Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 4 - 30 agosto 1924

'I{_lVIST A POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 79 litari) mentre secondo certe teorie dovrebbe essere trattata quasi come irresponsabile a guisa di fanciullo? Quando si ,·ede che perfino in linea commerciale e civile - sin che è nubile _ è parificata all'uomo nei doveri e nelle responsabilità, e solo ridiventa incapacP, anche di amministrare i propri beni, e perde quei pochi diritti che in questo campo le si con.:cdono non appena è sottoposta all'autorità maritale? Insomma: fino a che si tratta dei suoi doveri tutto si pretende dalla donna e di tutto la si crede capace. Quanto ai diritti ... ]'nomo ne è giudice, ed essa deve contentarsi di ciò che l'uomo le accorda. Così è : ma così non sarà sempre. La questione della donna è piu seria, piu complessa e grave di quanto molti non pemano; è una delle tante evoluzioni storicamente fatali, che nessuna forza al mondo potrà arrestare. È larmetà dell"umanità che-si desta, che reclama a sua volta la propria libertà d'azicne; che se da un lato spezza le ca tene secolari del giogo maschile tende dall'altro la mano bianca e amorosa al suo compagno e gli dice: « Coraggio ! non sei piu solo a lottare nella « vita per tutto ciò che è bene, giustizia, progresso! « Abbimi alleata e non piu schiava al tuo fianco; la- « scia che educhi cosciente i tuoi, i nostri figli allo « sprezzo di tutto ciò che è male e che le leggi di na- « tura condannano; che apra le anime fanciulle al sen- « timento delle virtu miti e degli eroismi proficui e credi, « si, credi, che il regno della Giustizia Sociale, della « Pace e dell'Amore verrà presto fra le genti ! » ADELE ALBANI. RIVISTADELLERIVISTE '1{_. G. Levy: Le finanze · degli Stati Uniti. La meravigliosa forza di elasticità della grande repubblica americana è dovuta sopratutto all'assenza di tutte le miserie che la fiscalità fa pagare tra noi. La forza enorme degli Stati Uniti è fondata più che sopra una buona gestione del pubblico denaro sulla espmsioue prodigiosa della fortuna privata, la messa io valore di ricchi territori, lo sviluppo di una popolazione industriosa ed euero-ica. L'analisi di un bilancio illumitato d ,Ila st,itistica f1 vede~e come il debito pubblico negli Stati Uniti si accrebbe per procurare le risorse necessarie per la guerra di secessione; come, finita la guerra e stabilita la pace, si lavorò a distruggere rapidamente il debito. (Revue des 'lJeux 1VIondes, 1° Agosto). D. L. Ca-ze: L'alchimiadell'Oceano. Ultimamente l'ufficio dei saggiatori di New-York (United States Assay Office) ha ri ·evuto tredici vPrghe coniche di uoa lega di oro e di argento, che contenevano nel,',osieme un totale di L. 3000 in oro e L. 165 in argento. Queste verghe furono ottenute allo stabilimento di North Lubeck, nello Stato del Maine, dove funzionano gli ap• parecchi di estrazione dall'acqua del mare. Se continueranno questi risultati il Kloodike tra breve sarà abbandonato. La presenza dell'oro nelle acque del mare fu constatata da Malaguti e Durocher sin d ,1 1851; fu riconfermata da Sonstadt nel 1872. Il mnofo di estrazione dello stabilimento di North Lubeck è fondato certamente sull' elettrolisi. Secondo i calcoli dei promoto1 i dell'intrapresa si potrebbero 5tJbilire 22 mila macchine, che assicurerebbero una produzione di oro equivalente a 112,500 lire. Iohn Pack sulle coste del Pacifico assicura di ottenere risultati migliori di quelli del Maine. \"i sono anco,a molte oscurità su questi processi di estrazione: ma è certo che l'oceano contiene tanto oro da potere cambiare in :\1ida o in Creso chiunque scoprirà il metodo realmente pratico dell'estrazione. (Revue des R,vues, r5 Agosto). M. A. Vaccaro: Grandezza e infelicità. La tesi sostenuta da Leopardi nel dialogo tra la ")Jatura ed un a11i111a - confamata in fondo, da Foscdo - è che grandezza di mente e di animo imporla 11ecess,11-i.imemnlaeggiore i11felicità. Questa conclusione non è esatta. Anzitutto si stabilisca che la vita è quello che è, ed è nece~sariamente tale, data la co:messione necessaria che esiste tra i fenomeni cosmici. Dire quindi che sarebbe meglio se la vita non fosse, o che fos:;e in altro modo, non ha senso comune. L'unica cosa che può afferm1rsi con certezza è questa, che quanto più un essere vivente è adattalo meglio alle forze e,terne che lo circondano, tanto più la somma dei suoi dolori in relazione ai piaceri diminuisce, e viceversa. I fatti conf.:rmano che l'eccellenza dell' ingegno e dell'animo di ordinario apporta una maggiore infdicità, e la legge di adattamento spiega bene questo fenomeno. Però di mano in mano che le moltitudini diventeranno più illuminate, e che il livello intellettuale di tutti per l'accumulazione dell'esperienza si eleverà; di mano io mano che la concorrenza per la vita diven• terà meno inteos1 ed aspra, un gran numero di pregiudizi e di errori scompariranno, come pure molti sentimenti bassi ed immor.ili. E poichè tutto lascia sperare che le cose andranno migliorando sempre più nell'avvenire, è da attendersi che i grandi uomini, i geni, nel maggior numero dei casi, avranno allora premi e ricompense più o meno adeguati al loro merito. Concludiamo. La vita bisogna prendala com'è. La vera sapienza consiste nel conoscere le leggi, che presiedono alla vita stessa e adattarvisi. Questo e null'altro può formare quello che noi ch'amiamo felicità. (La rivista moderna di cullura). C. A. Coniglia11i: Gladstone e la Finanzainglese. Esiste un grande contrasto tra l'inizio e il resto della vita politica di Gladstone - da conservatore divenuto lib~rale in tutto - che è tutto a suo onore perchè lo rivela uomo essenzialmente sperimentale. La finanza fu il centro ed il compendio della sua vita politica, e le sue esposizioni finanziarie erauo un capolavoro letterario ed economico ad un t.:mpo, e venivano attese con ansia indicibile da tutta la popolazione. La politica finanziaria di Gladstone ern questa : far procedere di pari passo l'abbandono di ogni tassazione delle materie prime della produzione, di ogni vincolo allo sviluppo dell'industria e del commercio, e lo sgravio progressivo delle imposte sui consumi generali e necessari, e in questa guisa far concorrere nei benefizi delle migliorate condizioni economiche del paese cosi le classi capitaliste, allargando il campo d'impiego dei loro capitali, come le classi lavoratrici, assicurando loro una elevazione del tenor di vita. La prima idea di una riforma tributaria informata a tale grandioso concetto rimonta a Canning, Peel e Huskisson - nel 1823 - e teoricamente all'opera di Enrico Parnell, Fina11cial'R..eform, nel r830. L'applicazione comincia nel 1845 con P~el, che da Gladstone fu spinto e coadiuvato nella riforma; ma la glo i1 di averla p1o·eguita e compiuta, superando ostacoli di ogni genere, spetta intera all' old greal 111a11. Gladstone fu il vero iniziatore del liberalismofina11ziario, che toglie il dazio doganale sopra oltre 1000 voci e l'attenua sopra 600 per servirsi dell'i11co111faex e dell'imposta di successione benchè convinto che la prima - a tutti odiosa - non dovesse essere permanente, ma servire a produrre gli avanzi necessari per attuare la riforma finanziaria: riforma che doveva impedire che con certe imposte fosse tolto alle bisaccie del popolo il doppio di quel c/Jeportava110ali'erario. Con arte sottile egli riesce a conciliare gl'interessi della finanza con quelli della economia nazionale; e i suoi miracolosi risultati fanno dire a Bus.ton che egli li ottenne coltiva11doco11arte sapieute l'albero virgiliano dellefoglie d'oro, sul citi tronco, appeua 1111ramo svello, m piglia posto 1111 altro e più ricco e più feco11do. Gli avversari rimproverarono a Gladstone non ciò che aveva fatto, ma il non aver fatto diversamente: essi avrebbero voluto che gli avanzi dei bilanci fossero stati consacrati alla graduale estinzione del debito pubblico ed alla politica di espansione e non agli sgravi di altre imposte. E dire che furono i conservatori, che fecero sempre aumentare il debito pubblico e distrussero il fondo destinato a ridurlo I In que5ti momenti cosi tristi per la nostra patria, è con profondo senso d'invidia che si richiama il ricordo di quel periodo fortunato della storia inglese a cui Gladstone ha legato per sempre il proprio nome. Ogni italiano deve rimpiangere che ad una simile gloriosa impresa non sia stato dedicato il primo trentennio nella nuova vita nazionale. A noi mancarono quelle riforme economiche e finanziarie èla cui, come diceva Gladstone, deriv.i quell'educazio11epolilic11delle masse, quel loro attacca111e11a/lole istituzioni, che eli111iua11o0g11i pericolo dalla coucessio11de lle libe,t.i politiche e 11e f at1110 1111 arra sicura di progresso civile ed ,co110111ico. A noi è mancata quella iniziativa dei governanti, ddla quale gloriavasi Gladstone nel 1853, rivolta a promuovere gl'iuteressi veri del _paesecollo scemare ogni ingrata disti11z.io1f1rea le classi, e dijfo11dere distri • buù·e va11taggie carichicon 11111g1i1w0la ed imparziale; il nostro paese non ebbe mai ristoro da una seria e continua politica finanziaria che lo favorisce come voleva Gladstooe per la sua patria coll'au111eul,1irleca111pdo'i111piegodel popolo,coll'abbassare i prez.z..diegli articoli di C011su11e10quelli delle materie prime del/ii produzione, coll'i11coraggiaregli scambi iuter11azio11a/i. Le nostre classi dirigenti e i nostri governanti da Gladstone e dall' In-

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