RIVISTA POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI serve i giornali inglesi, e sono addirittura avversi alla grande iniziativa, la maggior parte dei giornali francesi ad eccezione, s'intende, di quelli socialisti; dd Temps, che pur facendo riserve, adopera un linguaggio elevatissimo in favore della pace e dell'umanid, e del Figaro, il cui raro ottimismo arriva a sperare dalla proposta dello Czar, la soluzione equa della questione dell'Alsazia e della Lort:na, che oggi costituisce il più grande ostacolo per la pace. Alle riserve inglesi ed alla avversione francese - mal dissimulata nei guerrafondai italiani - fanno contrasto l'entusiasmo e l'acquiescenza completa della stampa tedesca. Questa esplosione di altruismo nella Germania, che in questi ultimi quarant'anni ha fatto le più grandi guerre ed ha provocato alla follia degli armamenti, si spiega subito e umanamrnte riportandoci ad un'altro precedente in favore della pace. Nel r863 Napoleone III, all'apogeo della gloria e della potenza della Francia, propose, come oggi Nicola II, un Congresso generale degli Stati Europei per la pace- e per il disarmo. Allora la proposta dell'Imperatore francese incontro la diffidenza dell'Europa come oggi la proposta dell'Imperatore russo incontra la diffidenza dell'Inghilterra e della Francia. Perchè questa inversione di parti? Allora la Francia era soddisfatta dello stalu quo e le altre naiioni sentivano un forte disagio politico, dal quale speravano di uscire per mezzo della guerra; oggi la soddisfazione è dalla parte della Russia e della Germania che hanno compiuto le maggiori conquiste desiderabili, e che vorrebbero consolidarle colla pace e non porle a repentaglio per mezzo della guerra. Ecco tutto. In fondo, questi contrasti e questi spostamenti nell'opinione pubblica, riaffamano che alla pace vera e duratura non si può pervenire sino a quando non si assiderà la medesima sulla b1se incrollabile della giustizia internazionale. E purtroppo siamo ben lontani dàl vedere assicurata questa base. non ostante il vago accenno che alla medesima fà la circolare del Mouravieff, opportunatamente commentato dal M.oscowskiaViedomosti. Se la pace dovesse fondarsi sulla giustiz:a, ed il Congresso dovesse discutere di quest'ultima ammettendo implicitamente le opportune correzioni ai confini attuali degli Stati, allora, con certezza, il malumore scoppierebbe irrefrenabile in Germania e nell'Austria-Ungheria, che dalla proposta si sentirebbero minacciate di una diminuzione. Il malumore diverrebbe generale - sottraendovisi soltanto l'Italia e gli altri piccoli Stati di Europa, che non hanno assaggiato la gran torta colonialt: o ne hanno fatto una indigestione -=- qualora si volessero davvero eliminare tutte le cause di guerra, che oggi risiedono principalmente in Africa e nell'Estremo Oriente! La pace, adunque, non seguirà immediatamente alla proposta dello Czar; ma la sua parola nobile e generosa non andrà perduta. Le grandi utopie non si realizzano in un anno o in un decennio; forse nemmeno in un secolo; ma tutto ciò che contribuisce aJ illuminare e creare la pubblica opinione in favore di una causa santa, serve meravigliosamente per prepararne ed affrettarne il trionfo. Se la voce degli scienziati e dei filantropi è riuscita sinora tanto efficace nella propaganda per la pace, da oggi in poi con maggior lena e con mag• giore efficacia, essi potranno continuarla, perchè contro di loro non oseranno rivolgere l'arma del ridicolo i ciarlatani, gli opportunisti, i bassi speculatori sulle miserie e ~ul'e sofferenze umane: essi sono troppo vili e troppo cortigiani per potere per,nettersi il lusso di deridere ancora gli utopisti della pace: temerebbero di offendere lo Czar, che· si è chiarito il più grJnde utopisu di questa fine di secolo! Gli amici della pace possono dichiararsi !it::ti e soddisfatti degli ultimi avvenimenti: il loro ideale ha ottenuto il suffragio del più potente sovrano di Europa; e il loro nemico - il militarismo - ha ricevuto un colpo mortJle, da cui difficilmente si rileverà. Lo Stato Maggiore francese ha dimostrato al mondo che la Caserma non è stata, in Francia s'intende, scuola di virtù e di abnegazione, ma ha condotto alla miseria prima e dopo alle immoralità ed al disonore. Dr. NAPOLEONE COLAJANNI. Anche prima che finisse lo Stato d'Assedio, il Secolo è tornato alle antiche battaglie accolto da tutti gli uomini liberi come una corrente ossigenata in un ambiente corrotto Jai miasmi del pu· trido. La Rivista saluta da RomJ, con mille augu· ri di prossime e continue vittorie, il valoroso giornale di Milano così benemerito della Democrazia, e quindi naturalmente così odiato dagli arrabbiati del conservatorume italiano. L'assassindioell'Imperatrdic'Aeustria La mano assassina di un bruto, che posa ad anarchico, ha finito con un colpo di pugnale al cuore l'imperatrice d'Austria che nel più stretto incognito, per espressa e recisa sua volontà non sorvegliata da nessuno, tranquilla e sicura con una sola donna di compagnia viaggiava per la Svizzera, sempre ospitale per tutti. I reazionari confondendo ad arte assassini ed utopisti, sacerdoti del delitto e adoratori d'un irrealizzabile ideale d't'guaglianza e d'amore, Caserio, e Lucheni con Eliseo Reclus e Kropotkine, e, non solo, ma Anarchia e Socialismo - due dottrine perfettamente antagonistiche - sogghignano, e, - an.:he loro propagandistidelfatto ! - già invocano ad altissima voce - feroci nell'odio come tanti Torquem:.da - persecuzioni e manette, ferro e fu oco, nuovi tormenti e nuovi tormentati contro tutti, contro tutti quanti non giurino sul loro Vangelo. Ma che importa ! Noi non ci lasciamo trasportare dalle bizze meschine che potrebbero chiamarci sulle labbra parole amarissime contro coloro che colla mancanza di libertà, col malessere economico, coll'anarchia morale sono i veri fattori dd profondo malore che avvelena la società moderna in disfacimento. Dinanzi a un delitto, e a un delitto rel modo e nella circostanza con cui è stato compiuto dall'assassino nella civilissima Ginevra, non è il caso di far delle polemiche. No. M,1 noi non opportunisti d'indignazione, noi repubblicani, seguaci
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