'R__lVISTA 'POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI l'interesse loro generale e del patriottismo. Fuori di là si cade nella farsa; ed è una farsa, che gli ufficiali di marina, i proprietari di cantieri, i costruttori, gli armatori ritengono patriot· tico l'aumento delle costruzioni navali, qua11doessi 11easpettano i profitti, e gli altri so11cl,iamali a fame le spese. Tra i sofismi economici addotti in appoggio delle spese militari col candore di chi non sente responsabilità scientifica, bisogna riprodurre e conservare questo: " che le spese per costruzioni navali non impoveriscono il paese, perchè sono spese pagate per intero ai cantieri nazionali, cioè restano in Italia. » Questo argomento lo si potrebbe spin~ere molto avanti. Invece di 300 milioni per nuove costruzioni se ne potrebbero chiedere 5000, o 30.000 sino ad impiegare tutto il capitale disoonibile e tutte le braccia disponibili in costruzioni nanli. Cosi sarebbe risoluta la quistione sociale! Questa riduzione all'assurdo dell'argomentazione dei militaristi ci dispensa da ogni critica. Nè valgono di più i confronti colle spese militari delle altre nazioni : il paragone bisogna porlo colla ricchezza delle medesime. Del resto che cosi valgono certe superiorità lo dica questo fatto : in principio della guerra ispano-americana il nostro ministero della marina considerava la flotta spagnuola un pocopiù forte dell'avversaria! Si dimentica del pari che l'Italia non ha sulle spalle le questioni politiche e coloniali, che hanno l'Inghilterra, la Francia, la Russia, ecc. E meno male che nel momento in cui ricominciava la follia militarista a dilagare, due eventi inattesi, fulgido l'uno e lugubre l'altro, sono venuti a dare addosso al militarismo: il rescritto dell' imperatore di Russia pel disarmo, e l'arresto e il suicidio del fals1rio al servizio dello stato maggiore francese I (Gioma/e degli eco110111isti. Settembre). Pro libertate. A chiunque abbia fede nella libertà e nei benefizi che essa porta, tanto più intensi e fecondi quanto più, malgrado ogni tentazione, essa è rispettata, deve aver prodotto sorpresa e pena vedere come in Italia sia stato possibile sopprimere in molte provincie la kgge comune e applicare procedure e codici straordinari, senza che sorgesse quasi da nessuna parte quel sentimento, non diremo di reazione, ma di dolore e di rammarico naturale in chi si sente costretto di sacrificare il più alto e il più importante dei diritti di un po• polo che si dice, che è, e vuol essere un popolo libero. Le nostre brevi e malinconiche considerazioni, le quali partono dal rammarico che proviamo per la indifferenza mostrJta dal paese quando venne spo~liato delle sue libertà e più ancora per la indifferenza da cui tuttavia è dominato, di fronte al mantenimento delle eceezionali misure, sebbene da due mesi ormai tutto sia tranquillo ed ogni pericolo sembri scongiurato. Questa abdicazione della cittadinanza borghese di fronte a quella militare, è un sintomo che non va trascurato, perchè ci sembra pericoloso. (L'Eco110111isla. 21 Agosto). G. Marchesmi: La questionesocialenella morale e nel diritto. Nell'evo moderno sostituitasi la critica ali' intuizione e al dogma, s'impone colla sua complessità la quistione sociale: le conquiste faticosamente ottenute raddoppiano la fede nei progressi futuri e li accelerano. Fonti massime dei problemi non sono più la divinità e l'oltretomba, ma la natura, la società, la vita attuale : intorno a questi nuclei dd pensiero moderno si addensa non solo la falange dei dotti ma pressocchè tutta l'umanità, essendo comune aspirazione trarre dalla soluzione teorica dei problemi un compimento pratico dei molteplici bisogni e dei nuovi ideali. Tra questi ultimi primeggia e dà la direzione al pensiero e alla discussione l'ideale economico: anzi pare a molti che la quistione sociale sia non più che una quistione economica. Conseguenza di questo fondamentale criterio è che si dia alla soluzione del problema sociale un carattere esclusivo ed unilaterale, mentre diverso riesce il procedimento e diversa la soluzione. Una società civile non può comprendersi se non retta da norme morali e giuridiche, le quali mirino a frenare le tendenze inferiori, che pur sopravvivono nella maggior parte degli uomini. Ora nel dominio etico e giuridico abl-iamo ottenuto conquiste sicure, a cui nessuno, o ben pochi, vorrebbero rinunziare; esse sono un fatto positivo che la soluzione del problema sociale non può smentire; perciò la quistione sociale non è solamente economica, ma trae la sua indole dagli stessi fattori etico-giuridici della civiltà. Possiamo quindi per ora conchindere che la crociata oggi combattuta contro il capitale per l'influenza della dottrina economica deterministica, dovrebbe a buon conto rivolgersi contro le varie forme d'ingiustizie ed immor,1lità che turbano l'equilibrio delle classi sociali, e funestano ogni ramo della vita sociale, cosi dove il socialismo è predicato e diffuso come là dove esso è avversato o deriso. (Il Pensiero Italia110. Luglio-Agosto). 'D. 'N,. Colaja,wi: Sperimentalismdooganale. Si afferma da molti con leggerezza che le leggi che regolano gli scambi internazionali sono leggi assolute ed eterne, che valgono, come quelle dell'astronomia, per tutti i tempi e per tutti i paesi, e da questa premessa si arriva all'apologìa del liberismo. Questa premessa consegue dall'accettazione delle cosidette leggi 11a111.-ali dell'economia politica sulle quali non si. sono trovati mai d' accordo gli economisti e che vengono quotidianamente smentite dall'esperienza sociale. Nel caso speciale dd liberismo e del pro• tezionismo alcuni scrittori si sono valsi dell'esempio dell'Inghilterra che ha rag~iunto um grande prosperità col liberismo e della Francia ch'è 10 decadenza col protezio11ismo per riuscire alla glorificazione del primo ed alla condanna del secondo. La verità è un poco diversa; ed è tanto diversa che gli Stati Uniti P. la Germania ultra-protezionisti, i primi da più di 50 anni, e la seconda dal 1878 in poi, hanno visto aumentare la loro produzione ed esportazione. Il prctezionismo ha dato risultati relativamente buoni anche io Italia e nella Spagna per le industrie protette. E il protezionismo in Germania è stato tanto poco dannoso, che le sue industrie si sono sviluppate in guisa tale da fare forte concorrenza a quelle inglesi. È cosi che l'Inghilterra comincia a pensare alla difesa ed ha denunziato i trattati di commercio con la Germania e col Belgio, che vigevano da oltre trent'anni. La verità storica infine è questa: che non esistono sistemi assoluti e che al mutare delle condizioni dei popoli, mutano i risultati che possono dare ora il protezionismo ed ora il liberismo. Ciò che risulta dall'opera magistrale del Cognetti De Martiis sui due sistemi doganali; e nessuno poteva occuparsi con maggiore competenza di questa quistione come il fondatore del gabinetto sperimentale di econo• mia politica. (Nuova .A11tologia 1° Settembre). Pietro Leroy-'Beaulieu: La ferrovia transiberiara. (Conti11uazio1u). I benefizi di questa grande ferrovia si riassumono ai seguenti : prenderà una parte apprezzabile nel movimento degli scambi tra la China e la Russia, la cui cifra attualmente non sorpassa i 75 milioni; abbrevierà la distanza postale tra l' Europa, la China e il Giappone, da 4 a 5 settimane a soli 15 o 18 giorni. Inoltre la rivoluzione economica prodotta da questa lunga ferrovia non si lrmiterà alla messa in valore del paese che attraversa, per quanto sia considerevole di già questo risultato, ma essa rinforzerà i legami tra le estremità del vecchio mondo. Ess•, rispondendo al pensie,o degli iniziatori, aumenterà potentemente i mezzi di azione dell'Europa sul- !' Asia. D'>po che è stata intrapresa, il centro dell:. politica e dellè ambizioni europee si è trasportato dal Levante mediterraneo nell' Estremo Oriente ; gli avvenimenti che si sono svolti in questo inverno in quei mari lontani non sono che le prime conseguenze della costruzione della Transiberiana. ('l{.evue des 'De11xMo11des, 15 Agosto). 9.fodama 9.(iki Yamaguchi: La scuoladellefigliedei parinel Giappone. « Questa accademia » per le donne dell'alta società fu fondata dall' imperatrice nel 1885. L'editto imperiale promulgato in questa occasione, insiste sulla posizione preponderanre che vi occupano i Kvvazoka (i nobili) nel paese del Mikado. L' imperatore aggiunge: « I grandi privilegi portano con loro i grandi doveri. Perchè noi nobili siamo all'altezza della nostra missione, occorre che le donne chiamate ad elevarci sieno fornite d'una istruzione solida ecc. » Lo Stato si mostrò sin da principio generosissimo per questa scuola ed i suoi edifici costruiti sopra un'area di cinque ettari circa sono importantissimi. La scuola è divisa in due sezioni: scuola preparatoria e scuola di studi superiori. Vi si insegna pure la morale, la lingua chinese e giapponese, l' inglese o il francese a scelta dell'alunno, la storia naturale ; il disegno ; la storia e la $eografia; le matematiche ecc. Vi si trovano pure certi oggetti speciali che si ha forse torto di trascurare nelle scuole femminili di Europa. Cosi per esempio la ikebana (l'arte di disporre i fiori); la c/1a11oyu (l'arte di preparare e servire il the) occupano un posto previlegiato nel programma e nello insegnamento deJl'accademia di Owari-chò. " U110Spognuo/o ,. : Il disastrodellaSpagna. In un articolo di oltre trema pagine!, l'autore si diffonde sulla crisi dinastica in Ispagoa. Passando io rassegna tutti gli errori della Regina reggente, i quali hanno disperatamente complicata la situazione, egli dice che non vi è no partito politico, nè un capo partito, nel Paese, il cui programma, i cui precedenti o la cui intelligenza, offrano la più piccola garanzia che le sorti del Regno migliorerebbero se essi si sostituissero alla signora e al fanciullo in nome dei quali la Spagna è presentemente sgovernata. Il gabinetto, nella formazione del quale Ja Reggente creava il più disastroso precedente per la nostra sventurata
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