Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 3 - 15 agosto 1898

'I{_IVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 57 della bionda Tussy, e come lieve sia scorsa la sua prima età. Troviamola al momento in cui quasi contemporaraneamente le muoiono il padre, la madre, la sorella maggiore. Nata per amare, facile agli entusiasmi, dovette sentirsi sola: in preda ad un profondo scoraggiamento, si lt'gò ciecamente al primo uomo, che le si presentò, circondato dall'aureola del martirio, e diciamolo pure, checchè affermi il Berstein, simpatico al magno partito. Ecco il Dr. Aveling. Donde venisse, chi fosse, quell'uomo ella non si domandò, e nessuno per lei. Cred~tte, o meglio, accettò pienamente ciò_ che la g~nte diceva: egli aveva abbandonata la moglie, per fuggir le torture che la donna, bigotta fino all'estremo, gli procurava. Tutto ciò non importava ad Eleonora, la quale altro non cercava, e non chiedeva che amore. La miseria che fin dal primo giorno comparve, sinistra testimone delle tristi nozze, non turbò Tussy, instancabile nel lavoro, impetuosa nelle continue corse, per la città, per l'Europa. Ad un tratto la ingenua allegrezza venne meno, simile a quel cielo sereno, che in un batter d'occhio è coperto da nuvole grosse, minacciose, da ogni lato incombenti. L'uomo, ch'ella aveva scelto a compagno non era degno di tutti i sacrifizi fatti da lei ! Qui ha principio una lotta muta, silenziosa, ma non perciò meno titanica : la ragione inflessibile, analizzava, sminuzzava i minimi avvenimenti, pu trarne oscure conclusiol!i, e il cuore cercava sopraffare la ragione e spegner l'incendio sinistro con fiotti spaventevoli di spe • ranza, di illusioni. Ma se la fiamma per un po' scompariva, il fumo, che avvolgeva tutto intorno, avvertiva che l'incendio non era domato. « Un temporaneo traviamento - non è poi cattivo - quando la nostra condizione economica sarà migliorata, tornerà la pace "· Così scriveva e diceva agli amici. Le finanze della coppia risorsero con l'eredità di Engels; ma la felicità desiderata non venne, chè anzi.... Con quanta speranza Eleonora comprò la sua brava casetta! Il Dottore Aveling continuò la sua vita libertina: in breve alla figlia di Marx fu riservata la sorte della signora Alwng, negli Spettri di Enrico Ibsen. Cheppiù? - E forte come un cavallo, Eleonora - diceva il s1mstro eroe al Liebknecht, nel 1896, con un cinismo, che nelle Corti d'Assise raramente si trova. Forte come un cavallo: oh I egli può andare orgoglioso dell'opera compiuta I A questo punto io non dovrei che tradurre le lettere scritte dalla povera morta, ad un amico buono e fedele, senza commento, chè, certo, nella loro nuda semplicità, direbbero, tutto, tutto. Ma i,rocediamo con ordine. Nel 97 il nostro dottore lascia la casa, senza dir dove si recasse, quanto tempo intendesse star fuori. Così seri veva, allora, Eleonora: Mio caro Fredày (1) Anche oggi ho scritto ad Eduardo. Nessun dubbio: io commetto una debolezza.Ma dopo 14 anni di vita comune! Chiunque avesse il minimo sentimeno d'onore - non parlo di gratitudine, di bontà - risponderebbe alla mia lettera. Ma lui? Temo, che non lo faccia.... Che cosa gli aveva scritto la misera dvnna, a quali sentimenti av.:va fatto appello? Torna finalmente l'uomo: ma non una scusa, non una spiegazione. La colpevole quasi resta Eleonora, che, di debolezza in debolezza, affida al suo compagno la piccola fortuna, in parte frutto di lavori, in parte ereditata dall'Engels. Naturalmente l'Aveling continuò con ardire maggiore nella sua vita scapi 5 liata. (I) Dalla 'Brilli Review e dalla Nerie Zeit. Ecco: Mio caro Freddy, Più di una volta io ho pensato, perchè tutto debba andar male per me. Ieony (Zanquet) ebbe la sua parte di dolori, Laura (Lafurgue) ha perduto i suoi bimbi. Ma Ienny stessa, era contenta di morire, e sebbene per i suoi figli sia stata una sventura, ci son dei momcuti in cui una felicità, tJoa vera felicità, io la credo la morte. Ad ogni modo non avri sofferto, ciò che soffro io. Non credo d'esser cattiva : perchè tutte queste pene? In Marzo l'Aveling s'ammala e va a Londra con la scusa di consultar medici: EdoarJo è andato a Londra pel medico e per altro. Non mi ha voluto condur seco. È una crudeltà questa! Ci son delle cose, capisci, che egli non mi vuole dire. Oh Freddy, tu hai i tuoi figli ; io non ho nessuno, e non vedo attorno nieote perchè valga la pena di vivere I E più in là: Edoardo non mi aiuta più. (.2uesto è il grido più alto, cui succede un silenzio profondo, e quindi la parola dolce, e rassegnata dal cuore, che conchiude nella suprema illusione. Sentitela questa lettera, che è un vero documento. Nes,uno può intendere il caso mio: appena 10111commc10a farmi ragione. L'agir male, è, mio caro Freddy, credilo pure, una malattia morale, che, i moralmente sani, come te e me, non possono compatire e giudicare. Ci son persone alle quali fa difetto un certo senso morale, come altri sono muti, e ciechi. Si è ingiusti, in qùesto caso, a voler condannare. Bisognerebbe piuttosto far di tutto per la cura, e se la guarigione è impossibile,.tentare almeno.... Quali sforzi disperati la povera anima aveva dovuto compiere per arrivare a questa strana conclusione, che almeno le evitava ciò che ella non aveva il coraggio di fare! abbandonare il triste uomo ! Comprendere significa perdonare; ed ella perdonava. Affitta una stanza accanto all'ospedale, in cui l'Avelina va per sottoporsi ad una operazione chirurgica alla gamb,;: cura l'ammalato, con tutta l'abnegazione di cui era capace, fino a condurlo a Marga/e, sulla cost~, per affrettargli la guarigione. Qui l'ultima lettera. Oramai ella non spera più nell'uomo amato, e ài ragionamento in ragionamento concepisce, un suicidio in comune, come suprema liberazione. 5\Ciocaro Freddy, Tempi difficili: po.:a speranza, dolori e sofferenze grandi. Perc/1èandiamo via? Non lo so nemmeno. Ad ogni modo io sono pronta, e lo faccio con piacere. Facile è ricostruire gli ultimi avvenimenti. Il D.r Aveling compra il veleno, ma all'estrema ora, vile come al solito, non ha il coraggio di condurre ad effetto, ciò che prima aveva accettato, e va, "ia, su di un sedile, udite I chè non poteva ancora camminare. Eleonora beve il veleno, muore. Non basta. Lo stesso giorno in cui il misero corpo della suicida si porta va a seppellire, l' Aveling assisteva ad un Match I Io non so se l'Inghilterra cosi ligia ai principii di giustizia, ed ai naturali ma~simamente, chiamerà il colpevole a rispondere innanzi ai suoi giudici, del reato commesso. Non importa : il Dottore Aveling resta una di quelle creature che fanno disonore all'umanità. E che altro resta della triste istoria?

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