RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI ghesia intelligente nel mezzogiorno e in Sicilia si riduca ad una ipocrisia, ad una menzogna. Chi seri ve que~to articolo, però, non divide siffatto severo giudi%io e pensa invece, che coloro che diriaono il movimento socialista ufficiale, nel loro s1~isurato orgoglio, credano di potersi sostituire alla borohesia locale e farne le veci, accaparrandosi così l'avvenire nel settt.ntrione come marxisti intransigenti e nel mezzogiorno come radicali e repubblicani. Volendo fare dello spirito si direbbe che questi nuovi Fregoli, ci faranno assistere a scene bellisime di trasformismo; ma ogni sorriso, muore sulle labbra pensando che essi necessariamente falliranno nella missione ardua, che si assumono. Non si spostano e non si distruggono le forze naturali locali per sostituirvene artificiosamente altre importate; nè si può scindere in due la mente e il cuore di un uomo di buonafede. I socialisti intransigenti li credo in buona fede e perciò continueranno ad agire come tali nel settentrione e nel mezzogiorno. Se spiegassero pari energia dappertutto sostenendo due diversi programmi, avremmo un fenomeno p~icologic?, un cas<! di s?oppiamento, che avrebbe bisogno d1 essere 1llummato dal celebre Ribot. Convinto che i socialisti continueranno a demolire la borghesiaintelligente ecc. ecc. nel mezzogiorno, mi addoloro riflettendo al danno immenso, che essi arrecano alla causa della libertà non nel solo mezzogiorno, ma in tutta Italia. È vano, sarebbe dannoso anzi il volere negare o attenuare questo fatto: la discesa intempestiva in campo del socialismo in• trans;gente ha arrestato l'evoluzione naturale di tutta quanta la borghesia; la quale spavèntata dai mali remoti e ipotetici, che alla propria classe arrecherebbe il trionfo del collettivismo, sopporta e quasi invoca quelli certi e presenti. Questa la ragione per cui essa si è gettata nelle braccia della reazione e si compiace dei suoi amplessi letali. E mentre la borghesia diserta la causa della libertà, il popolo vero dei lavoratori, che dovrebbe sostituirla, non c'è; e chi sa quante decine di anni tarderà a spuntare. .. * * Con questa constatazione malinconica conchiudo e spiego il titolo della lunga disamina. I socialisti intransigenti, infatti, demolendo o paralizzando repubblicani e radicali, hanno reso il piu grande e migliore dei servizi ai monarchici, sotto la cui bandiera hanno fatto raccogliere la borghesia;e questa circostanza dice pure, perchè, negli ultimi movimenti improv• visi. manca_sse una bandiera che avrebbe potuto render Ii, ~e c1 fosse stata, pericolosi per le vigenti istituz10111. Non poteva sv ~molare la bandiera del collettivismo, perchè i piu esaltati riconoscono che ce ne vogliono degli anni, a decine e a centinaia prima che la grande trasformazione sociale diveng~ possibile. Non poteva sventolare quella repubblicana, perchè i socialisti ne spezzarono l'asta e la fecero a brandelli. Perciò gl, ultimi moti parvero, e furono realmente, anarchici nel senso generico della parola, allo inizio e alla fine, anche dove e quando si potè sospettare che assumessero carattere politico. Tutto ciò a benefizio della reazione, la quale ha potuto impunemente mettere al posto dello Statuto, delle leggi, del diritto e della giustizia la forza delle baionette. IL Soc1ALJST01DE Nel prossimo numero pubblichererno una bellissima novella di Enrico Corradini intitolala Pietro e Giovanna. Come vedono i nosiri lel/vri noi facciamo di tultu per renclere la nostra Ri~ista sempre più completa, varia e interessante. Ne tengano conto, e la raccomandino quindi agli amici, perchè quanto più si a/larghe1·à la cerchia dei nostri _abbonati, tanto più la Rivista potrà avvicinarsi all'ideale che noi, a tosto di ogni sacri(ìcio, vorremmo riuscire a raggiungere. BISMARACMKICDOELILT'ALIA? Ben volentieri pubblichiamo la già annunziata lettera del nostro amico di Bologna per~hè essa mette i punti sugl' i a proposito della vantata amicizia di Bismarck per l'Italia, ed è inoltre anche una lezione per gli ignorantelli della stampa ufficiosa che per non sbagliarsi mai, cantan sempre gloria ed osanna. Bologna, 15 Agosto 1898. Illustre Professore, Non le pare che i giornalisti nostri che ancora piangono a calde lagrime la morte del cancelliere di ferro, dimentichino un po' troppo di essere nati sotto il cielo d'Italia ? Nessun giornale del Regno, ch'io sappia, ha giudicato l'opera del Bismarck da un punto di vista italiano; ma, da buoni mancipl della teutonica egemonia, ne hanno cantate le lodi con cuore di suddito. Chi ha ricordato, ad esempio, che la Prussia nel 1847 e '48 appoggiò i disegni <lellA' ustria nelle cose d'Italia? Chi ha ricordato la famosa nota che il governo Prussiano, l'indomani del colpo di stato (Dicembre 185 r) si è permesso d'inviare direttamente al re Vittorio Emanuele per impegnarlo « a conformare la sua politica a « quella degli altri principi d'Italia, significandogli che « avrebbe a pentirsi <lella sua indipendenza» (r) se rifiutava di aderire a tale insolente intimazione ? Chi ha ricordato che il Bismarck, durante la guerra dei franco-piemontesi contro l'Austria nel 1859 contribuì potentemente a creare il moYimento allora manifestatosi negli Stati germanici contro l'unificazione d'Italia, movimento che preoccupò talmente Napoleone III da indurlo a troncare l'ope1a sua al Mincio e a tornarsene in Francia? La politica della Prussia venne chiaramente esposta in un dispaccio della cancelleria prussiana ali' inviato del re di Prussia a Vienna il giorno 14 giugno 1859. " Non vogliamo, diceva il dispaccio, che la guerra « scoppiata in Italia porti al rovescio dell'ordine stabi- . « lito in Europa. Vogliamo, al contrario, ottenere il « mantenimento delle possessioni lerriforia.li del 'Austria. « in ltalia tali cbe fi1ronofissale dai Imitati del 18 r5 ». Ed ecco inoltre come st esprimeva la Corona di Prussia. Il principe reggente, chiudendo la Dieta nel mese di maggio I 85 9 diceva : « La guerra che gli sforzi leali « e perseveranti del mio governo non riuscirono a scon- « giurare, è scoppiata in Italia. L1 gravità di questa si- " tuazione impone di mettere l'esercito in piedi di pre- « parazione di guerra. « La nazione non è rimasta indifferente alle nostra « prcm ure : tutte le riserve d'artiglieria della Land wher « accorsero con gioia. sotto le bandiere. « Signori, la Prussia e decisa a difendere le basi del « diritto e dell'equilibrio europeo ». L'equilibrio ed il diritto erano quelli del 18 e 5 della Santa Alleanza. (1) Chiala. Una pagina di storia, ecc. Tcrino, Tip. Botta.
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