88 RIVISTA POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI si potrà sopprimere finchè il Governo starà a capo dell'attuale assorbente ed irresponsabile organizzazione burocratica, e finchè disporrà di tutti_ quei. mezzi e q~ell~ abitudini di corruzioue con le quah ora I governanti 11e1 paefi parlamentari sanno moditicare e falsificare i responsi delle urne. Invece dunque di un regime di disc~ssione, a di~ ver~ assai imperfetto, avremmo la fine quasi_completa d1 o_gn1 discussione efficace ; si tornerebbe perciò ad un regime molto simile a quello as:olutista di cinquant'anni addietro, aggravato dai vi:d contratti intanto dai _gover?ati, dai governanti e dai loro strumenti durante 11 penodo parlamentare, e reso più pericoloso dalle _risorse infinita· mente maggiori delle quali ora dispone 11 supremo potere. VI. Concludendo dunque ci pare che i due rimedi ora tanto ventilati appartengano alla cat~goria di quei _sen:iplici specifici dai quali i medici d1 un tempo s1 npromettevano la guarigione di mali ~o~to varii e ~nolt~ complessi e che avevano senza dubbio 11 vantaggio d1 risparmiare ai curatori qualunque studio per l'esame etiologico e clinico dei malati che essi pretendevano di gua~ rire. In politica neppure oggi è terminata !'epoca d1 questi specifici, che trovano la loro spiegazione nella voglia di guarir subito e senz~ fa~ca, nel_!'i&nora~za ignava che aborrisce dallo studio dei comphcau e difficili problemi sociali e che possono essae serr pre da un abile réclame molto accreditati. In fondo, per come è ri. •puto, i guai del Parlamentarismo banno nei paesi del co1.o,inente europeo una base ed un fondamento comune: i I' JP,Olilatini insofferenti dei legami e ~elle ~ostrizioni deh'assolutismo, forma di governo che m ventà poteva dirsi a. •iquata anche per le loro _condizi~ni sociali di circa ur. secolo fa, vollero per uscirne al più presto adottare di p, so istituti stranieri, che non erano un :iortato della loro ·•oria, ed ai quJli le condizioni della \oro società, la pote,. ~ialità e ['_equilibrio dello loro forze politiche non erano i ;,iù adatti. ~ttua~a, dopo un periodo di lotta, che durò ;econdo I van paesi da c1rc~ un quarto a più di mezzo -~colo, la nuova for_ma. ~1 governo, tutto lo sforzo intellcttu_ale delle classi .dmgenti dov~v~ esser rivolto a studiare sè ste~se. ed 1 popoli che dmgevano, a scrutare dove stasse pnnc1palmente la disarmonia tra le condizioni delle nostre società ed il nuovo regime politico, ~ preparare in modo !c!lto_ ma continuo una trasformazione delle nostre cond1z1001 sociali per adattarle ai nuovi istituti politici ed a modificare questi là dove l'adattabilità nostra fosse apparsa addirittura impossibile. . . Ci si passi la metafora, sarebbe stato necessano sviluppare con opportune norme igieniche i muscoli del corpo per adattarli a sopportare la corazza che ad esso si era addossata ed alleggerire la corazza stessa o modificarla là dove si vedeva che il peso era incornportahile. Or auesto lavorio di adattamento reciproco, la ~enerazione ·che ci ha oreceduti non l'ha saputo o non I ha potuto compire, noi senza far recriminazioni constatiamo il fatto; e ne è venuto che il regime rarlamentare ora subisce una crisi, che predetta e prevista da a le uni pensatori circa quindici anni fa, ( 1) ora comincia ad essere apparente anche per gli oc~hi del volgo: . . Ma per carità che non s, pretenda d1 uscirne e d1 risolverla con criteri volgari. Impariamo una volta ad osservare, studiare, conoscere noi stessi; chè, in ltalia specialmente, troppo fin qui abbiamo tenuto d'occhio i modelli stranieri la cui nozione non val nulla quando non si sa adattarli alle risorse ed ai bisogni proprii. Studiamo il modo di aumentare la nostra ricchezza, di ac- (I)Si può consultare in proposito un articolo c!el Bonghi pubblicato nella .\JuovaA11tologia del 1884 nel quale si accennava a parecchi autori che avevano trattato allora dei difetti del regime parlamentare. Il titolo dell'articolo « Una quistione grossa ,, era già sintomatico. crescere la nostra potenzialità intellettuale, specialmente nelle scienze polit;che ed economiche nelle quali è povera assai, di usufruire dei nostri migliori elt:menti morali e di tenere a freno i peggiori. E per raggiungere quest'ultimo scopo, che è il più importante, occorre modificare lentamente, ma razionalmente non il Parlamento soltanto, ma tutta la nostra macchina burocratica ed amministativa togliendole ogni attnbuzione superflua, e disciplinando le altre con . un regime di responsabilità reale ed effettiva di ogni pubblico funzionario e di ogni autorità elettiva. Ed in quest'opera lunga, scabrosa e paziente occorre di avere sempre presente l'antico assioma politico che l'uomo al quale si affida un potere arbitrario, l'abbia egli per mandato di un'autorità superiore o per delegazione del popolo, è portato ad abusarne o meglio ad usarne a vantaggio pro• prio anzichè a vantaggio del pubblico. Rammentiamo sempre che l'unica maniera di tener nei limiti della legalità chi è chiamato ad applicare la legge è quella di far sì che egli non abbia alcun interesse personale o di partito ad uscirne, e che debba render conto a chi non ha nè può avere in proposito un interesse identico al suo e non è suo dipendente; e con questa guida troveremo subito la via della nostra rigenerazione morale, troveremo i modi pratici per rinnovare pezzo per pezzo tutta la nostra macchina politica, burocratica ed amministrativa e per renderla strumento di educazione e di giustizia, anzichè madre di sopruso, di malcontento e di abiezione. Ptr tutto ciò ci vorrà tempo, studio, CO$tanza, ma la vita politica sub:sce la legge comune di tutti gli altri rami di attività umana, che nulla si fa col nulla e che solo un diuturno, attento e coscenzioso lavoro dà risultati utili e duraturi e non quei risultati apparenti, che invece di giovare al mondo servono solo a divertirlo ed a gabbarlo. Uhe se invece siamo incapaci di raccoglimento e di lavoro, se dopo aver constatato la realtà dei nostri mali, (e non si può fare altrimenti perchè ~ssa s' impo_ne_colla sua evidenza e colle sofferenze morali e mattnah che produce), non vogliamo perder tempo a studia~ne seriamente i rimedi, allora adottiamo pure la ta:1cmllesca misura della riduzione del numero dei deputati; oppure facciamo meglio ancora, rinnoviamo, peggiorandolo _e senza la scusa della quasi necessità, l'errore che commisero i nostri padri circa cinquant'anni fà ~uando _vollero copiare il Parlamentarismo_ inglese. Adotu~mo d1 ~un_to in bianco un'altra forma d1 governo stramera, sostituiamo l'etichetta tt:desca a quella inglese, senza aver nulla preveduto, nulla preparato perchè alla n~?va. etic_he_tta corrisronda la sostanza delle nostre cond1z1001 ~oc1a!1e dei nostri ordinamenti burocratici, senza esserci pnma provvisti di tutti quegli istituti. giur:idici ad. ~mministra•- tivi che il novo tipo di organ1zzaz10ne pohtJca presuppone e richiede indispensabilmente per il suo retto funzionamento. E poi avremo forse l'ingenuità di ma:avigliarci . se esso darà fra noi frutti ben differenti che m Germama; e grideremo all'immoralit:\ del nost~o popolo, alla decadenza irrimediabile della razza latina. Decade~za che consiste tutta ntll' ignoranza e nella leggerezz~ d1 quelle classi che ora a diritto od a torto, e forse più a torto che d diritto, sono alla testa del movimento intellettuale e politico delle nazioni latine. G. MosCA. Il lramontoeaaschiavitù Mentre la facoltà di lettne e filosofia della Università di Pavia decideva che non dovesse rinnovarsi l'incarico dello ins~gnamento della Storia ad Ettore Ciccotti; mentre il Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, inspirandòsi, più che altro, a criteri poliiici, iofliggev_agli una punizione discipliuare, i fratelli ~oc_ca(I) ~ub~hcavano un magnifico volume della loro 81bhoteca di Se1enze
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