68 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI inventivo degli ingegneri e degli industriali. La potenza militare di una nazione procede ora parallela ai suoi progressi industriali. Srrana situazione davvtrO ! Mentre una decina d'anni addietro il pensare alla potenza militare del Giappone o degli Stati Uniti sarebbe parsa una stranezza delle più ridicole, ora, nelle più scottanti questioni internazionali, - come ad esempio quella che si agita per la China - il Giappone e gli Stati Uniti po~sono stare a paro della Germania. La guerra tra gli Stati Uniti e la Spagna ha avuto questo risultato, di mostrare una forma militare nuova, che non era ceno preveduta. E la vittoria della forma militare moderna sul militarismo di vecchio tipo, ha ormai ammonito il mondo che l'avvenire è dell'industrialismo e che niuna forza più crmai contrastargli il cammino. Il timore, espresso da molti sociologi, che le civiltà moderne, industriali e pacifiche, potessero essere soverchirte dalla forza barbara delle società arretrate non ha più ragione di essere. La civiltà nuova si è foggiata un'arma che sara invincibile . . . * * Quasi a concludere questo studio non sarà del tutto inutile trarre dalle premesse qualche conseguenza per l'Italia. Tanto più che ora, da parecchi giornali, si parla di aumentare la nostra flotta,. e si chiedono insistentemente, da un bilancio già esausto e da un paese che ha sentite gli stimoli della fame, centinaia di milioni per navi nuove. Lasciando la parte politica del!' argomento, che ha già trovato posto altrove ( r ), la questione del nostro naviglio da guerra si ricollega a tutto l'indirizzo economico del paese. Una grande flotta potrebbe essere utile ad una Italia industriale, non può essere invece che un organismo artificiale in una nazione agricola e in cui l'induitria muove appena ora, specie nel Mezzogiorno, i suoi primi passi. Di più le nostre alleanze, contratte in opposizione agli interessi nazionali, obbligandoci a mantenere un grande esercito, ci impediscono di uscire dalla forma militare amica per sviluppare la forma militare nuova. , Ed è proprio un cerchio chiuso quello in cui ci dibattiamo; perchè questo militarismo navale, che si chiede oggi a gran voce per seguire l' esempio delle nazioni piu progr.dite, dovrebbe venir raffor· zato dai milioni di un paese esausto, e verrebbe quindi a ritardare il sorgere dell'industrialismo moderno. Così che la forma nuova degli armamenti militari ritarderebbe la forma nuova sociale che li rende necessari. Sarebbe una contraddizione delle più pericolose. Perchè da questo cerchio chiuso l'Italia potesse uscire, e potesse davvero seguir la traccia delle nazioni che sono all'avanguardia del progresso, bisognerebbe che essa abbandonasse oggi - così come fecero un tempo gli Stati Uniti - ogni proposito di grandezza militare. Occorrerebbe che il nostro paese, libero dalle fiscalità opprimenti, potesse raggiungere la sua floridezza economica, e solo più tardi - se la socittà capitalistica dominerà ancora da sovrana - pensasse ad accoppiare alla sua poten;r,a industriale una pari potenza militare. 1) Ava11ti dd 2 1 agosto, nel mio anicolo « li problemadel naviglioda guerra ». Ma nell'ora presente ogni imitazione di ciò che avviene oltre l'Alpe, senza che questo desiderio di imitare conduca mai a ravvivare le forze economiche del paese, è politica da icimmie e non da uomini di Stato. Nel disarmo e nella politica· modesta e raccolta di una nazione che è sull'affacciarsi alla vita moderna, sta ancora l'unica salvezza d'Italia. Il suo avvenire non è nelle flotte sproporzionate allo sviluppo economico del paese, ma nell' attuazione del programma democratico. lVANOE BONOMI. Nel prossimo numero pubblicheremo i ritratti dei deputati luigi De Andreis e FilippoTurati, e quello ancora di Paolo Va/era. Gli amici ed i librai che desiderino copie in più mandino per tempo le ordinazioni. Guermrail,itarismo e difesna zionale. Fra le 1ante risposte all'inchiesta promossa da Ernesto Teodor0 Moneta - l'infaticabile apostolo della pace - sulla guerra e sul militarismo ci pare molta pregevole quella data dall'egregio Prof. E. Catellani dell'Università di Padov~. Qualche punto è contestabile; su qualche altro dissentiamo recisamente; ma ci associamo a quelle distinzioni che pongono il problema su di un terreno adatto per fare progredire la causa della pace e della libertà. Alle domande: quali sonogli eljelliintellettuali,morali, e fisici, economicie politici del rnilita1is1110? il Catellani risponde : ~ Prima di tutto fa duopo distinguere fra il forte ordinamento militare ed il militarismo. Questo e S(mpre un male e non e mai necessario; qutllo, nella peggiore ipotesi, deve giudicarsi un male necessario finché la sto ria renda talora necessaria la guerra. In tale condiziont~ di cose, l'ordinamento militare serve a tutela dei dirit e degli interessi dello Stato; il militarismo invece no~ sempre a questi provvede, e sempre asservisce all'ele mento soldatesco ed agli interessi della classe militare ogni altro fattore della vita nazionale. Molte repubbliche dell'America meridionale non hanno che un simulacro di esercito, eppure soggiaciono all'oppressione del militarismo. L'Inghilterra, quantunqne abbia un esercito forte e non identificato, mediante il servizio obbligatorio, colla nazione, e possieda la più forte marina militare del mondo, non lamenta nemmeno l'ombra del militarismo. La Spagna ha ordinamenti militari molto più imperfetti di quelli della Prussia, ma é soggiaciuta assai più che la Prussia al giogo del militarismo, sia quando i geuerali imposero la volontà propria al sovrano, sia quando per opera loro fu spodestato un sovrano o mutata la stessa dinastia. » « L'ordinamento militare a base nazionale n·on deve dunque confondersi col militarismo, sia perchè, mentre dura la possibilità della guerra, e imposto dalla stessa tutela della sicurezza dello Stato, sia perché i suoi effc!tti intellettuali, morali, fisici, economici e politici non sono tutti danno~i. Quando il servizio militare é breve, il soldato ne esce fisicamente rinvigorito, intellettualmente non peggiorato, e moralmente elevato a più suscettibile dignità personale, ed a maggior moderazione dell'egoismo. E sopratutto l'ordimento militare è, durante la pace, scuola di una disciplina che, in parte perdurando durante la guerra, potrà renderla più umana. Tutte quelle ..
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