Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 23 - 15 giugno 1898

348 RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI La Rivista ha lodato, più d'una volta, !'on. Co• lombo che si dimise da ministro nel 1892 e nel 1896, per non rinunziare a ciò che c~stit~isce uno dei caposaldi del suo programma: nd11zwm delle spese militari. E, sia detto e torni a suo onore, questo medesimo programma egli annunziò e conservò il dom:111idell'insurrezione milanese. Da lui non dissentono due altri conservatori: gli on. Prinetti e Carmine, i quali vedono ed inten• dono che il pericolo delle sommosse può venir allontanato, solo eliminandone le cause generatrici. Insieme con questi conservatori mi piace far menzione di due liberali - differenti per età, temperamento, tradizioni, origine - che la pensano perfettamente come !'on. Colajanni. L'on. Coppino, uno degli amici più fedeli di Crispi, non ha esitato nella intervista con la Gaz;zett~ del Popolo, a dichiarare che la salvezza può aversi riducendo le spese militari. Chi sia il Coppino - ultimo avanzo del vecchio liberalismo piemontese -non ho bisogno di ricordare. Alla sua volta l'on. Giustino Fortunato, in una lettera, che ha fatto il giro dei giornali, ha i?• sistito sulla necessita di ridurre le spese. - Ma m quali capitoli? - gli si domandò con malizia poco fortunata, a dir il vero, dal Don Chisciotte. Diavolo, ci voleva molto poco a capirlo! Non l'ha cantat~ in tutti i toni, alla Camera l'on. rappresentante, d1 Melfi? Le spese militari, le spese militari! . . E giacchè siamo a questo, vale la pena d1 nco_rdare il discorso tenuto alla Camera 11 4 Maggio 1897 sull'Ordinamento del/'esercito, dal suddetto onorevole. Come precedentemente avevano fatto il Colajanni ed il Carmine, egli dimostrò la sproporzione tra la potenzialità economica de! ·paese e le spese militari, ricordando che queste ultime stanno al reddito come 1 a 154, in Italia, mentre poi stanno come 1 a 186 in Prussia, 1 a 205 in Austria, 1 a 244 in Francia, 1 a 32; in Inghilterra .... E chiamò più che stolta, colpevole la :~nd?tta dei ministri che aumentano le spese m1lnan e continuano nella folle megaiomania, ch'è il tormento dei paesi poveri e decaduti. Sostenne la causa dei poveri, e rico_nobbe ~he se__era po~si?ile una più elevata tassazione dei redd1t1 magg10n, era doveroso un alleviamento in corrispondenza dei redditi minimi. Conchiudeva, infine: « Io sono stato lungamento l'.iutunno scorso, in un angolo remoto del nostro Appennino, ove ho molto guardato intorno, molto osservato, molto ascoltato in tutte le classi sociali; ci son tornato durante il periodo el~ttorale e a me corre l'obbligo di dirvi, che noi dormiccbiam~sopra un vulcano! I lavoratori d_ellaterr~ nell'I-: talia meridionale, che nulla sanno nè d1 re:,ubbhca nè d1 socialismo non hanno bisogno di essere agitati dalla propaganda dei partiti estremi perchè essi sono già abbastanza agitati e sospinti alla disperazione per conto loro: i lavoratori della terra tacciono laggiù, pcrchè credono di essere ancora deboli, ancora impotenti contro un ordine politico, la cui funzione principale è quella dell'esattore, la cui organizzniooe tnbutaria rastnta il regime della confisca. Ma c'enell'aria qualcosadi quell'afa che annunzia e precedegli uragani, qualcosan, onso,comeima tempestasordadi odi e di rancori, che non puo a quanti aborrono comeio l' abo1To,dalla violenza e dalla lottadi classe, 11~11 farci paventaree P;evenireil pericolo. ~l d_isagio economico: questoe la vera ·debolezzadDalia; questa la solaforza dei suoi nemici. E la sc!enza politica non è così miseramente superba, che debba, 10credo, non solo rifiutare gli avvertimenti, ma sdegnarejinanco gli avvisi! » « Pensiamoci, onorevoli colleghi, e noi delle vecchie Legislature cui rimorde il passato, e voi di queste ultime elezioni, che siete liberi, fortunatamente liberi, d'ogni responsabilitit, facendo nostre le parole, che un tempo prof• feriva quì il Presidente del Consiglio: « gli uomini di Stato tendano essi l'orecchio per udire il mormorio dei malcontententi, e non trascurino essi i sintomi del male, da cui è travagliato e che prestopotrebberoessere senza rimedio. » Non c'è da togliere un sillaba a questi ammonimenti che vengono da un milionario, liberale; e per giunta immune di politiche ambizioni. Come mai i governanti non hanno ascoltato nemmeno questa voce? Nessun attenuante potrà concedersi loro: la loro imprevidenza ed il loro disastroso governo resteranno fenomenali. Nella medesima discussione sull'Ordinamento dell'esercito, il Colajanni, dopo aver dimostrato che, nello stesso interesse dello esercito, erano indispensabili riduzioni nelle spese militari, conchirn,e, colla sua solita ruvidezza, molto più reale e sana di tutta l'utopia sentimentale ,dei nostri vecchi politici: rjcvrdalevi che in un momento di pericoloper la patria potrete trovarvi alle spalle: nel Settentrione,le Pas</..ue veronesi, nel Mezzogiorno le ordedel Cardinale RuJjo! Orbene, avvertimenti cosi nt-tti, cosi imparziali, sono stati sino ad oggi perfettamente inutili. Non esito a dare un consiglio al Colajanni: accetti pure la dichiarazione che il telegramma del « Corriere della Sera >> gli fa fare, anzi dichiari proprio espii: citamente che, realizzandosi le sue proposte, egh sarà un monarchico. Quale uomo in Italia avrà il coraggio di tradurre in fatti le sue proposte? Oh, saranno gli stessi monarchici che costringeranno !'on. Colajanni a restar repubblicano! GIUSEPPE PARATORE GOVERNANTI E GOVERNATI (Il giudizio degli altri) Abbiamo sempre sostenuto che in Italia i veri colpevoli e responsabili dell'anarchia morale e dell~ depressione economica devono cercarsi nelle classi dirigenti, che hanno fornito e forniscono lo sto_ck degli uomini di governo. Con vivissima compiacenza vediamo che il nostro giudizio viene adesso accettato da quei conservatori, che non hanno mai perduto il ben dell' inteltello. Nè fa prova l'articolo: Nuovi pericoli dell'autorevole Economista di Firenze (26 magaìo),articolo che in gran parte riproduciamo. L'illustr~ Prof.Vidarin, ell'fdta liberale di Milano, ha manifestato idee identiche - e non per la prima volta nè io questa occasione dolorosa -. Queste assennate .considerazioni acquisterebbero maggior valore se si esaminassero i rapporti tra i governanti e aovernati in Inghilterra, dove il progresso politic~ in grandissima prevalenza si riscontra tra i primi. Ecco ora l'articolo della rivista fiorentina : Per quanto - come sovente abbiamo ripetu~o ..,.... l'Ecouomista intenda di mantenersi estraneo ad ogm questione e discussione politica, nel momento presente tropp~ stretti e molteplici sono i legami che passano tra la s1-

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