44 'R_IVISTA POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALl Ml, guale che sia il valore d:i ~..:oi_ragionamenti, mentre la Direzione delle Mend10nah s1 è creduta in debito di ribattere direttamente le gravi affermazioni dell'on. Afan de Riverl, l'Ispettorato ferroviario invece ha creduto di poter proYvedere sufficientemente alla propria responsabilità m?rale~inanzi ali' opinione pubblica, accordando un' rn_terv1sta al corrispondent,: del Messaggero che dell_a '°;lportante questione si è oc~upato con vivo e .~pec1a)e·mteressr. E sia pure: esamineremo guell_mterv1sta_dandole il significato di un vero e proprio comunicato ufficioso. (I) ,. * * Il Comm. Ottoleoghi, reggente dell' Ispetto~ato, ricorJa che lo studio dd problema della trazl()ne elettrica applicata ai treni ferroviari fu inizi:it? dall'on. Prinetti, e proseguito dall'on. Pavoncelh, con la nomin:i di una apposita Commissione sulle cui proposte le Società prepararono dei progetti _che una volta compiuti il Ministro del tempo, prima di pronunziarsi, avrebbe dovuto es_am_inare previo il parere dei corpi consulenti. D1ch1ara « perciò semplicemente ridicola l' affermazione che gli accordi con le Società fossero ignorate dai ministri». Ciò significa semplicemente spostare la questionr. La tesi sollevata tanto da me quanto •·dall' on. A fan de Rivera, concerne non già le proposte di studi in genere fatte o da farsi tra l'Ispettora~o e le Società, ma il caso specifico della concessione delle forze idrauliche dell'Adda, per la quale nessuna CO· munica:;ione preventiva venne mai fatta ai rispettivi ministri: cosa che qui riaftermo nuov~m~nte senza tema di smentite. Del resto la stessa D1rez1one delle Meridionali nel suo articolo sulla Nuova Antologia non può fare a meno di convenirne: riconoscendo « con I' on. Afan de Rivera che le Società ferroviarie hanno da prendere iniziative per affari di questo genere col Ministro, anzichè direttamente coi suoi dipendenti, come appunto nel caso presente è avvenuto ». Quale commento più eloquente di questo ? Ciò che vi è quindi di semplicemente_ ridicolo _non solo m:i di altamente deplorevole m tutto ciò è que;to : che il Comm. Ottolenghi, di fronte ad accu~e c:negoriche, come quel1e venulate dall'on. Afa_n de Rivera, e da mr nettamente formulate e precisate, ritenga di p_oter scagion1:e ~e stesso ~ l'Ispettorato ferroviario trincerandosi dietro frasi vaghe, in pieno conflitto con la realtà delle cose, e s~nz~ la diretta responsabilità delle proprie affermaz1om affidate alla discrezic.ne di un'intervista che lascia aperto facilmente l' adito ~ qualsiasi e~ratacorrige. Stando poi allo sche_n:iad1 contratto pi~ sop~a pub: blicato, la responsabilità del!' Ammm1str~z1,one SI aggraya di fron_te alla scad~nz:1,del_ 3.1 i11gl!o 9~ fissata come termme perentorio m cui I autonzzaz1one avrebbe dovuto essere concessa. E poichè nessun Minis,ro ne aveva avuto comunicazioni! e il termine incalzava è evidente che la Società, forte dell'onnipotenza e~ercit_ata pel passa~o sull'Amministrazione dello Stato, s1 reputava sicura del fatto suo. Ciò che non si spiega in alcun modo è invece I~ acquiescenza dell'Is~ettorato a co~~or_dare le _basi di un contratto cosi grave, le cm mc1denze avrebbero avuto una ripercussione grandissima sui rap- (1) Vedi Messaggero. del 12 agosto, N. 223. porti futuri fra Stato e Società - uscendo dall'~~- bito dei suoi poteri di controllo tecnico e ammm1strativo per entrare in quello riservato all'iniziativa del Governo e della sua responsabilità di fronte al Parlamento - senza sentire il bisogno e il dovere ad un tempo di consultare preventivamente il Ministro dei Lavori Pubblici. Il Comm. Ot,olenghi si chiarisce favorevole alla riforma .dell'Ispettorato nel senso che debba e possa aggiungere con:ipeten~a, pr~st)gi? e_d ~uto~ità all'~- zione sua ed a1 mezzi assai lnmtatl d1 cui ora dispone di fronte agli organismi tecnici ed amministrativi delle Società, fortemente costituiti; ma deplora che la si invochi « a base di calunnie, d! contumelie e di denigrazione come quelle a cm sinora è stato bersaglio questo corpo nel Parlamento, nella stampa e nella pubblica opinione>. Di chi la colpa? È purtroppo vero che in Italia si è pi~ facili a criticare il mal fatto che ad affrontare arditamente le riforme intese ad eliminarne le cause determinanti; ma ciò nulla toglie alla realtà dolorosa che l'Ispettorato, cosi com'è, si è chiarito inane a tutelare efficacemente i diritti dello Stato, non solo per la debolezza del suo organismo ma ezian~io per quella di coloro che non hann? saputo at_u_ngere nel sentimento alto della propria responsabilità l'energia della resistenza nella quale avr_ebbero avuto ausiliaria e concorde l'opinione pubblica. Soltanto un'inchiesta potrebbe dire la verità su certi fatti quasi incredibili, ma dei quali si parla oramai un po' dappertutto: di ispezioni ordinate in talune sedi e alle quali le Società si sarebbero ribellate di obbedire ; onde allorchè s_i tratt? degli ultimi casi della Sicula per le note, mgentt multe che la Società poi dovette pagare, ci volle, secondo quel che si afferma, un ordi~e p~rentorio _del Ministro, ptrchè, malgrado ogni resistenza, s1 procedesse all'ispezione. . Per quanto poi lo riguarda personalmente, 11 Comm. Ottolenghi, afferma di non avere alcuna attinenza nè permanente, nè temporanea c~m le Società. ferroviarie, e che, se seguita a fare mtegralmente e a proprio carico i versamenti alla Cassa pensioni pel personale ferroviario, lo fa per non perdere per sè e per la propria_ famiglia i diritti acquisiti verso la Cassa pensiom alla guale era ascritto fin dal I 870, mentre invece ora, come facente parte èell' Amministra_zio~e. centrale l_o Stato, non gli si riconoscerebbe 11 dmtto a pens10ne se non dal 1885. Comprendo perfettamente ciò che egli dice_: ma, in cambio di distruggere, ciò corrob?ra la mia asserzione: che egli, cioè, prosegue vmualmente a far parte del personale ferroviario ; altrimenti quei versamenti non potrebbe fare, nè ripetere quel diritto. Della fama di rispettabilità personale della quale egli gode io stesso mi feci interprete nel mio primo articolo; ma la quistione è ben altra : riguarda il prestigio dell'Ispettorato il quale richiede che i suoi rappresentanti, segnatamente coloro che ne hanno la più alta responsabilità, ve1;1gano sottratti non dirò al dubbio ma anche al più lontano sospttto di non possedere, di fronte. ali!! Società che debhono controllare, tutta quella mdipendenza ed autor!tà morale che è. iodisp_ensabile al rigoroso adempimento del propno uffic10.
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