'IUVIST A POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI leggi e quelle consuetudini della guerra moderna che son venute temperandone gli errori ed allievandone le sofferenze, sono abbastanza rispettate quando due eserciti bene ordinati stanno di fronte ma son violate ad ogni istante, e antichi e recenti esempii lo provano, quando le truppe siano state raccolte senza anteriore preparazione allo scoppiar della guerra. Ne giova dimenticare, dal punto di vista degli effetti economici, che nell'ultimo quarto di secolo tf>be uno straordinario sviluppo nella ricchezza pubblica e privata la Svizzera senza esercito permanente; ma uno sviluppo non minore, anzi in proporzione più meraviglioso, ebbe la Germania, quantunque non abbia risparmiato contemporaneamente nè studii, no::spese per rendere sempre più perfetti i proprii ordinamenti militari. E infine, dal punto di vista degli effetti politici, s'impone questo semplice ragionamento: talora la guerra non si può evitare e ciò è purtroppo così evidente da non aver bisogno d'essere dimostrato; nella guerra moderna il vantaggio più decisivo è dalla parte degli eserciti che sono stati meglio ordinati prima dello scoppio delle ostilità: l'insuccesso degli eserciti francesi raccolti dal Governo della difesa nazionale, e la vergognosa sconfitta recente della Grecia con truppe appena raccolte ed armate, ne sono due eloquentissime prove. » « Nè le sorti della guerra ispano-americana valgono a smentire tale affermazione. Le truppe americane ebbero lenta la mobilitazione, imperfetti i movimenti; e quantunque sbarcate in un paese già posseduto in gran parte dai ribelli loro alleati non conseguirono finora un solo successo decisivo. La vittoria americana è stata sopratutto vittoria marittima, sul mare era appunto una marina più forte e meglio armata e sapientemente allestita, nel materiale e negli equipaggi, durante la pace, che decideva con due vittorie rapidamente conseguite, le sorti della guerra. Non e dubbio dunque che il più importante effetto politico d'un buon ordinamento militare, è una maggior sicurezza del paese; nè può dirsi questo nn'effetto politico di poco conto, tanto più se si sappia evitare che, per l'effetto dell'ordinamento militare, il governo del paese degeneri nel predomio della spada. » A nostro modesto avviso il rapporto tra lo sviluppo delle forze militari della Germania e quello della sua ricchezza, non può mettersi a confronto con quello della Svizzera, che dalla natura è posta in condizioni d'inferiorità non del tutto superabili; nè è del tutto esatto ciò che il Catellani asserisce sulla guerra tra gli Stati Uniti e la Spagna. Ad og11i modo tengano bene in mente gl'italiani, che la nostra preparazione è precisamente quella della Spagna. Ci piace, però, associarci a quest'altro parere del professore di Padova : « La guerra al governo della spada, la repressione pronta ed inesorabile d'ogni tentativo fatto per imporlo, devono pertanto star a cuore del pari ai partigiani della pace ad ogni costo, ed ai fautori d'un ordinamento militare. Ai primi percho:: impediscono così che possano prevalere mai, nella risoluzione d'una CO'ltroversia internazionale, gli interessi della classe militare su quelli generali del paese. Ai secondi perchè, sottraendo alla possibilità di male tentazioni e di evidenti demeriti, un'istituzione che è loro assai cara, la salvano dalla impopolarità e provvedono a quella sua conservazione che giudicano essenziale alla sicurezza del pacs.:. » Questo collima perfettamente con guanto noi abbiamo sempre sostenuto. Gli uomini di scienza che vivono al di fuori della politica, come il Catellani, sentono il dovere di combattere il governo della spada, e riconoscono che per salvare l'organo essenziale alla difesa della patria dalla impopolarità, lo si deve sottrarre alle male tentazioni ed agli evidenti demeriti. DI DUE POSSIBILI MODIFICAZIONI NEL SISTEMA PARLAMENTARE (1) I. primi attacchi sistematici contro il sistema parlamentare, o teme ora dicesi il Parlamentarismo, datano da circa quindici anni. Fin d'allora fu rilevato come il prevalere nel Governo dell'elemento elettivo, che si supponeva e si suppone che sia l'espressione della volontà del paese, non basti ad assicurare un regime di giustizia e di moralità; fin d'allora fu constatato come la dottrina democratica o della comunità popolare, secondo la quale nessuna autorità o::legittima se non è conferita da una elezione popolare alla quale partecipano la maggioranza dei cittadini, non riesca nella sua attuazione pratica ad affidare il timone dello stato e le pubbliche funzioni a quegli individui che posseggono le qualità intellettuali e morali più adatte a reggere un popolo, non secondo gli intc:ressi propri, ma secondo quelli del popolo stesso. E per dire la verità i critici di allora non si limitarono, come la maggior parte di quelli assai più numerosi di adesso, a cocstatare questi inconvenienti pratici del sistema parlamentare ma ne vollero indagare anche le cause; la quale indagine era ed è strettamente legata allo studio di quelle leggi costanti proprie della natura sociale dell'uomo, che .;;;i affermano in ogni tipo di governo o di organizzazione politica. Ed i rimedi che allora si proposero basati sopra una diagnosi pinttosto larga se non completa della malattia, della quale agli occhi dei migliori indagatori apparivano allora i primi sintomi, erano naturalmente piuttosto complicati. !nvece molto semplici sono in generale quelli dei critici di adesso, le cui proposte hanno certo il pregio di essere alla portata delle intelligenze più mediocri fornite di una cultura anche più mediocre. fra queste proposte due principalmente ne abbiamo inteso ventilare, che meritano la pena di essere discusse se non altro perché propugnate da scrittori e da uomini politici di qualche o anche di molta fama. La prima consisterebbe in una sensibilissima riduzione del numero dei deputati che, secondo qualcuno, da cinquecento circa che sono in Italia dovrebbero essere portati appena a cento; la seconda vorrebbe al Governo parlamentare ora in vigore in Inghilterra e nei paesi latini) sostituire quello costituzionale all'uso tedesco, per il quale il Capo dello Stato è nello stesso tempo capo effettivo del potere esecutivo e sceglie e mantiene al potere il Gran Cancelliere ed i Ministri indipendentemente dai vot della Camera elettiva. i Il. Ora per apprezzare la possibile efficacia dei due rimedi accennati, che è innegabile che ora godono di una certa popolarità, conviene sommariamente esporre quali siano le vere cause organiche, connesse cioè alla struttura ed alla natura del corpo sociale, per le quali il sistema parlamentare in parecchi paesi, segnatamente in Francia, in Italia ed in Spagna, non ha corrisposto alle speranze che i nostri vecchi avevano in esso fondate. La prima e la meno eliminabile di queste cause è senza dubbio una certa contraddizione stridente che vi è tra la base teorica e dottrinale di qualunque varietà del sistema rappresentativo moderno e le conseguenze pratiche del sistema stesso. Il concetto della rappresentanza politica si sa che teoricamente è sempre fondato sopra la presunzione di una libera e spontanea delegazione di sovranità che la maggioranza degli elettori farebbe ai suoi mandatari. Or a (1) Pur non dividendo tutte le idee dell'autore siamo lietissimi di pubblicare l'~rticolo favoritoci dall'illustre professore di Di'.itto Costituzionale all'Università di Torino perchè esso lume~gia in modo chiarissimo due lati dell'importantissima questione che in questi giorni agita la stampa italiana.
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