26 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI mincia a passare man mano in quello della realtà - sento rinascermi in cuore delle speranze che, rntto il cumulo delle crescenti delusioni, volgevano al tramonto. E a questa Italia che alimenta la falsa pletora delle sue città con l'an.,mia progressiva delle sue campagne; che lascia cadere sulle sue glebe, senza fecondarli, i raggi dtl suo sole, per riscaldarsi ,dia fiamma delle sue stufe doganali ; e procede alla conquista del proprio avvenire economico ribadendo, ad ogni pie' sospinto, le sue catene fiscali, ili cui ogni anello è una storia di dolori, ogni salùatura un suggello d' impotenza; a questa Italia - riboccante di spostati e rosa dalla tabe dell'affarismo - io veggo succedere, nel lontano orizzonte, un'altra Italia: un'Italia nella quale, da ogni colle, ùa ogni valle, seminati di orti e di case, un popolo di lavoratori forti e sobrii - pei quali il tetto ùomestico sarà opificio e santuario - faccia risuonare l'inno della vita e della solidarietà umana ove oggi non s'ode che la nenia sconsolata dei derelitti o il cachinno dei soddisfatti. /* Ma è tempo di ritornare alla realtà dell'ora pre- ~ente. E per farlo non mi resta che di riassumere in poche frasi il m_it 1 pensiero. L'on. Afan De Rivera, operando e scrivendo come ha fatto, ha reso un segnalato servigio all'ecouomia nazionale. Il grido d'allarme da me lanciato alla Camera, cd ora qui meglio chiarito ed illustrato, non po• ! cva trovare, come già dissi, più autorevole conferma e più luminosa giustificazione. Spetta ora al Governo, al Parlamento, al Paese Ji non lasciar cadere nel vuoto il poderoso problema. Ed è con vivo compiacimento che ho raccolto le notizie relative agli studii iniziati testè al Ministero dei Lavori Pubblici per la riforma della legge e del regolamento sulla derivazione delle acque pubbliche, col fine di sottrarle alla speculazione ::leatoria e monopolizzatrice, nell'interesse dello sviluppo ferroviario, industriale ed agricolo del paese. Possa questo lampo di risveglio non essere ·effimero, come pur troppo· ci ammaestra la via cruris del passato ! Conviene affrontare la questione con larghezza di criterii, senza indebite pastoie che inceppino le molteplici attività al cui svolgimento è affidata la vita economica della nazione ; ma in pari tempo ron l'occhio sempre fisso alla meta che si vuol raggiungere. f: tempo di spezzare la cerchia di ferro in cui, sotto le strette di monopolii palesi o larvati si dibatte il paese che lavora e produce; di mettere l'Italia al coperto di nuove sorprese e di nuovi sfruttamenti nel campo, purtroppo decimato, delle : ue energie produttive ; di modificare radicalmente certi organismi di governo che, come l'Ispettorato. ferroviario non rispondono, come dovrebbero, agli interessi generali della Nazione; di apparecchiarsi in tempo a quella riscossa economica che la scienza e la coscienza del paese hanno fin qui invocato e seguiranno ad invocare indarno, fiochè non aliti nell'anima dello Stato l'anima della Nazione 1 e al tornaconto di pochi non si sostituisca, con virili iniziative e con geniali riforme, l'interesse collettivo del popolo italiano. Dr. EDOARDO PA:.TANO. La~rntesletlaezio~e~li~l'~~ilterra Gl' italiani, che credono ancora di far parte di una nazione libera e civile devono arrossire per vergogna facendo un confronto tra ciò che avviene in Inghilterra e lo spettacolo quotidiano che offre l'Italia. Appena terminato il cosiddetto processo dei giornalisti di Milano. che fini colla condanna di Chiesi, Romussi, Federici, Valera, Don Alberlario, Anna Koulichoff ecc. - processo che seguì alla scandalosa condanna dd borbonico Menzione in Napoli, per pretesi reati sui queli era caduta la Regia amnistia! - sono venuti, e l'arresto preventivo di Antonio Maffi per un articolo biografico su Carlo Romussi pubblicato nella Cooperazione Italiana, e le condann'e in contumacia di Ferdinando Fontana, Gastone Chiesi etc. - rei soltanto di aver scritto in giornali repubblicani -, e quella di Edoardo Scarfoglio innanzi al Tribunale militare di Napoli per un articolo del Secolo riprodotto nel :Mattino. Quell'arresto e questa condanna costituiscono gli episodi, per così dire, complementari e illustrativi del grande attentato contro la libertà della stampa consumato colla soppressione dei giornali incomodi al governo ed alle consorterie moderate. Sarebbe vano insistere sulla od'osa illegalità di questi atti del potere esecutivo, sanati già dal bill d'indennità accordato dal Parlamento; ma è utile e doveroso ritornare sulla inqualificabile apatia del popolo italiano, che le tollera e sulla semi indifferenza del grande giornalismo quotidiano. Ho detto altra volta della fiera protesta dell'associazione della stampa parigina - con a capo Thiers e De Remusat - contro gli editti di Luglio, protesta che iniziò la rivoluzione del 1830; ma non è inopportuno rievocare questo ricordo per fare risaltare quanto tiepida e fiacca sia stata invece l'azione dell'Associazione della stampa in Roma la quale limitossi alla votazione dell'ordine del giorno del 23 maggio, e poi non si fece più viva. Eppure il senatore Bonfadini, che la presiede, quantunque moderato ha un culto per la libertà e per la legalità! Un certo interesse, se non una vera fierezza, il grande giornalismo italiano l'ha palesato nell'occuparsi del caso Scarfoglio. Ma si scorge chiaro che a ciò è stato indotto dalle relazioni personali col direttore del Mattino e non dal sentimento di solidarietà, che dovrebbe animarlo nella difesa della sacrosanta e fondamentale libertà di stampa. Questa ipotesi non è campata in aria e viene avvalorata dal silenzio sul processo e sulla condanna per reato di stampa contro Antonio Maffi. E si che tra il casoMa.ffi e il caso Scarfoglio ci sono delle differenze che rendono assai più grave il primo. Infatti il processo contro l'ex deputato di Milano è stato iniziato col suo arresto preventivo, mentre allo Scarfoglio si lascia ogni libertà di muoversi,
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