Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 6 - 30 settembre 1898

I IO 'RJVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI l'ex ministro dei Lavori Pubblici, resta così pienamente acquisita al giudizio dtll'opinione purblica. Ciò per ora ci basta. Una volta sollevata la questione non può soffermarsi allo stadio presente. Essa si riaffaccuà, senza dubbio, in Parlamento, e allora, è sperabilt-, che essa venga affrontata nella sua interezza, senza veli e senza sottintesi, come richiedono i più gelosi interessi del Paese. La Rivista che non ha tènerezze per nessuna combriccola politica o economica, qualunque sia il nome e le forme che rivestJ, starà, allora come ora, sulla breccia, a tutela della cosa pubblica, lieta frattanto se l'opera sua ha potuto contribuire a mettere sull'avviso la coscienza nazionale. LA RIVISTA. '-../'-...,/~~~~/"',...~~ AproposidtoelsuicididoiEleonoMraarx La chiusa dell'articolo di Gius:ppe Paratore su Eleonor• Marx comparso sul penultimo numero della Rivista, mi s.1ggensce qualche osservaz;one, che affido :dia benevolenza del Direttore, re crede valga la pena di pubblicarla. li Paratore, dopo aver ricordato come la povera suicida con la dolcezza e convinzione, che erano in Lei, se non gli esclusivi, i principali pregi, diceva agli operai : - Si, giorno verrà, in cui i vostri figli non avrnnno a rmnbal/erepiù co11 la mistria. Sperale, sperate ed 1111iteviG. ia essi vi lmiono, i boruhesi essi lo sa1111c0be dJvrrt111wced;rui la VJ,/ra parte di felicità. Avrete, avrete la vostra felicità. :iperate ed u11itevi erompe in questa esclamazione : - Oh andate, andate ed 1wnun:._iatea quell'oprraio, che nelle profonde viscere della terra lavora con l'occhio fisso verso quella contrada futura., stt cui ha da reanare sicura e sovrana la pace e la felicità, che Eleono"raMarx s' è suicidata: raccontategli,raccontategli tutta la triste istoria., ditegli cbe le sofferenze dell'anima sono più spavmlevoli dei bruciori della fame, confessa/euli, m, abbiatene u11avolta il coraggio, confessategli che c~n un pezzo di pane soverchio 110n è risoluto il problema della vita. In 11011d1ella figlia di Marx. Il concetto su esprt'sso non è che un chiarimrnto di quello accennato nell'articolo comparso sulla ste~sa Rivista nel numero del 30 Aprile ad opera dello stesso autore e sullo stesso argomento. Egli allora ricordava a « coloro cbe co11dispi·ezzo parlano dell'indivit.luo inginocchiati innan-,i al tempio della sotietà » che « ci son dei momenti nell'anima umana, nei quali l'umanità, la socie/a, i1111anza.il dolore che ~f11igged, iventano una larva ridicola e la cosciwz.adel profrio Jo assume forme gigantesche ,, e seguitava più giù: « O vecchioMarx ...... tu rico11oscerai magqri ili erroi·i della tua opera, tu che volesti sovrap- . porti alta. natura ». Or questi concetti, che mi pare diftèriscano poco dalle affamazioni di certi avversari del socialismo, che credono distruggerlo asserendo che esso si riduce ad una volgare quistione di stomaco e che anche quando fosse possibile l'uguaglianza economica delle classi, questa non basterebbe da sola ad eliminare tutti i mali che travagliano l'umanità, non credo sieno in perfetta dipendenza del caso infelicissimo della povera Eleonora Marx, nè abbiano da per sè un valore contro la dottrina e la propaganda socialista. E benchè quelle obiezioni li sieno state più volte vittoriosamente confutate da compagni assai più valevoli di me, pure non mi sembra sia opera vana ribattere sull'argomento, se a persona colta ed intelligente come il Paratore certe verità non riescono ancora così chiare come a noi pare dovrebbero essere. Anzitutto, anche quando la sgregolata e corrotta vita dell'Aveling fosse la causa esclusiva del suicidio dell'infelice Eleonora, non saprei perchè - ammesso che noti lo si faccia d.ti socialisti coscienti - si dovrebbe, solo per questo, ripetere agli operai che con un pezzo di pane soverchio non è risoluto il problema della vita. Certo, il problema della vita è qualche cosa di più ampio di più illimitato che non sia la riforma sociale; questa si connette a quello ma non lo comprende tutto. li socialismo non presume di aver trovato le colonne di ~rcole del progresso umano, la panacea che guarisce la società da tu;t1 i mali che la travagliano, esso non spera di poter raggiungere la massima felicità per tutti, la perfettibilità ultima dell'uomo e della societa. Oh, ancora in regime socialistico gli uomini non saranno angeli, nè tutti saui, nè completamente felici, anche perchè alla felicita eterna e completa non credono che 1 teologi, i quali per altro la relegano in par.tdiso, val quanto dire un tantino lontano! La vira umana è lotta nella sul essenza, nella sua natura, nella sua esplicazione; lotta contro il mondo esteriore cui ci spingono i bisogni sempre maggiori della civ1lta, determinanti le conquiste del!' ingegno umano e la crescente soggiognzione delle forze fisiche naturali, in una parola il progresso sotto le sue variate forme. Prima ancora che una riforma sociale si attui, già si delineano sull'orizzonte politico e civile dd popoli e delle nazioni altre idee, altri ,rincipl che preconitzono iJeali più progrediti, e lo sviluppo della civiltà altro nou è se non la storia della filiazione di istituti, di abitudini, di sentimenti procedenti, per una via di miglioramento continuo, gli uni dJgli altri. E la lotta eterna di Prometeo contro Giove ! Ciò posv1 non bisogna chiedere al socialismo una società che a ,sicuri a tutti la felicità eterna, la pace perpLtua del co, po e dello spirito ; basta che essu ci d·a la possibilità d'un assetto sociale in cui molte vergogne della societ;\ nostra e le maggiori e più ributtanti non sieno possibili, basta che esso segni un progresso di fronte alla tirannide capitalistica, che intristisce in mille modi le sorgenti della vita. E però - sia pure che un pezzo di pane soverchio non risolva il problema della vita, ciò non toglie che se è possibile di dare un pezzo di p3ne a chi lavorando soffre il digiuno, bisogna aste• nersi, perchè esso non costituirà la completa felicità dell'infelice. Passiamo adesso alla volgarita del ventre. Passi pure che il socialismo intenda solo - e ciò per altro non è - ad assicurare un pezzo di pane di più a chi ne ha di bisogno. ~on vi par egli che valga la pena di · lottare per questo ? Oh! dite, dite un po'; non dipende forse da una sana e adeguata nutrizione lo sviluppo della personalità fisica; e le forme anche le p;ù elevate dell'intelligenza e della psiehe non son esse in relazione col fenomeno della nutrizione? E vi par egli che sien cose da trascurare la salute materi,de e morale delle masse, il loro miglioramento intellettuale ? Senza una certa alimentazione ·ed un certo rapporto, fra il n:::oto e il riposo, che ne permetta l'assimilazione non si forma Ja materia grigia del cervello, senza cervello l'intelligenza e la psiche non funzionano regolarmente. li Quatelet, uno dei padri della scienza statistica, ha potuto dimostrare nella sua fisica sociale che dal 1826 al 1844 il numero dei delinquenti in Francia variava col prezzo dei cereali; - Lord Loftus (nei Commerciai Reports del 1869 pag. 55-6b) ci fa notare che le cucitrici, le ricamatrici ecc., che lavorano per grandi magazzini e stabilimenti a Berlino si danno per la maggior parte alla prostituzione, causa l'insufficienza dei salari, e la statistica di tutti gli stati - non fa d'uopo ripetere le cifre -, con le varie percentuali di morti,

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