Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 5 - 15 settembre 1898

86 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI - trent'anni or sono, un Cristiano Lobbia, valoroso ufficiale del!' esercito, che si rassomigliava, sebbene alla lontana, all'ufficiale francese splendido per virtu civili e militari; ma lo abbiamo lasciato morire di crepacuore, nell'abbandono desolante, dopo avere perduto il grado per avere agito da cittadino onest.o e coraggioso; mentre per Picquart l'ora della riparazione trionfale si avvicina. In _Francia, Henry, il falsario scellerato, scoverto si taglia la gola; il Italia il giudice, che condannò iniquamente il denunziatore dei furti della regia cointeressatadei tabacchi, rimase -indisturbato nella magistratura, anche dopo riconosciuta l'iniquità, e mori, ricompensato col posto di Presidente di sezione della Cassazione. Ed a conforto dei buoni non vogliamo lasciare questa pagina della nostra storia senza accennare ad un incidente che ci fà onore. Era tanto mostruosa l'accusa che si scagliava contro Cristiano Lobbia, e che condusse alla sua condanna dal governo del tempo, presieduto, se mal non ricordiamo, da un generalt", che il Procuratore del Re Borgnini e il Procuratore &enerale Nelli si dimisero sdegnosamente per non subire le disoneste pressioni del Ministro di Grazia e Giustizia. Altri temri ! Oggi ne siamo a questo : la magistratura è discesa tanto che un Ministro - Santa Maria Nicolini - può passare per un eroe solo per ·essere scappato dal Palazzo Firenze .... In Francia dinanzi alla semplice irregolarità di procedura - di altro, da principio, non parlavasi nella quistione Dreyms - sorge gigante Zola e tuona : ]e accuse! L'accusa, attraverso a vicende varie e dolorose, fà la sua strada, e il reo - Lo stato maggiore - è ·già sullo sgabello dei delinquenti. L'ora della riparazione per il grande scrittore è prossima. In Italia Felice Cavallotti accusa colla convinzione e colla calma di Zola; insiste nell'accusa coll'energia se non colla eloquenza di J aurés, ed accumula le prove e le diffonde; ma invano! Egli lascerà la preziosa esistenza in uno degli incidenti, che SI connettono alla grande lotta combattuta contro la disonestà con vigore di atleta, con entusiasmo di apostolo, mentre l'accusato rimarrà impunito non solo, ma potente ed applaudito. · Meno male se queste differenze fossero di ordine individuale; se la inferiorità nostra fosse semplicemente nella qualità e nella fortuna dei protagonisti; ma pur troppo è il confronto della collettività, che ci riesce a·ssolutamente disastroso. In Francia popolo e parlamento da principio sposano la causa del militarismo, perchè la credono santa e giusta; perchè vedono - per quanto erroneamente - nel mostro maledetto la salvezza e la grandezza della patria; perchè giudicano cne l'esncito non debba essere esautorato, colla discussione della sua infallibilità, se deve guidare la Fraocia all'agognata revanche. Non c'è alcun dubbio per noi: le passioni, che formano il fondo di tali convinzioni e di tali pregiudizi sono malsane, anzi deleterie. Riconosciamo però, che nella manifestazione delle passioni e delle convinzioni c' è la sincerità, c' è l'energia, c' è la vita. Che cosa pensare di questo popolo d'Italia che assiste indifferente al proprio disonore ed ~lla propria rovina; che è convinto della colpa dell'accusato e lascia soccombere tranquillamente l'accusatore; che tollera rassegnato, quasi plaudente, ogni violazione della legge e dello Statuto? Che cosa pensare di un Parlamento, che non respinge sdegnosamente un'accusa perchè la crede e la dice infondata, ma rinunziando all'ultimo riparo della menzogna e della ipocrisia, si getta a capo perduto nelle braccia del cinismo e sentenzia : la quistionemorale non m' interessa ? Si, avete ragione ottimo Colonnello Ruggero: in Italia non si vedono piu certe cose che si vedono ancora in Francia. In Italia non si vedono i ministri falsari o concussionari o liberticidi prendere l:1 via della galera. In Italia non si vede il popolo discutere appassionatamente dei propri interessi, difendere il proprio onore e la propria libertà .... Oh! no davvero, non si vedono. Ne siete contento eccellente Colonnello Ruggero ? Lo crediamo facilmente. Ebbene: tenetevi le vostre credenze, non dimenticate che i nostri Tribunali militari sono tanto infallibili quanto i francesi, e continuate nel vostro nobile mestiere di condannare le migliaia di cittadini che tumultuarono incompostamente e criminosamente per fame. Questo spettacolo non si è ancora visto in Francia perchè, in questa fine di secolo, è nostro, tutto nostro, il primato della miseria, del delitto e dell'analfabetismo. E se lo permettete, con Enotrio Romano aggiungeremo : la nostra patria è vi!e. LA RIVISTA. DI DUE POSSIBILI MODIFICAZIONI NEL SISTEMA PARLAMENTARE V. Se poi andiamo ali'altro dei rimedi proposti, cioè al cambiamento del regime parlamentare che i paesi latini malamente hanno imitato dall'Inghilterra in quello semplicemente costituzion3le adottato in Germania, non è piu difficile di rilevare gl' inconvenienti, per non dir altro, che a questo cambiamento sarebbero inerenti. ln favore di una evoluzione del regime parlamentare nel senso indicato, (evoluzione che molti definirebbero senz' altro un notevole passo indietro), si adduce il fatto che tanto nello Statuto italiano quauto nelle Carte fondamentali di altri paesi, per esempio del Belgio e della Francia, non vi e alcuna disposizione tassativa che prescriva o anche indichi che il Capo dello Stato debba cambiare il Gabinetto a seconda delle mu! tevoli maggioranze parlamentari (r). Però se è vero che in Italia ed altrove la forma di governo parlamentare no'l si è stabilita in base a:ldiritto pubblico codificato, ma per via di una serie di concessioni e di interpetrazioni degli Statuti e Carte fondamentali tacitamente richieste dalla pubblica opinione _e tacitamente consentite dai Capi degli Stati, ciò significa che, perche a queste concessioni ed intcrpetrazioni si venga meno, occorre anzitutto un cambiamento radicali: nella pubblica opinione. - Ed un cambiamento che non rappresenti soltanto il disgusto degli uomini e delle cose presenti, ma che risponda all'adozione generale di una nuova dottrina politica in cambio di quella della sovranità popolare, che le classi dirigenti finora ~eneralmente accettano e conservano, forse perchè la loro leggerezza e povertà intellettuale le rende inette a trovare o ad apprezzarne una migliore. (1) Questo argomento fu addotto e sviluppato dall'on. Sonnino in un articolo assai notevole per la persona che l'aveva scritto, che venne pubblicato nella .\•uova A11tologia del 1897. L'articolo nel quale si sosteneva la opportunità di fortificare in Italia il potere personale del Re era infatti intitolato : « Torniamo allo Statuto "·

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