Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 23 - 15 giugno 1898

346 RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI sfacciati, non è più fortunato in quello del diritto: la legge non l'assiste quando la invoca per farle punire. Nel fatto che l'esistenza di tali associazioni venne rispettata per anni ed anni - salvo periodi intermitteuti e poco duraturi di mania persecutrice - dai ministri di destra e di sinistra, c'è già una forte presunzione in favore del loro diritto. Ma il loro diritto venne valorosamente difeso ed èsplicitamente riconosciuto da giuristi eminenti di ogni parte politica, in Parlamento e fuori. Ricordiamo Gii.:seppe Zanardelli. Lo difese e lo riconobbe in Maggio 1878 contro Giovanni Nicotera all'epoca del Congresso repubblicano dell'Argentina; lo difese e lo riconobbe ancora più brillantemente nel memorabile discorso dell' I r Dicembre 1878 in occasione dell'attentato di Passanante. -In altri ttmpi - un mese fa - la parola di Giuseppe Zanardelli pel Don Chisciotte sarebbe ~tata quella di un oracolo, o per lo meno del monarchico più illuminato. Oggi può essere sospetta quanto quella di un rivoluzionario. Ma potrà non ascoltare quella di un uomo che fu una delle più grandi illustrazioni e del più forte carattere che abbia militato nel partito dello stesso on. Di Rudini? Di quest'uomo !'on. Mirabelli, da Napoli, ci manda n~olti brani di un discorso, nel quale in base al diritto ed al Codice penale di allora vertgono lucidamente segnati i confini tra i preparativi, il tentativo e la consumazione di un reato. Li riprodurremmo tutti, sa la tirannia dello spazio non ce lo vieusse. Pel ca50 nostro, però, basta riferirne !et• teralmente la conclusione, che riguarda per l'appunto l'applicazione delle accennate distinzioni alle associazioni repubblicane. L'oratore dopo avere ricordato che l'on. ministro Depretis, nel discorso ·pronunciato nella Camera dei deputati ìl 3 aprile 1879 (Atti parlamentari, XI I I legislatura, vol. 6 p. 5 52 5) parlando delle Associazi011i repubblicane diceva : « I criteri adottati dal governo furono i seguenti: Nessun provvedimento finchè queste associazioni rimangono nel campo speculativo: immediata repressi6ne all'ap· parire di qualsiasi fatto, che, a teemini delle leggi vigenti, costituisca reato o l'evidente preparazione per commettere reat0 », conchiude: " La proposizione dell'on. Mfoistro che indica siccome criterio assoluto e generale del governo la immediata repressione uon solo di ogni fatto che ai termini delle leggi vigenti costituisca reato, ma ancora la evidente preparazione a commetterenu reato, non è corretta, non é legale: è l'arbitrio sostituito alla legge.,, " li ministro dell'mterno ha ripetuto la sua teorica nella seduta della Camera del 20 marzo ultimo, ma quasi non bastasse, vi ha aggiunto l'art. 9 della legge di pubblica sicurezza la quale fa obbligo agli ufficiali ed agli agenti di polizia di vegliare specialmente a prevenire i reati, uniformandosi alle leggi; ma di quest'ultima condizione imprescindibile che il ministro ha taciuto, pare che egli credesse si possa fare a meno quando si tratti di atti preparatorii di associazioni politiche, pericolose alla sicurezza dello Stato. Altrimenti l'art. citato non gli servirebbe a nulla come mezzo di prevenzione; perchè non vi è legge che qualifichi gli atti preparatorii dei reati commessi dalle associazioni politiche ., '' Non mai l'uso clell'arbitrio fu elevato a tale dignità giuridica nel nostro sistema di polizia preventiva, come è stato fatto dall'on. ministro dell'interno colla formola della repressione degli atti preparatori non qualificati reati dalla legge. ,, " L'arbitrio permessonellapoliziapreventivadi un paese -nor. è che il riverberodegli arbitri permessi in tulle le alIre sfere della suaamminislra-zione cosi avvicue disuraziatamentea11chein Italia. ,, b Ed ora i giuristi del Don Chisciotte, - pt:i quali non hanno più valore i principi democratici, le tradizioni e l'esperienza politica - rispondano, se lo credano, a Silvio Spaventa, che in siffatta guisa, nel suo discorso di Bergamo, difendeva il diritto ali' esistenza delle associazioni repubblicane contro i sofismi e contro le violenze della reazione. ' LA RIVISTA. Entro la prima metd di luglio, immancabilmente, tutti gli abbonati che ne hanno diritto, rice1:eranno il volume sul Socialismo dell'on. Dr. Napoleone Colajanni. ~~~~-~~~-~ TRIESTE ITALIANA Dalla bianca città assisa fra i giardini, olezzanti nel maggio fiorito, a signoreggiare l'azzurro Adriatico, da Trieste la bella, una gentil voce di poesia italica è giunta alla madre inobliata e diletta, nella celebrazione del cinquantesimo anniversario del grande evento che segnava il primo albore della libem\. Ancor vivi negli animi l'entusiasmo e la fede che facevano intravedere il rifiorire di tutte le antiche grandezze d'Italia nella libertà, gl' italiani, cui le Alpi non seno ancora il baluardo sacro della Patria, hanno invocata la madre, immemori del triste scempio che di quella agognata libertà si faceva ntl momento istesso nel quale ad essa rivolgevano il pensiero desioso. N'on sapevano essi che la invocazione nobile e commovente si sarebbe confusa col fermento sinistro della paura, della minaccia, della violenza, poco diverso, ahimè, da quello che vieta loro d'invocare la giustizia che li sottragga alla tirannide stra- . niera? Non sapevano essi che quello Statuto, sotto l;,: c.ui protezione agognano di ricongiungersi ai fratelli italiani per vedere libera~ente manifestarsi la 'loro coscienza di liberi cittadini, era, nel giorno preciso della sua glorificazione, manomesso, violato calpestJto, a brandelli irriconoscibili ? Pur troppo non era loro iguot,1 nessuno dei mali profondi che travagliano, per inettitudine e per malvagità di governanti, la Patria; ma ciò non ha scosso la loro fede nè intiepidito il loro amore; chè, anzi, sentendo raddoppiarsi nella pietà l'affetto, hanno ora piu che mai provato il bisogno di stringere il dolce vincolo filiale. Il loro slancio è, perciò, tanto più grande, tanto più nobile è la loro fede in giorni migliori.

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