un ideale. Per coonestare il proprio egoismo, essa inventa perfino una teoria tutt'altro che nuova, specialmente in Italia. Guai, guai se tali letterati rappresentassero, secondo la frase del Novicow, il sensoriosociale. Per fortuna essi non rappresentano che una superpetuazione della società, e perciò essi sono e saranno vox clamantis in deserto. E sarà benissimo, per esempio, che nel Belgio, nazione ormai politicamente progredita, l'arte abbia una suprema importanza pure nelle aule del Parlamento, ma nessuno colà diverrebbe rappresentante della nazione in nome del bello, e nessuno colà esigerebbe fosse sacrificata l'igiene pubblica ai capricci dell'arte. In questo senso mi piacerebbe che in Italia sor· gesse una specie di crociata antiletteraria, per rimuovere per sempre l'Arcadia, l'Accademia e la retorica dal nostro disgraziato paese, per sfrondare la vita pubblica dagli inutili germogli accademici, per dare una buona volta alla vita un carattere di serietà che da noi finora non ebbe. Allora l'arte potrà ritornare nel suo antico posto d'onore solo quando essa ritorni nella sua modesta sfera, o non ne voglia uscire se non per propagare le nobili cause e non per propagare sè stessa. Ditelo, lo dirò col salmista, nel vostro cuore, nel vostro giaciglio e state in pensoso raccoglimento. L. L. Al di là del Bene e del ]lale È innegabile: l'Italia che altra volta fu alla testa del movimento intellettuale, politico, economico ed artistico ora è in ritardo; in ritardo di un secolo nella politica, e di molti decenni in altre cose. Ciò può osservarsi anche a proposito della curiosità o dell' interesse che desta Nietzsche. Il povero e grande pazzo di Naumburg era conosciuto e studiato da tanto tempo in Francia, in Olanda, in Germania, nella Scandinavia, e in Italia non se ne aveva ancor:t notizia.

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