Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 5 - 15 settembre 1898

'l(IVIST A POPOLARE Vl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Peggio mi trattavi e più ero tua schiava; si vede che è un destino tante volte. Ma.... Ancora noa aveva bevuto abb1staoza. Afferrò un bicchiere e lo tracannò d'un fiato, coma p~r ricacciar giù le parole, che sta vano per pror0mpere. Poi rimase con la faccia china su le mani, che stringevano sempre il bicchiere convulsamente. Nel tempo stesso un'orda di giovanastri invase la bettola. Chiesero da bere, sbatterono iµsieme i bicchieri, tracannarono e uscirono con sberci e sghignazzate. Quasi tutti quelli, che dormivano, a uno a uno avevano alzata la testa. . Quando ritornò il silenzio Giovanna pareva, che piangesse e che ridesse insieme. L'ultimo bicchiere di vino aveva finito col darle alla testa. Essa stringeva sempre il bicchiere con le mani convulse e vi teneva sopra appoggiata la testa sobbalzante. Pietro s'era addossato alla moglie e col mento le sfiorava i cafelli. E anch'egli rideva con un'espressione di gaiezza a tempo stesso feroce e stupida. Quando non rideva, rimaneva con la bocca spalancata; ed era nelle sue fauci come una voracità di belva su preda. -. - Sempre buoni amici. vero ? - prese poi a dire - Compagni I compagni I. . Dov'è la moglie e dov' è il marito? Non ci sono. Noi siamo compagni e ci si vuol divertire e ci si può dir tutto... Dimmi su ,dunque, Giovanna ... Repentinamente Giovanna rialzò la testa, tremò, fissò il marito, apri bocca, stette muta a osservarlo. Poi ; • - Anch' io, sappi, Pietro ... ti ho tradito ... E volendo esser generosa come Pietro confessò quello che aveva fatto un giorno per disperazione. Uscirono. Fuori Pietro si mise a canterellare, con le mani in tasca e la faccia rivolta verso le stelle. Giovanna lo seguiva a capo chino, senza sapere q__uali sentimenti e con quali terribili esigenze si andavano risvegliando dentro di lui, mentre cantava e guardava le stelle. Però, Giovanna non rideva ; ogni eccitamento era scomparso ; e, strano fatto, essa non aveva il coraggio d'interrompere il marito, che canterellava, e di parlargli. Avrebbe anche passato volentieri il braccio sotto il braccio di lui per sostenere un po' il suo corpo esile, malaticcio, rifinito prima dagli stenti, poi dagli abusi ; ma le pareva, che il marito l'avrebbe respinta. E Pietro continuava a cantare con la faccia verso le stelle, il cappello su la nuca e le mani in tasca. Così arrivarono a casa. Quando forooo nella loro camera e Giovanna ebbe acceso il lume, Pietro le si piantò dinanzi e le disse : - Con chi? Giovanna ora tremava e balbettava. - Con chi? Voglio sapere con chi? - Pietro ripetè e aveva gli occhi iniettati di sangue. _ Voglio sapere con chi, o ti strozzo. E in così dire afferrò per il collo Giovanna; e sicco• me il contatto della carne nuda l'eccitava, la tenne stretta, la rovesciò a terra e la sb1tteva sul pavimento, continuando a ripetere : _ Parla, parla, o ti strozzo. Voglio sapere con chi m'h ti tradito. Ma Giovanna col collo attanagliato non poteva proferir parola e invano si divincolava per uscir dall'orribile morsa. Finchè Pietro allentò le mani, gridandole ancora su la faccia con la bocca schiumosa: - Parla. o ti finisco. . Allora Giovanna con un filo di voce, con la gola rotta, nominò l'uomo, a cui s'era data un giorno per disperazione. E Pietro le serrò ancora le mani intorno al collo, le sbattè la nuca sul pavimento e la finì. Poco dopo· la vecchia del casamento bussò all'uscio della camera e Pietro allora provò terrore di quel che aveva fatto. - Ehi, dico, Giovanna! •.. - gridava la vecchia, a cui ooo si apriva. - Vi riporto fa vostra creatura, che è inquieta e non vuol dormire .... - Ah !... - esclamò Pietro - non mi ricordavo .... Già, quando si nasce uomo d'onore .... ENRICO CORRADINI, Dalla Spagna Madrid, 27 Agosto '98. On. Signor Direttore, Eccomi a Lei, con un po' di ritardo. Ma la maggior parte dei suoi lettori sa benissimo dai giornali politici quali sono gli avvenimenti di questo sventurato paese. Ed è doloroso, creda, dover scrivere sempre le stesse cose I Gli Spagnoli sono incorregibili, anzi vanno sempre di male in peggio. Nal tempo che dimorai quì, anni fa, studiai attentamente questa società, i cui principali caratteri sono la pigrizia e la corruzione. Ed ora che da capo torno allo studio della vita spagnuola trovo gli spagnuoli più pigri di prima, e certamente più corrotti. I caratteri dei popoli latini che Demolins ha messo così bene in evidenza nel suo celebre libro .A quoi tieni la superiorilé desAnglo-Sassons trovansi qui allo stato acuto. E la guerra a Cuba e cogli Stati-Umti ne sono una chiarissima dimostrazione. La prima e più grave disgrazia di questo paese, sono gli uomini politici. Già ne sanno qualche cosa i popoli al di là dei Pirenei, che hanno veduto io questi ultimi anni il frutto della scienza politica di questi uomini. Qui regna la più grande, la più crassa ignoranza. Molti oratori nel Parlamento, ma oratori di forma, che citano l'Antico ed il Nuovo Testame:ito e niente altro, come se non vi fosse niente da studiare nel movimento scientifico di oggi. Così è che le Amministrazioni, i Servizi pubblici, l'Esercito, la Marina e tutto quello che dipende direttamente dallo Stato giacciono nella più deplorevole condizione e nel più triste abbandono. GI' impiegati vanno quando vogliono all'ufficio; molti riscuotono lo stipendio senza nemmeno stare mezz'ora in ufficio. lo alcune prefetture vi e un Segretario, che va ali' ufficio unicamente per firmare fogli che non legge. E così via, fino ai magistrati ed ai notari ciechi che esercitano regolarmente il loro compito - senza una protesta nè del pubblico nè della stampa. Questi politici che fanno della politica un mestiere, e della politica vivono, hanno creato un tale ambiente di corruzione che non c'è da farsene idea. Vi nominano impiegati che non sanno nemmeno scrivere con ortografia. Tofgooo dai campi un grande elettore indebitato fino agli o~chi per i suoi vizi e lo mandano governatore alle Filippine, o con un alto impiego a Cuba o Puerto-Rico. I loro fidi seguaci. giornalisti. elettori aspettano con ansia il giorno dell'arrivo al potere. Oh! Allora comincia un cao-can politico dei più sfacciati : chi e nominato prefetto, chi direttore generale, chi sotto-segretario e così via, senza nessun criterio direttivo, ciecamente, non badando agli antecedenti dei nuovi funzionari. Così si è formalo l'ambiente corrotto che ha prostrato la Spagna. Così si fanno le elezioni, specchio dell'imbroglio, così sì amministra la nazione. E la Stampa ? Meglio sarebbe non parlarne, ma diciamone qualche cosa. Vi sono a Madrid (i giornali importanti della Spagna, meno due o tre di Barcellona, si stampano tutti a Madrid) una mezza dozzina di giornali di grande diffusioue. L'Amministrazione è formata da alcuni politicanti, la Redazione da gente ignorl'.lte e ambiziosa - in generale - che aspira sempre a far carriera politica. Questi giornali parlano dei bilanci, parlano di politica estera, attaccano o difendono il governo, ma non vi

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