Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 4 - 30 agosto 1924

'l{,IVIST A POPOLARE 'DI POLITICA LFTTERE E SCIENZE SOCIALI 7I .:Stato siano largamente adoperati a quest'uopo. Siccome -poi il Governo che crea la maggioranza dei deputati può -essere alla sua volta rovesciato da una maggioranza di deputati, è pur naturale che ogni memb:o de_ll~ mag: .gioranza attinga largamente_ aUa fonte ~1 tutti 1 [avor~ e benefici o per sè, o per Ii su.-1colleg10, o _per 1 suoi principali elettori, sicchè in fondo lo Stato viene ad essere un gran banchetto servi_to a spese di tutti . i contribuenti e nel quale la porz10ne d1 ognuno è IO proporzione diretta della forza elettorale organizb.ta che può mettere a disposfaione dei governanti. Il suffragi_o è l'_ar?'la -con cui chi dispone di un nucleo compatto d1 voti riesce a strappare al Governo una patte di quei vantaggi materiali che questo è al caso di concedere mercè le imposte che fa pagare a tutti. IV. Dopo questa breve analisi ~ei mal\ del Parla_mentarismo e delle loro cause crediamo d1 poter facilmente dimostrare che a tutto ciò non si rimedia colla semplice riduzione del numero dei deputati e che anzi questa mi- .sura anzichè giovevole sar~bbe ~annosa. . . Il sistema parlamentare 10fatt1 sarebbe b~n altrimenti pernicioso se realmente tulle !~ forze e )e mfl~enza. so- -eiali fossero prese entro quell rngranaggio o giro d1 favori governativi e concessioni di voti che abbiat?o testè -descritto. Fortunatamente un certo numero d1 queste forze vi sfugge in t_utto o~ in. parte_..So_no ad .e_sempio <JUasidel tutto fuon del giro 1 partiti d1oppos!Zlone ad oltranza. l'opera dei qual! sebbe~e P?Ss~ riuscire incr~- .sciosa ed anche dannosa m certi casi, risponde però m molti altri ad una funzione indiscutibilmente utile; giac- -chè per essi si mantiene ef~cace ed. en~rgi_co il. p_rincipio della discussione pubbhca deglt atti d1 tutti 1 g?- verni. Fuori del giro poi sono pure una ,certa .qua1:t1tà di forze elettorali, che, senza avere un orgamzzaz1one -compatta ~d unifor?'le in tutto i_l _paes~, trov~n? però il modo dt sottrarsi, qua e là net s10goh collegi, IO tutto od in parte all'azione del Governo. Vi sono infatti uomini di tale notorietà o celebrità o che per cagioni economiche hanno un'influenza locale così radicata, che possono riuscire deputati anche senza l'appoggio di a)- -cuna autorità o di alcun partito, e fra essi si recluta ti -ccntingente più indipendente e spesso moralmente più elevato di tutte le Camere. Infine non bisogna dimenticare che la grande n:aggioranza degli elettori non organizzati, che non depongono che del loro voto personale, (troppo poca cosa per barattarlo per un favore permanente e che tutto al più si può vendere momentaneamente per poche lire), può alle volte, spinta dal malcontento o dal senso morale offeso, raccogliere i suoi suffragi su qualunque candidato rappresenti una protesta qualsiasi contro gli uomini che sono al potere_ o l' or- -dine di cose vigente; offrendo così un appoggio ed una base grandissima agli indipendenti ed agli oppositori di ogni genere. Or il restringere notevolmente il numero dei deputati, riducendoli in Italia a cento, equivarr~bbe anzitutto ad escludere quasi dalla rap"lresentanza politica quella categoria di deputati indipéndenti alla quale abbiamo testè accennato. Perchè non si potrebbe restringere il numero dei rappresentanti senza ingrandire di molto i collegi; e per poco che ci si pensa, si vede subito che un grande allargamento del collegio equivale ad espellere quasi dalla Camera tutti quei candidati che hanno per base una forza locale propria, giacchè la loro influenza si può esplicare <J_uasisempre in ambienti limitati, ma difficilmente può farsi sentire in contrade popolate da trecentomila e più abitanti dove sono diecine e diecine di migliaia di elettori fra i quali possono aver presa solo I~ forze elettorali che estendono la loro azione per tutto il paese come sarebbero il Governo, la Chiesa ed ora, solo però in certe regioni, la democrazia sociale. Ed aggiungiamo che anche fra le forze sociali che estendono la loro azione in tutto il territorio dello Stato quelle che perderebbero di più, che avrebbero una rappresentanza sempre meno numerosa in rapporto ai suffragi dei quali dispongono, sarebbero appunto le più deboli. Giacchè un allargamento del collegio elettorale quando non è accompagnato colla rappresentanza delle minoranze, e non potrebbe esserlo dovendosi votare per un sol c~ndidato, riesce sempre di pregiudizio alle minoranze. E intuitivo infatti che se sopra cinque collegi uno o due potranno essere strappati da una minoranza, ciò diventerà impossibile quando i cinque collegi ne formeranno uno solo con un sol rappresentante. Certo non è impossibile che un partito politico, che come forza elettorale è minoranza nel paese, venga ad esser maggioranza anche in un collegio molto vasto, ma ciò potrà avvenire molto raramente. E ad ogni modo poi sarebbero completamente escluse dalla Camera le stumature, le minoranze delle minoranze, quei gruppi e quei personaggi intermedi che non abdicano mai completamente la loro individualità a pro' di un Governo, di un partito o di una setta, che colla loro critica più imparziale sono organi efficacissimi di controllo per i Governi, per le maggioranze e per la stessa opposizione. E poi fra cento deputati dei quali dodici o quindici farebbero sempre parte del Governo si stabilirebbero sicuramente, o meglio si stringerebbero esageratamente quei legami di cameraderie, quei rapporti personali intimi che ora già non mancano e sono• uno degli ostacoli maggiori ad un efficace controllo. della Camera elettiva verso il Governo. I governanti ed i loro partigiani diventerebbero un gruppo di amici, ristretti fra loro non solo dalla comunanza di vedute e d'interessi, ma anche dalla lunga consuetudine e domestichezza, e la dissen3ione e la defelione politica verrebbero ad essere riguardate quasi come torti personali. Ed anche i pochi oppositori colla continua frequenza ed intimita coi Ministri i sottosegretari ed i deputati della maggioranza finirebbero forse col rappresentare quasi tutti una parte analoga a quella degli avvocati d'ufficio, che recitano le loro concioni per dovere professionale senza asprezza e senza passione e guardandosi bene dal toccare certi tasti delicati, ·che alle volte però contengono gli argomenti più vitali (1). Governanti, maggioranza ed anche la scarsa opposizione, diventerebbero infine quasi una gran famiglia riunita da uno spirito di corpo strettissimo e sviluppatissimo e che si considererebbe come la rappresentanza e l'espressione unica del paese. E colla riduzione del numero dei deputati crescerebbe grandemente l' influenza ed il prestigio di ogni singolo deputato e si avrebhe l'esagerazione .di quel!' oligarchia degli elettori del popolo contro la quale ora tanti parlano, seri vono e declamano; e che è forse ragione non ultima deil'antipatia che inspira il regime parlamentare, specialmente in coloro che in Italia non hanno o perderono la speranza di arrivare a Montecitorio ed in Francia al Palais Bourbon. {Continua) Prof. G. MoscA. ANCODREALELN' ERGEILAETTRICA Egregio Signor 1Jiretlore, Il brillante articolo del D.r Pantano, pubblicato nel- !' ultimo numero della sua pregiata Rivista, intitolato « Un grido d'allarme » tocc_a una_questione così impor: tante e rispetto alla economia nazionale e dal punto d1 vista tecnico, che io confido che non le parranno fuor (1) A chi obiettasse che questa stretta cameraderie non si potrebbe stabilire perchè i deputati cambiano o possono cambiare ad ogni legislatura, rispondiamo che anche ora in media piu di tre quarti dei deputati sono sempre rieletti, e che coll'argamento e la riduzione dei collegi, per ragioni che sarebbe troppo lungo di esporre, la stabilità del personale della Camera aumenterebbe di certo.

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