RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALC guardarsi dai teorici mooos:llabisti : tanto dai protezionisti ad oltranza, come da coloro che sognano un' Italia esclusivamente agraria e del tutto liberista. Biso)?na tener conto non solo delle nostre condizioni reali, ma an,he di quelle degli altri paesi per vedere quello che ci possono dare a quello che ne dobbiamo tenere. 4° Il credito. E uno dei fattori principali dell'economia nazionale; e tra noi è scarso, difficile, disordinato, io condi,ioni anormali. Non è facile porvi riparo e renderlo forte ed efficace e ben distribuito perchè i perturblmenti dd crefao dipendono da un mondo di cause, che hanno agito direttamente o indirettamente, e la loro rimozione sarà lenta. 5° La riforma tributarili. Non deve consistere soltanto in -diminuzione d' imposte e di versa loro distribuzione, ma ,an~ che in maggiori dispendi per alcuni servizi pubblici. Richiede del tempo; e non poco. Sono questi i rimedi che pJs ;ano assicurare la stabilità dello Stato e fare dell'Italia una oa,ione veramente grande, stimata e temuta. Ricordiamoci che l'Italia 1101p1otrà esisterepoliticamentese 1101s1apràessereeco110111ica111ente gra11de.(Rivista politi.a e letteraria. Luglio) (1). G. Borelli: Il governodi sinistra. L'abbiamo, dicono, intero, - tutto d'un pezzo, nel gabinetto del generale Luigi Pelloux ; ma, in fondo, questa Sinistra, a scartamento ridotto, è una compagine avariata, compromessa e bastarda. Ed è fatale che una qualunque Sinistra di ricomposizione nel nostro Parlamento, al punto cui siam giunti, sia niente al'ro che una superstiziosa caricatura nominalista o una mistificazione, pr~cisamente cosi come la Destra del Marchese di Rudinl, è stata la più temeraria usurpazione del nome e della tradizione gloriosa, che fosse dato imaginare. Sinistra e Destra, in tutto il loro preciso senso storico, nella organica integrità del loro contenuto, sono ormai due fasi trapassate, e insistere a r;alvanizzaroe il cadavere sarà un perditempo non innocuo. Perchè non invano si camuffano cose ormai repellenti a simili artificii, con la maschera di ostinazioni e passioni senili. Il guaio è che i tempi son di troppo mutati, e la sinistrala di princisbecco esce alla luce già tutta spennacchiata. Le tanto strombazzate riforme della sillistra antica si ridussero a fiaschi o a mistificazioni. I nuovi ministri della Sinistra. che, sono persone intelligenti, queste cose, anche se non le voglioo dire, le debbono vedere e pensan:. Ood' io, seguito ad affermare, che la loro, in ogni caso, sarà una Sinistra sui generi;. -Migliore o peggiorè poi dell'altra, questo non so. Staremo a vedere con fiducia, sempre più scossa, nell'~s'to lieto o almeno preparatore di giorni meno fos :hi. E se alle parole idropiche del loro vocabolario, i nuovi ministri, sostituissero op~re ris1natrici, per quanto più modeste, il paese che ragiona potrebbe con noi far loro grazia dello stendardo logoro che gli amici troppo zelanti van loro sblndierando innanzi. Comunque, io invoco la coerenza nel governo, che la produrrà nella c~mera; e la invoco perchè è la cond zione dell'esercizio legittimo delle libertà ; perchè credo che il regime liberale sia l'unico che ci dia un terreno possibile e aperto ad ogni impulso progressivo, per l'evoluzione pacifica delle forme sociali. Fuori della liber,à non vedo che un gran buio, solcato da lampi Slnguinosi. (L'idea liberale, 30 giugno). 9.<osèD11ri: Quhtionirelativeai debiti pubblici. Tra le quistiooi finanziarie più discusse è quella relativa ai debitipubblici onde stabilire su quali classi sociali essi pesano maggiormente. Quantunque uno scrittore autorevole com' è il Loria abbia negato che i debiti pubblici pesino maggiormente sulle classi lavoratrici, pure si può riaffermare tale postul.ito specialmente collo sviluppo del debito pubblico italiano - gl' intere1si pagati dall'Italia erano 450,352,097 nel 1871 ed arrivarono a 765,538,317 nel 1896; il debito saliva da nove miliardi circa a tredici miliardi e cè 110 milioni circa nelle due epoche. Ddl'aumento d'imposte necess1rie per par;are tali interessi i proprietari e i capitalisti si rivalgono in mille modi, sicchè si può dire che es,e non pesano su di loro. Ciò spiega la preferenza che i proprietari nello spendere danno sempre ai prestiti, anch~ quando i capitali tolti io prestito devono servire a usi imp-oduttivi. I prestiti pubblici rappreseotano pei proprietari e pei capitalisti un eccellente affare, ed è perciò (I) Q,1esto articolo può fJre buona compignia a quelli, che abbiamo riassuoto nel numero precedente esponendo il Giudizio degli altri. Notiamo che questa 'l{_1vista rispecchia tendenze e interessi di classi p'uttosto conservJtr"ci. Di 'fronte a tanta unanimità degli studiosi sulle cause dei tumulti, diventano pazzeschi, anzi delittuosi, i progetti dei ministri e le tendenze ddla maggioranza della Camera in senso reazionario. N, d. R. che i parlamenti nei quali essi dominano li votano volentieri. ('1Jevmir socia/. Maggio). G. Sere/: L'avveniresocialistadei sindacati. La conclusione dello studio sui sindacati è questa : rssi in Inghilterra furono marxisti senza conoscere le dottrine di Marx e prima che ques:e venissero enunciate. Il proletariato non può emanciparsi imi• tando i processi della borghesia. La sua azione di fronte allo Stato dev'essere doppia: 1• deve entrare in lotta nei rapporti attuali dell'organizzazione politica p~r ottenere una legislazione sociale favorevole al suo sviluppo ; 2° deve usare dell'influenza ch'esso acquista, sia nell'opinione, sia nei poteri, per distruggere i rapporti attuali dell'organizzazione politica, strappare allo Stato e al Comune, una ad u01, le loro attribuzioni per darle agli organismi proletari in via di formazione, cioè ai suoi sindacati. Il proletariato deve emanciparsi dagli intellettuali, e restare esclusivamente op:raio. Il suo sviluj>po ha biso~no di una potente disciplina morale eser~itata sui suoi membn: esso può esercitarla per mezzo dei suoi sindacati, che sono destinati a fare scomparire tutte le forme di aggrupplmeoto legategli dalla borghesia. Per riassumere il mio pensiero in una formuh dirò: che tutto l'avvenire del socialismo risiede nello sviluppo autonomo dei Sindacati operai. (L'H11manité'1\.,011vel/e. Maggio). G. L. Massara: Dopole barricateL. avocedi unconservatore. Gli ultimi avvenimenti erano fatali; è accaduto quello che doveva accadere. Il popolo vuole che morali siano gli uomini che lo governano, illibati i co,tumi, pronta e sicura la giustizia; ed ha occhio penetrante, sentenza infallibile e fiera pc-r ogni deviamento dalla retta via. Il popolo finisce col disgustarsi, col nausearsi di tante turpitudini, e, senza sottilizzare sugli uomini che gli predicano ere nuove di giustizia, ne segue gl'ideali e per questi va sulle blrricate. Riconosciamolo noi conservatori : c'~ disagio economico, c'è miseria, c'è cattivo governo, e plssata questa bufera di lacrime e di sangue procedbmo noi a rifo·me energiche e coraggiose, senza lasciarci arrestare d.i miseri piati di pochi, diamo a chi soffre il convincimento morale e materiale che· da noi e da noi soli (? 1) può venirgli miglioramento alle sue condizioni, ed instilliamo nel popolo la convinzione che coli' ordine ed il rispetto all'autorità si può. in regime monarchico, attuare qualunque audace riforma non solo senza scuotere le istituzioni, ma rinvigorendole. Persuadiamoci poi che le idee, comediceva Cavour, non si combattonoefficacementese 1101c1olle ideepoic/Jépocovale la compressionemateriale. ( Vita i11tema~io1zale, 20 Giugno). Vilfredo Pareto: Letteraapertaal ministroCremona. Le parole colle quali ella chiude la relazione sul disegno di legge, che istituisce una nuova inquisizione della fède per i professori dd bello italo regno meritano di essere meditate da ogni scrittore delle scienze sociali. Ella ha il torto però, di non dire quello che devono credere e insegnare i professori: il Sillabo dei cattolici è preferibile perchè è chi1ro. Ella non ha alcun concetto della S:ienza, altrimenti non la definirebbe stranamente e non la direbbe amica della pace: Moltke la diceva amica della guerra. E tra il giudizio suo e quello di un grande generale amico ddl'ordinc un povero profossore si troverebbe imbarazzato. Non basta dire che la ma è la vera scienza: bisogna provat:lo. La scienza non può che essere l'amica della verità. Niente altro. Tutto il suo progetto di legge, quindi, e tutta la nuova inquisizione che vuole organizzare vanno a contradire il canone supremo formulato da Stuart Mili nel suo libro: 011 liberty e cioè che : " la libertà assoluti e completa di contraddire e di disapprovare la nostra op,nione è la sola condizione che ci permette di affermare la verità praticamente, e nessun essere umano può in altro modo essere sicuro di conoscere il vero. » Ma come non capisce lei che togliendo agli avversari la facoltà di dire le loro ragioni toglie nel tempo stesso, e appunto perciò, fede nei principii che vuole far credere veri? Coi carabinieri, io Italia, potrà imporre silenzio; ma fuori i suoi metoJi scientifici faranno ridere. E veda a quali estremi si arriva coi suoi criteri scientifici: dovrà destituire un professore di economia politica, il quale esponga le teorie del libero scambio, poichè il propugnare quelle teorie in un paese nel q·Jale la protezione doganale toglie il pane di bocca al popolo<: fa crescere il numero dei morti di pellagra, e cagiona infinite sofferenze, è propri.l « ba,zdireo difmdere dvttrine che possono eccitareo indurre al vilipmdio delleistituzioni all'odiofra le classi sociali.» (Germinai 1° Luglio) (1). (l) Riassumiamo questa brillante lettera del nostro amico. perchè sebbene il Cremona sia nndato ,·in e l'abbia sostituito il Baccelli, temiamo forte della sua riaur,·ezione e del prevalere del suo spirito. N. d. R.
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