Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 2 - 30 luglio 1898

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI implica chesi viva rubaudo o scorticando molte persone, :che sono molto povere. Qualcuno d,lta banda vive venàendo birra adulterata; altri dernbauo i po/Ieriminatori; .qualche altro si fa promotore di Compagnie fraudolenti; un cerio numero sono pensionati dello Staio ; e vi siedono -anche i mercenari ecclesiastici.Questa è l'aristocrazia che ubriacando di birra l'Inghilterra ha mano libera nel Governo. Ma, dopo tutto, se noi non fossimo una nazione di snobs, sarebbe impossibile, sotto le forme della libertà, che realmente fossimo governati da una villana aristocrazia ... » Noi non garentiamo che sia nel vero interamente l'acre articolista del News paper e vogliamo concedere che egli anche esa~eri e calunni l'aristocrazia e la nazione inglese. -Certo è elle se egli osasse scrivere in ltalia la centtsima parte di ciò che pubblica al di la della Manica contro i grandi proprietari e contro i membri del Senato verrebbe processato e condannato dieci volte al giorno in forza dell'art. 247 del Codice penale, che punisce l'ec- <Citamentoalt'odio tra le classi sociali. Questi piccoli saggi di libertà di stampa servono pure per gli asinelli presuntuosi, che lodano e decant~no la temperanza dd pubblicisti inglesi: temperanza che non è mai esistita se non nella immaginazione dei birrigiornalisti agli stipendi del governo. ~~~~--~-~~~-~~ SILVIO SPAVENTA Mentre era vivo lo chiamavano moderato; e come moderato Io combatterono in tutti i modi - compresa l'aggressione violenta di Calicchio in Via Toledo di Napoli - i progressisti della sinistra. Era un moderato, è vero, cui nocque l'essersi trovato al governo come segretario generale ali' interno <iurante il massacro di Torino nel Settembre del 1864; ma Silvio Spaventa, che in fondo era un intervenzionista, e quasi un socialista di stato, era tale uomo, che se vivesse ancora, molti progressi5ti della Sinistra - a cominciare da Fortis - dovrebbero andare a scuola da lui per apprendere .che cosa sia la liberta: da lui che aveva imparato .ad amarla nelle cospirazioni, nella galera, nell'esilio, Intanto i primordi della vita politica e intellettuale di Silvio Spaventa possiamo conoscerli da una recente opportuna pubblicazione: Dal 1848 al 1861, Lettere, scritti e documentipubblicati da Beneaetto Croce. (Napoli, Libreria Editrice italiana di A. Morano e figlio, 1898). Ed al Croce gl' italiani della nuova generazione, cui, per avventura, potrebbero riuscire nuovi i nomi dei fratelli Silvio e Bertrando Spaventa, dèvono viva riconoscenza. La lettura di questo libro riesce utile non solo perchè illustra la vita e il pensiero di un italiano illustre, ma anche perchè riesce corroborante per le fibre fiacche, che in questo triste quarto d'ora disperassero dell'avvenire. Silvio Spaventa insegna a loro come si deve sperare e cospirare ed agire per la !iberca quando il dispotismo trionfa. E insegna altresl che i regimi che sembrano incrollabili, perchè sorretti dai birri, dai giudici aguzzini e dai cannoni, passano ; passano e anche presto come quello borbonico, che ai pusilli della vecchia generazione, dopo lè sanguinose vittorie reazionarie del 1849, sembrava eterno. Passano, e si rende loro la giustizia che a loro pure si deve, per quanto i Borboni siano odiosi per delitti innumerevoli. Senza aspettare la venuta di un Gregorovius della Germ1nia. Intatti, il Masi nella Nuova ..Antologia (r6 Luglio 1898) osserva che quella degli agenti provocatori agli stipendi di Ferdinando 2° nella giornata dei 15 Maggio 1848 è una versione, che, nonmtante la capacitàa delmq1tere dei Borboni, dev'essere relegata tra le leggende. Questo primo volume del Croce fa desiderare il secondo in cui si dovra dire di Silvio Spaventa dopo il 1861, quando cessate le lotte epiche contro il dispotismo, il forte figlio degli Abruzzi ci si rivela nelle sue qu.:lita di uomo politico e parlamentare. E di lui come tale, in attesa del libro, ricorderò, in segno di onore, la vigorosa campagna contro le convenzioni ferroviarie e in favore del- !' eserciz o di Stato, e il sapiente discorso di Bergamo - di cui si citò nn brano ir. favore della libertà di associazione nd N. 0 23 della Rivista Popolare (Anno 3°) - che servl di canevaccio per la organizzazione della 4° sezione del Consiglio di Stato: una ddle istituzioni non ancora inquinate del servilismo e dalla corruzione, e che fa onore a Francesco Crispi che la ricostituì. ~-~Mt~~~~~~@~­ CRONACHE INT RNAZIONALI L'EVOLUZIONE DELFEDERALISMO IN ISVIZZERA ~ Dopo le ultime sedute del mese scorso le camere federali di Berna hanno proposto al popolo svizzero l'unificazione del diritto civile e penale. Con la costituzione federale del 29 maggio 1874 la competenza a legiferare in materia civile e penale era lasciata ai singoli cantoni. Se essa, come è assai probabile, verra per voto popolare deferita al potere centrale, sara cerramet;1te ovviato al grave inconveniente delle ventiquattro o venticinque legislazioni attuali in materia di diritto, spesso contraddittorie, quasi sempre confusissime, ma il federalismo svizzero, da lungo tempo in agonia, avrà ricevuto il colpo mortale. Così infatti ne scrive un avvocato ginevrino nella Suisse del 22 giugno ultimo: « Il potere che le camere federali hanno accordato alla Confederazione, autorizzandola a legiferare in materia di diritto civile e penale, è, non bisogna dissimularselo, il potere piu considerevole che sia stato mai accordato al governo centrale ... Fino ad oggi i centralizzatori (gli un1tarii) avevano avanzato lentamente ma sicuramentt, sapendo bene che non bisognava fare inghiottire al popolo pillole troppo grosse p.:r arrivare dove essi volevano. Ma questa volta i loro progetti sono assai piu considerevoli e noi non dobbiamo farci illusioni, chè se essi riuscissero sarebbe la fine dell'autonomia dei cantoni. li fatto è brutale, ma per ogni spinto rifh:ssivo è così. li giorno in cui si togliesse ai cantoni, i quali non han110più grau che, il potere di legiferare in materia di diritto civile, che cosa si lascerebbe ad essi? (I)» Ma sebbene una certa resistenza stia accentuandosi contro il processo di lenta unificazione della Svizzera, non perciò meno esso avanza con sicurezza innegabile. Quelle istesse ragioni generali le quali hanno indotto i paesi piu civili a pas~are dalla disunione all'unità agiscono adesso in Svizzera nello stesso senso e la inducono verso le istesse forme. Non è infine privo di significato che il movimento accentratore ed anti-féderalistìco parta appunto dai cantoni tedeschi e dai cantoni (;) Ch. Cherbuliez - L 'rmificatio11 du droit. - dans la SuiJse, N.• 53.

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