Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 3 - 15 agosto 1898

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 53 nello stato dì benessere economico. Di fronte alle manifestazioni di una vita di ordine più elevato, specialmente ne' principali centri della Valle del Po, si notano nel Mezzogiorno manifestazioni di una vita sociale an etrata e uno stato di disagio persistente e diffuso che si rivela sotto tanti aspetti materiali e morali: nell'analfabetismo radicato, in una corrente larga quanto primordiale di emigra· zione, nello spirito litigioso che moltiplica le cause civili, nella deficienza di freni e nelle spinte impulsive che sviluppano certe forme di delinquenza, nella mancanza di una vera vita intellettuale collettiva e, in genere, nell'assenza o nella povertà di tutte quelle manifestazioni di vita collettiva che depongono a favore del progresso di un popolo. Ora, giacchè a questa diversità di caratteri sociali. fanno riscontro alcuni diversi caratteri antropologici, facilmente la tendenza frettolosa a spiegare e generalizzare ha condotto più d'.uno a scorgere in una diversità di razza la causa vera e permanente del diverso grado e delle diverse forme di vita sociale. Io non m'indugerò qui a cercare se e in quanto le forme e il grado della vita sociale dipendano dalla diversita etnica, specialmente quando la storia ci mostra come i popoli si sono mescolati e come la civiltà ha proceduto, promossa da popo!: di razza diversa, che se la sono trasmessa successivamente come un retaggio, a cui ognuno ha recato il suo contributo. Non domanderò 11eppure se sia proprio provato che ad ogni e qualunque diversità di caratteri antropologici corrisponda una diversità di caratteri morali e di vita sociale. Sono questioni queste d'ordine generale che non potrebbero essere discusse convenientemente qui anche da chi se ne sentisse la capacità e il desiderio. Ancor ora il Colajanni ha riassunto e dibattuta as,ai vivamente la questione in un suo opuscolo su La razza maledetta, che, anche a chi non voglia estendere oltre i suoi studi e le sue indagini, può dare uu concetto delle tante difficoltà, a cui si abbatte l' interpretazione antropologica della storia (1). · In ogni modo a chi crede ad una incurabile de• generazione di razza non resterebbe, per amore della logica e della umanità, che predicare una guerra di esterminio; cosa a cui io non so proprio acconciarmi sulla fede di assai dubbie teorie. E poichè, a mostrare la fallacia di queste, più ancora della critica che le demolisce, giova l' indagine che le sostituisce, non è forse inutile, ne inop· portuno vedere se le condizioni particolari del Set· tentrion e del Mezzogiorno d' I tait a non ·trovino spiegazione meno malsicura e pi1ì plausibile in cause, che la storia ha maturate e che la storia può rendere inattive e correggere. III. Chi dà un'occhiata alla carta d'Italia, nota a prima vista come il paese, piano, aperto, solcato da grandi corsi d'acqua nel Settentrione, si va gradatamente allungando e stringendo; e l'Appennino, il quale lo segue nd suo corso, si va sempre più diramando (1) Il Colaianni, già nel suo libro In Sicilùt - Gli avvmi• menti e le caus_e, Roma 1894 (pp. 32 sgg.)- e in altre pubb]i· cazioni precedenti, aveva combattuto il punto di vista antrologico e rilevata l'importanza de' fattori sociologici della vita meridionale. In questa stessa 'R._ivista egli ha pur\! recentemente trattato de' Settentrionali e 5\(eridionali, in giogaie e contrafforti, che specialmente nel versante occidentale, rendono angusta il versante, scoscese le rive, e fanno la regione irta e frequente di gole e valli di difficile comunicazione. In corrispondenza di questa diversa configurazione oro-idrografica del paese, i centri cittadini, più o meno popolosi, che abbondano nell'Italia Settentrionale, scarseggiano sempre più a misura che si procede verso il Mezzogiorno, dove il borgo diventa la caratteristica degli aggregati di popola zione e dà la sua impronta agli stessi aggregati maggiori, pur quando della città hanno il nome e l'aspetto. La formazione della citta era fomentata e favorita nel Settentrione dalla facilità Jelle comuni..:azioni, dalla fecondità della terra, che già aveva rese e mantenute fiorenti le colonie romane, mentre altrove, col venir meno del ceto medio, si spandevano il latifondo, il languore e la devastazione. A misura poi che il centro di gravità del m0ndo civile si spostava dal Mediterraneo all'Atlantico, il Settentrione d'Italia veniva a tronrsi sulle nuove grandi vie comme1ciali; e posw come alle porte della penisola e fatto intermediario tra l'Italia e i paesi stranieri, monopo1izzava il commercio, ne acclimatava qualche industria e ascendeva a sempre maggiori fortune malgrado le guerre di cui diveniva frequente teatro e preda contesa. Milano, il maggiore e più fiorente centro cittadino dell'Italia superiore e città essenzialmente moderna, era venuta in fiore nel di,farsi dell'Impero romano e col propagarsi della civilta nell'Occidente e nel Settentrione d'Europa. Ora la coltura intensiva, resa possibile, oltre che dall'irrigazione, dalla prossimità di città popolose, il commercio fiorente, le industrie, favorite anche da uno sbocco come quella del porto di Genova, dalla relativJ vicinanza alle regioni carbonifere, erano tutte cose che creavano un ambiente di pro• sperità economica. I centri cittadini che n'erano il fomite, ne venivano, per reazione, ampliati alla loro volta, e davano luogo a forme meglio svolte di vita politica e morale. Il cozzo d'interessi, che nel borgo crea le fazioni e degenera in guerricciuole personali, assumeva qui proporzioni tali da trovare un riflesso teorico in op· posti indirizzi d'iL!ee e di azione e determinava la formazione di veri partiti politici. Una vera bor• ghesia, sorta da' commerci e dalle industrie e necessariamente più illuminata per la cerchia delle esperienze più larga e molteplice, sorgeva con la tendenza a francarsi di vincoli e di pastoie, sorretta spesso da un proletariatO più progredito, che alla sua volta avrebbe poi acquistato ragioni di vita politica autonoma, facendo cosi della borghesia già liberale un partito conservatore, ma per forza di cose pure in certi limiti meno restio a riforme. La scuola, che in paesi esclusivamente agricoli è un'istituzione di lusso e un bisogno riflesso, CO· stitui va invece nell'Italia del Nord un bisogno sentito, destinat:t ad esercitare una funzione d'utilità pratica e immediata. L'attitudine e la consuetudine del leggere, la forza delle contese politiche erano poi terreno propizio per la produzione letteraria, del giornale specialmente, che vi sorgeva più vitale che altrove; e il giornale e l'esistenza del partito politiço erano ele-

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