Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 4 - 30 agosto 1924

66 'l(IVIST A POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Così Rouher, dal suo punto di vista, aveva ragione quando difendend,> davanti alla Camera francese la politica imperiale attaccata dall'opposizione che gli rimproverava d'aver abbar.donato il Piemonte dopo Solferino, esclamava: « Quel territorio era bene austriaco, ma era in pari « tempo territorio federale; l'Austria poteva servirsene « per attaccarci, formare le sue riserve, i suoi approvi- « gionamenti; ma se noi avessimo fatto un passo solo piu « avanti, noi avevamo contro di noi tutta la Germania. « La Confederazione Germanica I Ma chi non sa che « essa aveva messo sotto le armi tutte le sue forze ? « Ohi ignora che la sola Prussia aveva levati 300,000 « uomini per lanciarli sul Reno ? « Chi ignora che se l'Imperatore ha firmato la pace « di Villafranca, fu perchè non volle esporre l'interesse « della Francia per quello d'Italia? » ( I). Chi ha ricordato la convenzione stipulata nel 1864 dal generale Von Manteuffel a Vienna relativa alla guerra contro la Danimarca nella quale la condiscendenza dell'Amtria verso la Prussia implicava l'impegno di questa a mobilizzare il proprio esercito se gli italiani attaccavano il Veneto; ad entrare in campagna se la Francia li appoggiava? (2). La Prussia, auspice il Bismarck allora acconsentiva all'assassinio dell'ltalia perchè l'Austria acconsentisse a quello della Danimarca. E chi ha ricordato che nel '66 dopo Sadowa il Bismarck conchiuse la pace coll'Austria senza nemmeno degnarsi di avvertirne l'alleato re d'Italia; e la sanguinosa•-accusa di tradimento colla quale· venne bollata la noma politica? (3) Chi ha ricordato la condotta slealissima del Bismarck verso l'Italia nell'aflare di Tunisi? O non fu lui, proprio lui, a spingervi la Francia titubante, allo scopo di inimicarcela? . E non e noto a tutti che dal Bismarck, come da ogni bnon confederato tedesco, Trieste fu sempre considerata cii/a oermanica? E ;ono tanto antichi gli amoreggiamenti di Bismarck col Papa ai danni nostri, e l'invio dello Schlosser al Vaticano? E non è stato il Bismarck, che mirando sempre ed esclusivamente all'interesse della Germania, per impedire un riavvicinamento dell'Italia colla Francia, invitò il Crispi a Friedrichsruhe proprio mentre i rappresentanti nostri si recavano a Parigi per negozian·i il nUO\"Otrattato commerciale ? Chi sa dfre quanti milioni abbia costato al nostro paese quel viaggio di Crispi? I nostri italioti, i quali finch.:: durò l'itnpero del terzo Napoleone si mostrarono ad esso pedissequi fino all'obbrobrio, ora si sono fatti cosi tedeschi da obliare completamente i danni e !'onte inflitte all'ltalia_dal Bismarck. Ed al cospetto di tanta viltà, io penso con raccapriccio a ciò che sarebbe stato del nostro poYero paese se, invece di prosternarci devoti ai piedi del ferreo cancelliere, ci fossimo, non dico alleati alla Francia, ma semplicemente serbati indipendenti. Ah! i nostri francofobi avrebbero veduto che zuccherini ci sarebbero piovuti dal Nord! Altro che le sciocchezze di qualche giornalista francese sapientemente raccolte e messe in luce da certi corrispondenti da Parigi cavalieri della Legion d'onore ! I quali, se aves$ero tentato siffatto mestiere a Berlino, Bismarck imperante, sarebbero stati tradotti brutalmente alla frontiera in capo ad una settimana. Ahimè! Chi ha l'anima servile non apprezza la libc.rtà e ne abusa. Illustre Professore, si conservi sano e ,oglia bene al suo Dev.mo L. Bit. (1) Seduta del Corpo legislativo del 16 marzo 1867. (2) Dispaccio 12 marzo 1864 di Sir A. Buchanan a Lord Russe!. (3) Lamarmora - Un po' più di luce, ecc. L'evoluzione ~BI ·militarismo (i) La grande legge di ernluzione sta per trasformare, in questa fine di secolo, il tipo militare delle società moderne. Il militarismo che pareva un residuo atavico in mezzo al progresso incessante delle istituzioni sociali, e pareva quindi rinchiuso in una immobilità pesante ed insuperabile, si dimostra oggi un organismo perfettamente adattabile alle mutate condizioni d'ambiente. Il che, invece di stupire, viene a confermare il principio che esso è il corollario della organizzazione economica odierna, e che il suo passato, il suo presente, il suo avvenire si ricollega indissolubilmente colla storia delle forme economiche di una società. Finchè la società capitalistica permette la concorrenza senza limiti e la produzione più disordinata e più anarchica, finchè perdura violento il conflitto fra uorno e uomo, fra rt>gione e regione, fra popolo e popolo, fin, hè la r~gion brutale della forza soverchia le idealità vaporose del diritto, sempre le armate e gli eserciti s1ranno la conseguenza necessaria e ineluttabile della nostra costituzione sociale. Credere che il militarismo sia una forma rudimentale, rimasta a testimoniare della ferocia barbara dei nostri antenati sei vaggi, e che si possa quindi strappare dalle viscere delle società odierne - con una· propaganda ostinata, è un errore dei più grossolani. Quando si crede di aver avulso il militarismo da una società capitalistica ecco che esso ricompare sottO una forma nuova ed impreveduta L't:sempio è assai recente. La propaganda generosa delle società per la pace si è illusa fin qui di potere con una trasformazione dei sentimenti più intimi dell'umanità, spegnere nei cuori l'istinto selvaggio della strage. E la sensibilità maggiore, che è un prodotto della civiltà progrediente, pareva dar ragione a questa ingenua speranza. Di più le esigenze deìl' industrialismo moderno, contrarie agli eserciti permanenti che immobilizzano tanta forza di lavoro, dava alla propaganda per la pace delle simpatie sprizzanti dagli interessi economici. Senonchè proprio là dove la sensibilità maggiore induceva in tutto un popolo l'avversione per gli orrori della guerra, là dovt: l'industria fio, ente pareva riluttante ad ogni spesa militare, nella terra classi~a della democrazia pacifica, in quel!' America del N0rd che era ricordata come esempio insuperabile di una 50cietà libera dal Moloch militarista, ecco che il militarismo si è radicato di nascosto ed ha già fatte le sue prove trionfali. E quel che gio\·a osservare è che siamo davanti ad un militarismo tutto nuovo, e che, nel mentre stupisce tutti quelli che si credevanò vicini alla pace e al disarmo, dimostra come esso ~ia ancora canto vitale da adattarsi agli ambienti mutati. Proprio quando il militarismo pareva declinar<! (1) Non dividiamo tutte le idee dell'egregio Dott. Bonomi, redattore capo dell'Ava11ti, ma il suo articolo, inspirato al dottrinarismo marxista, considera l'evoluzione del Militarismo in una società industriale da un punto di vista così originale, che ci siamo affrettati subito a pubblicarlo perchè merita davvero di esser preso in esame dalla gente che studia senza prevenzioni i fenomeni sedali. N, d. R.

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