Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 1 - 15 luglio 1898

, RlVISTA POPOLARE 'DI POLITICA L'l:TTERE E SCIENZE SOClALf verno passito nel momento della sinceri.tà ; o poco dopo e d1lle piu autorevoli riviste, di cui qui stesso si sono riportati lunghi e convincenti brani. ( r) Il processo contro De Andreis, Turati e Morgari, quindi, non mira che a sbarazzare il terreno di alcuni temibili avversari politici per seppellirli in una gelida muda senza preoccuparsi menomamente della caus1 della giustizia e della libertà! . • • Il discorso dell'on. Villa fu una reqmsitoria contro gli accusati; e fu requisitoria vile, perchè gli accusati non potèrùno contrapporvi la loro parola. Assisteremmo ad un miucolo se, dopo quel discorso, il Tribunale militare di Milano rendesse giustizia assoh·endo gli accusati ; e se il miracolo si verificasse si dovrebbero glorificare i giudici-soldati, cacciando le toghe dal tempio di Temi per sostituirvi gli elmi. Tale la situazione creata dal discorso dell'on. Villa in cui l'ignoranza completa del moto sociale contemporaneo accoppiossi alla sconvenienza, al mend1cio, all'oblio della storia contemporanea. Per combattere i socialisti l'on. Presidente relatore dovette mettere a nudo la sua fenomenale ignoranza sul significato od:emo dell.1 parob rivoluzione. Poteva dimenticare che un generale Morselli scrisse delh rivoluzione del 18 marzo 1876, ma non doveva ignorare il significato, che alla parola rivoluzione oggi danno i ,socialisti. Venne luminosa·nente, tipicamente precisato da FeJerico Eogels, il cui nome forse riesce nuovo all'on. V1ll1. Engels, persino lui, il compagno e cooperatore di Marx perchè caldeggiava il socialismorivoluzionario caldeggiava la legalità: la legalità che uccide gli avversari dei poteri politici ingiusti e impopolari. Perchè voleva la rivoluzione sconsigliava energicamente le som · mo:;se e i tumulti, giovevoli soltrnto ai nemici del popolo, che le reprirr.ono sanguinosamente e le tolgono a pretesto di reazioni lunghe e feroci ; sco:1sigliavale, infine, perchè dimostrava I.i certezz1 che ogni tentativo insurrezionale oggi si trasformi in un massacro. Perciò i governi - in Inghilterra e in Germania, in Francia e nel Brlgio - che pur scnt 'no il do.,ere della difesa dello Stato permettcno che i socialisti si denominino partito rivoluzionaria e non toccano loro un capello. E se pur dovesse accettarsi il senso v0lgare della parola rivolutione, qu1li elementi possedeva il Villa, racchiusi nella misteriosa c.1ssett1 dramm:iticamen:e posata sul b:inco della Con,missione, per designare come rivoluziona1'i socialisti? Una lettera di Andrea Costa: una lettera terribile? s:curo; ta11to da indurlo a neg:::re per lui l'autorizzJzione a procedere .... E lJ lettera po~ta la d1ta del... r 88 r ! E bisogna vedere con quale enfasi !'on. Villa ci si accJniva nella citazione delle prove dell'odierno rivoluzionarismo dei socialisti .... PJreva un artista che r.:citas,e una tr,1gedia infern:ile, mentre non ~i trattava che di una farsa indecente. E se quel documento avesse avuto l' importanza che l'accusatore non osava attribuirgli, era conveniente che egli lo evocas,e quJ11do al banco del governo sedeva Alessandro Fortis, che nel 1881 - d:ita della lettera di Costa - milita\'a ancora fie- (r) L'ultimo numero della 'R._iformasociale contiene un pregevole articolo di Nitti, che conf,rma tuai gli studi precedtnti. ramente nel partito più autenticamente rivoluzionario, che ci sia stato in Italia : nel partito repubbli-:ano mazziniano ? E se h interpetrazione di Engels, accettata dai socialisti italiani del concetto rivoluzionario non esistesse; e se i riguardi dovuti ad un membro del governo non avessero sconsigliato l'evoc:.zione di quella lettera e di quella data, era lecito ad un uomo politico dello Stato italiano imprecare contro la rivolnzione, di cui è il figlio legittimo ? imprecare alla rivoluzione, di cui furono sacerdoti sinanco Visconti Venosta e Depretis ? Senza la rivoluzione, la Dea tremenda che desta l'orrore dei pusilli e dei gesuiti, l'oo. Villa non avrebbe avuto l'onore di parlare a Montecit0rio ; e se plrlò, come fece il giorno 9 Luglio, egli è che lui della rivoluzione italiana non conobbe i p~ricoli e i tormenti morali e materiali che l'accompagnarono e limitossi a raccoglierne i frutti. Egli è un vero lavoratore della venticinquesima ora. Il rappresentante dell'avvocato fiscale di Milano nella Camera dei D.:putati ebbe forse paura di non avere il consenso della maggioranza; per assicurarselo credette utile ricorrere alla rettorica più volgare e piu impressionante, e le parole accompagnando coi gesti, che volevano indicare terrore, rievocò il sangue sparso, i ribelli armati .... di tegole! Ma i ribel 1i non ammazzarono i difensori dell'ordine; ma il sanguespa1'sofu sangue di cittaJini inermi e non di solda·i ! interruppe indignato l'on. Pmtano. Non l'avesse mai fatto: costrinse l'oratore alla menzognJ sfacciata. Villa, il rappresentante dei Tribunali militari in Parlamento, scombu3solato dall'impertinente che lo richiamava alla verità, nell'audacia estrema trovò la risorsa: e assicurò di aver visto coi propri occbi il s1ngue versato ... Quale sm· gue? No. C' è l'alibi ufficil!e, che stabilisce la menzogna : mentre a Milano versavasi il sangue de.i cittadini, a Torino !'on. Villa inaugurava l'Esposizione e con discorso magniloquente commemorava il giubileo dello Statuto. È un uomo fortunato l'on. Villa: egli potè pronunziare la sua requisitoria nel silenzio della Estrema Sinistra, che fremeva, ma non volle dare occas:one colle oneste e fiere proteste, che s:irebbero st:ite chiaramente intemperanze, a fare perdere la libertà a tre suoi amati compagni. E ringrazi Dio l'on. Villa della singolare fortunl, che lo assiste. Infatti: difende BernanJo Tanlongo, che doveva essere condannato, e trionfa facendolo assolvere; accu,a De Andreis e C.i, che dovevano essere liberlti, e tr:onfa facendoli consegnare al Tribunale milime. (1) Possa lddio perdonargli uli sinjstri trionfi ma non glieli potranno perdonare gl' Italiani se torneranno al cult0 della libertà e dellà giustizia. Lo ZOTICO. (1) 1el\a tornata su.;ce;siva della Camera (10 luglio) discutendosi i provvedimenti eccezionali proposti dal governo per la tutela dell'ordine pubblico, ]'on. Pautano. riferendosi alle parole profèrite il giorno prinu da1l'on. Villa, pronunciava le seguenti che stralciamo dal resoconto ufficiale: « Pantano. Leggi siffatte non si propongono mii in un Par•

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