Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 4 - 30 agosto 1924

'R..IVISTA POPOLARE POLITICA DI LETTERE E SCIENZE SOCIALI Non ho nulla da osservare intorno a ciò che concerne I.a quistione tecnica sollevata dall'on. Afan De Rivera. E quistione che sfugge alb mia competenza. Come osserva, del res:o, lo stesso Ing. Levi, il punto da me rilevato e nel quale concordo pienamente con l'ex Ministro dei Lavori pubblici, è quello di tutelare le forze idrauliche di cui dispone lo Stato dallo sfruttamento dei soliti monopolizzatori della pubblica ricchezza avvezzi a svolgere la loro azione assorbente e delete'ria sotto l'acquiescenza, tacita o palese, sciente o incosciente delle pubbliche amministrazioni. ' Il grido : vigilent co11mles, sollevato dall'on. Afan De Riv_era, risponde appunto a quest'ordine d'idee. Chè se egh av~sse dormito, in ca.~bio d,ivigilare, probabilmente a quest or~ le _fo:ze motnct dell Adda sarebbero già in mano dell Adnatica e_della Casa Ganz, con quelle tali clausole da me pubblicate, che avrebbero costituito da parte _dello Stato, una vera e propria dedizione <lella pubblica fortuna, confidata alla di lui tutela. Non si tratta di impedire l'utilizzazione delle forze idraul_ich_ei_n_attesa di lontane e ipotetiche applicazioni, ma d1 d1sc1phnarne la concessione in modo che si ris<;>lvano.in ben~ficio dell:economia nazionale, e non già d1 pochi audaci e _prev1~genti speculatori. Su questo camp? veoga pure 11 capitale estero, e sarà il benvenuto. Col sistema escogitato dal!'Adriatica e dalla Casa Ganz no : sarebbe alienazione od asservimento delle nostre piò preziose risorse. La pubblicazione del mio secondo articolo fatta nella Riv~sta del r 5 Agosto, mi dispensa da ogni altra osser- ':az1one. ~on p~sso però lasciar passare le allùsioni delI Ing. Levi relativamente alle torbe, alle ligniti e al consumo del carbone. Noto anzitutto che l'utilizzazione delle torbe e delle )igniti p_er l'ener~ia elettrica, fu. da me accennata come 10tegraz1one dcli eventuale deficienza delle torze naturali per tutti i bisogni dell"economia nnionale. Quanto poi alla scarsa prova che hanno fatto finora essa depone in favor~ dcli~ mia tesi, che cioè dato il lo;o debole potere calonfero nspetto al loro volume, occorre utilizzarle sul posto_ come generatori di forza, e potranno allora soltanto esercitare una preziosa influenza economica. Quanto alle locomotive che consumano 10 kg. di carb~me per cavallo-ora, non sono purtroppo di mia invenzione. Ma a1!1messo pure che non dt:bbono prendersi come base d1 calcolo queste macchine invecchiate che vanno scomparendo per essere sostituite man mano da al_tre che consumano in media 5 kg. circa, il mio rag1onament? resta se~pre inalterato, perocchè ad esse io contrapposi le macchine fisse che consumano un chilo-· gramma per _caval!o_-ora,laddove le piu perfezionate si vanno oramai avv1cmando ~I ~onsumo di 1/2 kg. circa p~r cavallo-ora. Le p~oporz1001 del calcolo restano quindi. se_mpre le stes~e, c10è da I a ro circa. E questo par- ~1 s_1a_?1anteners1 sul terreno della più scrupolosa obb1ett1v1ta. Dr. EDOARDO PANTANO. DON SCIPIONE BORGHESE Il Corriere della Sera del ro- r r Agosto, con molta volgarità di pensiero e di forma, dava questa notizia: Un principe Borghese che fa il socialista Ci t~le~rafan? _da Roma, 9 agosto, notte: Il principe Sc1p1ooeBorghese, socialista cristiano scrive da Lengyel Tolna (Ungheria) una lettera all'Ava;,li acclu~~n?o. cinguanta lire per le famiglie degli arre~tati politici più bisognosi. La lettera si scaglia contro I.i condanna di Turati e De Andreis. Ora ecco la lettera: Lengyel-Tolna m. (Ungheria), 5 agosto 1898. Signor <JJireltore, Solamente ieri lessi sui giornali d'Italia la notizia della condanna dell'avv. Filippo Turati e dell· ing. Lui,,.i De Andreis a I 2 anni di rech1sione. " Essa è u? frutto _amaro aggiunto agli altri frutti di que_ll_apohuca rea_z1onaria, che da noi prende nome di poht1ca conservatnce; ma realmente altro non è se non lo sf?go viol~nto, che la paura sempre suscita nei deboli e nei mal~ag1, _se per avventura sfuggono al pericolo, che. sono 10cors1,Per _la_loro imprevidenza e la loro malvag~tà. --:- Trent an_n1d1 m~l governo, durante i quali fu lasc1~to 11_ca_mpo.~ibero_ a1 conservatori d'orpello e ai mestieranti d1 pohtica, c1 condussero alla grave situazione d_elma~gio scorso. - Per uscirne, piu che alla repress10ne, Camera e Governo avrebbero dovuto essere intenti all'esecuzione delle. riforme necessarie attese, promesse e sempre procrastmate. - Avrebbero dovuto ricercare e curare il male alle radici e non contentarsi di reprimere i fenomeni superficiali e pur troppo sintomatici del disfacimento interiore. Invece la via che l'Italia ufficiale ha scelta è quella stessa che condusse alla rovina la signoria Austriaca e la Borbonica in epoche pur non tanto lontaoe da dover essere completamente cancellate nella memoria di molti fra i nostri uomini di governo. - Tocca ora a tutti coloro che sono in buona fede: conservatori e uomini d'avanguardia - tentare di far argine a questo fatale andare; oppo_nendo_alle arti degli usurai di patriottismo qualche ma01festaz10ne legale e solenne della opinione popolare, che valga, se ancora si e in tempo, a ricondurre sulla retta via la politica italiana. - I conservatori si!1ceri de:on? ~olere il ri_torno a metodi di governo fond~u s~lla gmstlZla, ~emon del motto scolpito sulla reggia v1e_nnese: u Iusltlta regnorwn f11ndame11/11111; » come a tutti deve dolere che una politica farmaceutica privi I~ ~ita italiana del_l'azione di uomini, i quali ~ si cond1v1dano o ao le idee loro - erano forze viventi t:d elementi valorosi nella lotta ideale. ' In attesa che alcuno piu di me autorizzato proponga la forma prat ca della manifestazione cui accennavo di sopra, la prego, signor Direttore, di versare l'acclusa somma alla sottoscrizione per le famiglie degli arrestati politici piu bisognosi. Con ossequio e stima Devotissimo SCIPIONE BORGHESE . Qu~st~ non mi pare. una lettera di uno che fa 11 socialista, ma semplicemente di uno che è galantuomo e ama la giustizia e il suo paese, mi pare una lettera che non solo qualunque liberale ma qualunque conse:vatore, _che ~bbia_ i_dee un po' più eleva~e del Corriere e dei suoi am1C1, potrel,be sot- ~oscn v_ere. Eppure non è cosi. In fondo ha ragione 11 Com~re.. In Italia _sia~~ orm.1i arr\vati a questo, che cht d1lcnde la gmst!Zla senza reticenze e senza preoccupazioni d' interessi:: di classe è subito catalogato tra i partiti sovversivi. Cosi in Russia tutti i liberali sono chi1mati nichilisti. Se poi chi seri ve contro l'ingiustizia militare non è un operaio mezzo mono di fam_e,. ma s_i chiama ~ci pione Borghese, all~ra non gli s1 lascia neppure 11 merito della sin• centà delle sue opinioni sovversive; si rincara la dose e si dice che fa il socialista. La grande anima del Corriere pare non riesca a concepire come si possano avere sentimenti e ideali contrari alla pmguedine della .propria borsa. Ho conosciuto Don Scipione Borghese sei anni fa a un café-chantant di Torino. Era un giovanissimo

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