Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 2 - 30 luglio 1898

'R.,IVIST A POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI forze motrici dell'Adda - concessione che sarebbe stata indubbiamente seguita da altre - come ne fanno fede gli studi iniziati nelle varie plaghe del Regno - avrebbe messo lo Stato nella quasi impossibilità di valersi del diritto di riscatto per avocare a sè l'esercizio fe~roviario, inestimabile risorsa dell'esau- . sta economia del paese. Assicurando infatti all'Adriatica il monopolio delle forze motrici, destinate a sostituire in un avvenire più o meno prossimo l'elettricità al vapore nella trazione ferroviaria, l'avrebbe resa arbitra della situazione; le avrebbe messo in pugno il manico del c0ltello con cui le sarebbe stato facile d'im- .porre ali'Italia, nel 190 3, questo ferreo dilemma : o la continttazionedelle presenti convenzioni, o il riscatto a prezzi onerosissimi. Si sarebbe rinnovato, sotto altre forme, e con metodi peggiorati quel funesto periodo della vita italiana, nel quale il Governo, meditatamente, per preparare il terreno al monopolio delle grandi Compagnie, lasciò trascorrere, senza denunziarlo, il termine utile al riscatto delle Meridionali; e più tardi, deviando, allucinando lo spirito pubblico, coi falsi bagliori dell'impresa africana, rese possibili quelle Convenzioni ferroviarie che la coscienza del paese chiaramente respingeva, ma che furono, per tal modo, saldate ai fianchi della nazione, come la catena ai piedi del forzato. • Di questa fatale abdicazione delle più gelose prerogative di Stato in mano delle grandi Compagnie ferroviarie, il paese porta impresse le stimmate indelebili in tutte le manifestazioni della sua vita economica; inquinata dal conflitto permanente fra il tornaconto delle Società concessionarie e i grandi interessi della nazione; paralizzata dall'assoluta impotenza del governo a tutelarsi contro la loro indebita e soverchiante ingerenza. E il male dev'essere ben più grave e profondo di quel che non appare, se, dopo una breve permanenza al ministero dei Lavori Pubblici, l'on. Afan De Rivera ha potuto scrivere in proposito le seguenti parole : « E prima di tutto dobbiamo impedire che più oltre si diffondanole voci calunnioseche le grandi Societa sono come uno Stato nello Stato, e che siccome i ministri dello Stato mutano quasi con le stagioni e talora anche più presto,mentre le Amministrazionidelle grandi Società conservano sempre gli stessi uomini, così nella lotta naturale d'interessi si presente da qual partedebba rimanere il sacrifizio.Dobbiamo altresi evitare che si sospetti ingiustamente, che le grandi Societa, appunto perchè sono a capo di fortissimiinteressi, possanopoco alla volta,estendere le loro relazioniufficialied ufficiose, esorbitandoin guisa da aver rapporti con autorità e con dipendenti del Governo i quali devono soltanto corrispondere con i loro superiori. È questo un principio di disciplina che dev'essere rigorosamente applicato, non solo per il prestigio dell'Amministrazionem, a anchenel- !' interesse di quei rapporti correttamente cordiali che debbor:oesistere tra Governo e Società ». Quale più diretta e trasparente allusione di questa, al crescente asservimento della pubblica amministrazione verso le società ferroviare? Il richiamo non poteva essere nè più eloquente nè più opportuno. f: da anni ed anni che si trascina in Parlamento e fuori, senza mai risolverla, una delle più gravi ~uistioni che interessano il paese: la riforma del1 Ispettorato ferrovìario, Che si attende per farlo? Che alle vecchie delusioni si aggiungano le nuQve? La prolungata p.:rmanenza di un Reggente, anzichè di un titolare, alla Direzione di quell'importantissimo ufficio, aggrava la situazione. P.:ggio ancora. Questo provvisorio ha caratteri cosl eccezionali che il prolungarne la durata costituisce un imperdonabile errore di governo. Difatti l'Ottolenghi, il quale proviene dall'Amministrazione di una delle due grandi Società ferroviarie - se è vero quanto mi si assicura - avrebbe assunto lareggenza dell'Ispettorato coli' affidamento che, cessando da tale ufficio, avrebbe potuto liberamente riprendere la sua antecedente occnpazione. E intanto, continuando a figurare virtualmente nei ruoli di quella Società, proseguirebbe a versare nelle casse della medesima, come per il passato, l'annua tangente per il conseguimento della relativa pensione. f: vero tutto ciò ? Urge nel!' interesse del paese che venga smentito o confermato da chi ne ha il diritto e il dovere. Io non conosco l'Ottolenghi. Però debbo dichiarare, per debito di lealta, ch'egli ha fama di uomo integro, intelligente, e di cose ferroviarie competentissimo. Ma tutto ciò, per quanto gli faccia personalmeme onore - e spieghi come, malgr.1do le sue permanenti attinenze con le Società ferroviarie, possa essere stato chiamato a cosi importante e delicato ufficio - non modifica la gravità dell'apprezzamento a cui si presta la condizione singolarmente eccezionale dell'Ispettorato ferroviario, cosi costituito, al cospetto dell'opinione pubblica Come è possibile infatti che questa, di fronte alla nota inframettenza e al crescente prepotere delle Compagnie faroviarie, possa ~cquetarsi serena nell'efficacia morale dell'unico controllo governativo sulla loro azienda ; controllo alla cui direzione è preposto un uomo, sia pu1e risp.:ttabilissimo ma che sarebbe esposto alla eventualità di potere o di dover ritornare, da un giorno all'altro, sotto la diretta dipendenza di coloro la cui opera è oggi chi'.lmato a sindacare. Certe quistioni basta enunciarle per risolverle. Ogni commento sarebbe increscioso o superfluo; ed è già troppo il dover constatare l'incredibile leggerezza con cui si procede fra noi in materie di cosi capitale importanza per Li vita economica del paese. La situazione delle Compagnie terroviarie di fronte allo Stato si va facendo ogni giorno più grave. In attesa dei risultati dell'inchiesta sul loro personale, si delineano già nell'orizzonte dei formidabili punti interrogativi per ciò che concerne le Casse patrimoniali le quali preparano al paese nuove e più dolorose sorprese. Un'inchiesta generale su tutta l'azienda ferroviaria s'impone oramai come un'imprescindibile necessità di Stato, per avvisare in tempo ai rimedi, e per prepararsi, con maturo giudizio, alle determinazioni che il Parlamento dovrà prendere alla scadenza del primo ventennio delle Convenzioni. J:\la d'ora per allora è assolutamente indispensabile, e s'affaccia con carattere di suprema urgenza, una riforma sostanziale ed immediata dell'ufficio di controllo, chiamato a· garantire tanti e cosi vitali interessi della nazione. Qualunque ulteriore indugio non farebbe che ribadire nella coscienza pubblica il doloroso convincimento, che lo Stato italiano è impotente a salvaguardare i grandi interessi nazionali, quando sono

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==