Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 1 - 15 luglio 1898

'RJV IST A POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 5 Assab senza commoversi maggiormente .... L'osservaziono:: si estend" alla soppressione dei giornal,, allcr scioglimento delle associazioni, alla proclamazione dello Stato di assedio, alla costituzione ed al funzionamento dei Tribunali militari ... A Parigi, nd 1830, la soppressione dei giornali fu il movente principale della rivoluzione di Luglio, e le ordinanz.e relative provocarono la protesta fierissima dell' as - sociazione della stampa a cui apposero le proprie firme conservatori veri come Thiers e De Remusat. Perciò la Francia è risorta a liberti ed a prosperità. In Italia manca talmente il senso della legalità e della libertà che con vivo dolore abbiamo sentito alcuni, che si dicono democratici, rallegrarsi della soppressione del Mattino di Napoli... perchè era gior_nale monarchico! Questa è la realtà. Per noi non c'è dubbio: il popolo sbaglil attribuendo al Parlamento mali, che esso non ha prodotti. Al popolo si potrà ben ricordare che Parigi fece scontare alla ·Francia, e scontò essa stessa assai amaramente, la tacita acquiescenza ~110 scellerato Colpo di Stato del Bonaparte; ma gli ammonimenti verbali ai fanciulli imbizziti quasi n:ai riescono efficaci: la correzione non viene che dalle dure lezioni dei fatti. L'esperienza è la grande educatrice; e il popolo d'Italia - questo vecchio rimb1mbito - pare che non ne abbia avuta abbastanza. . .. • • In questo stato di cose noi non troviamo da far meglio che ringraziare chi potendo anche privarci delle apparenze, generosamente ce le lascia ; e lo ringraziamo nella speranza che venga un giorno in cui la vista dei simboli faccia risorgere vivo e irrefrenabile il desiderio e il bisogno delle cose, della sostanza. Siamo grati a chi avrebbe potuto darci un gabinetto di senatori o di semplici funzionari comandati, e ce l' ha dato misto di generali e di deputati - e di deputati in fama di liberali; a chi potendo conservart:: al posto un birro emerito come il Cremona, l'ha sostituito con un Baccelli che nominò professore l'Ardigò; a chi potendo sciogliere la Camera mantenendo al posto il Di Rudinì, si affidò a Pelloux. Il Pelloux è un generale: vero. Ma sembra oramai impossibile, che superi un Di Rudini nella reazione; al Pelloux si tenga conto che dovette resistere - lui militare! - alle pressioni dell'ex Presidente del Consiglio, e pur avendo in tasca il decreto dello Stato di assedio nelle Puglie non volle proclamarlo. Del resto qualche cosa già dobbiamo al capo attuale del governo ; e non è p0ca cosa : pare che egli voglia instaurare il regime della sincerità di cui c' è tanto impellénte bisogno. Nelle sue circolari ai prefetti, nelle sue dichiarazioni alla Camera, nelle risposte agli oratori fu netto ed esplicito; pose anche una dose di ruvidezza maggiore dell'abituale nell'eliminare i dubbi, e se c'è qualcuno che vorrà illudersi sulle sue intenzioni dara mostra solt.mto di essere un imbecille. Vediamo. Il Vischi fa una mossa - che poteva essere interpretata come un atto di cortigianeria o come una prova di abilita, - per trascinare il Pelloux a dichiararsi campione della Sinistra, e il Presidente del Consiglio, senza preoccuparsi dell'imbarazzo in cui poneva i colleghi suoi che sinceramente credono di rappresentare l'antico partito liberale, gli risponde : picche ! Bravo. Il Barzilai con vero accorgimento espone le statistiche rivoluzionarie di Crispi sulle incostituzionalità della soluzione della criri - 22 risolte incostituzionalmente sopra 28 - dal 1860 al 1892 ; aggiunge che questa ultima soluzione può piacere solo al Sonnino, che vuol tornareallo Statuto come tutti sanno, cioè, rendendo arbitro di ogni cosa il Re ; e il Generale Pellòux lascia passare senza proteste. Benone. (Qui apriamo una parentesi. L'on. Barzilai avrebbe dovuto complet-.re l'esposizione della realtà costituzionale nostra con quest'altra circostanza: quando la Camera recalcitra la si scioglie, con o senza proclama di Moncalieri; la si scioglie come nel 1892 per punirla della mala accoglienza fatta all'on. Giolitti; la si scioglie come nel 1894 a difesa dell'onore privato di un ministro. E con ciò viene meglio di• mostrata la inutilità e la intempestività degli ardori assolutisti della Gazzetta di Venezia !) Il Ferri fa l'ingenuo e vuol sapere quali sono i partiti che il governo attuale tratterà da nemici e il Generale Pellouir non esita un istante- a manifestare i suoi proponimenti : i socialisti saranno considerati fuori della legge. Commento questo opportunissimo per qualche prefetto· che avess~ potuto ingannarsi sul rispettoalla legge inculcato nella circolare annunziatrice Jel nuovo ministero: s'intende che la legge esiste pei soli amii:i delle istituzioni • Magnificamente. Così avremo l'altissimo onore di stare accanto alla Russia nella caccia contro i socialisti ; poichè la propaganda loro pacifica e leale è permessa in Austria, in Germania, nel Belgio, nella Spagna. Che lo sia in !svizzera, in Francia, in Inghilterra e nei paesi Scandinavi non conta: quelli non sono Stati da potersi citare a modelli di sana ·conservazione delle istituzioni e dell'ordine. Ordine, ordine v'uol essere! ordine - comunque ottenuto: coi processi, cogli scioglimenti, cogli arre5ti e collo:: cannonate anche contro i poveri che vanno a chiedere la minestra a1Cappuccini di Piazza Manforte in Milano! Ordine e conservazionedelle is:it11zioni: ecco il programma chiaro e limpido, come un brillante dall'acqua purissima, del Ministero Pelloux. Tutto il resto è contorno magro e artifizioso di amici compiacenti o di nemici impotenti cht::vorrebbero discreditarlo per dargli il gambetto. E che vuglia mantenere l'ordine col sis;ema russo n'è prova che ha ripresentato, e fatto approv:ire, alla Camera quel progetto ultrareazionario sui cosidetti provvedimenti politici urgenti e temporanei, ~ra i quali è compreso il domicilio coatto iu Assab ! E se non bastasse ci sarà il resto che compenserà a usura il ritiro dell'art. 3. Il silenzio sapiente o !a -dichiarazione esplicit:i dell'on. Presidente del Consiglio riescono a siffatta conclusione, la quale acquista il sapore salato militaresco quando il generale Pelloux all'on. Ferri, che si lamentava dell'illegale scioglimento del comizio di Torino per la candidatura De Amicis, risponde schietto : stamani la prima cosacheho fallo e stata quella di telegrafareal Prefello di Torinoapprovandonel'operato. Ve lo immaginate voi, o lettori -:arissimi, ciò che sapranno fare i Prefetti del Regno d'Italia -

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