RIVISTA POPOLAREDI POLITICAL·ETTEI\EE SCIBNZBSOCIALI vatore, prima che avvenissero i tumulti che determinarono la presente bufera reazionaria, ncordando la storia di Roma, ammoniva gl' italiani colle seguenti parole: t< o noi dobbiamo lasciare il po• « polo nella sua ignoranza : o per istruirlo davvero, « dobbiamo anche educarlo e migliorare le sue « condizi9ni economiche e sociali .... La stampapiù « moderata nsa in Inghilte,ra - spalancate le orec- « chie asini e bricconi d'Italia! - un linguaggio « che a noi parrebbe sovversivo, ma che colà è « giudicato prova di un vero spirito conservatore. « Da noi si direbbe che questo è un eccitare l tu- « multi, colà si crede che questo sia un conoscere « i propri tempi». Ne volete di più, asini e bricconi matricolati che parlate e scrivete wl buon uso che si fa della li• benà di stampa in Inghilterra? Aprite e leggete il libro che il baronetco Dilke - un ex ministro I - ha consacrato alla lista civile inglese, e che ha versato tanto ridicolo sulla regina Vittoria. Leggete it' Truth, la "'ModernSociety, il Reynolds s' Newspaper ecc. e vi troverete messi in piazza tutti i pettegolezzi della Corte, vi vtdrete fatti i conti, sentirete chiamare i membri della famiglia reale pezzenti rea'.i - Royal paupers... E mai un sequestro, _ mai un processo! li linguaggio di questi giornali è tale, che Paolo Valera - che in Italia passa per anarchico e ptr tale più volte è stato processato - lo chiama sbracato. Di questo linguaggio voglio dare un ultimo esempio. Nel Reynolds 5' Newspaper del 17 Aprii<:: 1898 si legge una Il ttera diretta all'editore a firma: Gracchus. È intitolata: Gl'illustri parenti della Regina : Comincia così : « Più di « un secolo è passato da che Tom1~aso Paine ri- « volgeva al mondo una domanda: E la monarchia « qualchecosa di necessarioper una nazione? Oggi « piuttostO sarebbe da chiedersi : se essa non sia « qualche cosa di demoraliz_zdnpter 1111 paese. D'altra « parte il rispetto che il popolo dovrebbe mostrare « per le cosidette famiglie reali, dai monarchici non < è ora considerato sufficiente. E così è. Ma per « quale r3gione dovrebbe manifestarsi cotesto ri- « ~petto? Hanno le persone reali inglesi spiegato « notevole abilità in qualche ramo dell'attività in- « tellettuale? Se facciamo una lista dei parenti, « figli e figlie, nipoti e cugini, non ne troveremo « uno che siasi distinto in letteratura, filosofia, « scienza. Hanno fatto qu.1lche scoperta? Hanno « scritto un opera nautica? un romanzo? Hanno « fatto ricerche archeologiche, geologiche? Se tutto e questo non c'è, bisogna conchiudere che i privi- « legi, il rispetto, chiesti, da nessun merito perso· « nale traggono origine. » Gracchus cc,nstata che il partito monarchico si è giovato della bandiera di moralità che per 60 anni è sventolata s-ul castello di Windsor; ma la constatazione la fà in questi termini oltraggiosi per "tutta la famiglia reale : « Vittoria ha schivato l' adul- « terio. E ~ta bene: l'ammiriamo. E l'ammiriamo « in quanto, convinti del dogma dell'ereditarietà, « chiunque avrebbe giurato, ch'essa avrebbe seguito " la grossolana immoralità, che caratterizza i suoi « zii particolarmente .... » Ogni ulteriore dis-:ussione sulle pretese differenze tra l'uso e l'abuso della libertà sarebbe semplicemente ridicola. Non mi resta che un dovere: con• chiudere. In Inghilterra la regina non conserva più alcun potere reale: Bagehot dice che vi rappresenta soltanto una parte teatrale ; Be,1consfie]d considera la monarchia come un dogatoereditario. Alla regina si contesta sin,111co il diritto di scegliersi le dame di corte. La rispettan0, perchè è altamente rispettabile; ma in politica la considerano come una bambola costituzionale. In Inghilterra c'è: tutta la liberta, il massimo benessere economico, la vera uguaglianza innanzi alla legge. Ci sono tmte le cose essenziali, che si domandano alla repubblica. Date al popolo italiano queste cose e il po· polo rinunzierà al nome, che dovrebbe designarle. Ricordatevelo, o signori governanti d'Italia : in Inghilterra non ci sonopiu repubblicani,perchec' e gid la repubblica t Dr. JllAPOLEONE COLAJANNI. In Inghilterra e in Italia Dicono i dispacci Stefani del giorno 8 Giugno da Belfast (Irlanda): 'Durante i disordini che avvennero jer l'altro per la commemorazionedella rivolu1,_io1i1rl,a- ndese, 103 agenti di polizia e 100 borfihesi rimaseroferiti; alcuni di eJsi gravemente. Furono eseguiti 70 arresti. Se io Italia in una città fossero rimasti feriti 103 agenti di polizia quella citta sarebbe stata rasa e distrutta dalle fondamenta da un qualsiasi Bava Beccaris che per tre giorni cannoneggiò Milano dove mori un solo soldato, e fece la breccia nel Con\'ento dei Cappuccini dove... pregavano ventotto monaci. Informeremo i nostri lettori delle onoreficenze che la regina Vittoria, motu proprio, accorderà al capo della dc:Ila polizia di Btlfast. Se non le accordasse sarebbe davvero una screanzata. PERLALIBERTÀ □ I ASSOCIAZION (Al Don Chisciotte) Tra le tante, tra le infinite e grandi amarezze che provano gl' italiani di liberi sensi, in quest'ora triste e putrida, non è delle minori quella di vedere abbandonata la causa santa della libertà da coloro che in altri tempi, e non rtmoti, per essa combatterono battaglie vigorose e meritorie. Ed ha disertato dalla bandiera della libertà il Don Chisciotte, che l'aveva S<!guita e dife5a sino a poco tempo fa con coraggio, con quella intelligenza e con quell'intuito politico che sapeva mettere nei suoi articoli Luigi Lodi (il Saraceno), anche quando imperversava minaccios.i la buftra reazi0naria. Da parecchi giorni con vivo dolore andavamo constatando che il 1JonChisciotte non era più quello di una volta. Ci spiegavamo alcune frasi di colore oscuro colla necessità della scherm,t politica, col bisogno di difendere qualche atto del ministero, che non poteva essere difeso con buone ragioni, con criteri legali e costituzionali ; ma non avremmo mai creduto,· che sarebbe arrivato ad enunciare principi, che sono la negazione esplicita di ogni
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