Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 23 - 15 giugno 1898

RMSTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIBNZE SOCIALI Si svolsero non molti anni or sono due celebri processi scandalosi - uno per adulterio e l'altro contro un alto ufficiale dell'esercito, che barava nel giuoco. Il magistrato nell'interesse della giustizia credette necessario far comparire tra i testimoni lo stesso Principe di Galles: e l'erede del trono, come qualunque altro misero mortale, comparve in tribunale non solo, ma vi ebbe un severo ammonimento del]' Allorney generai, quale in Iralia un Presidente di Corte di Assise o un Procur ,nor e · del Re potrebbe rivolgerlo ad un pregiudicato dei J;iù volgari. Di più : sempre lo stesso Principe di · Galles per molt9 tempo, dopo quei due processi, nei quali fece magra figura, non potè presentarsi in teatro senza essere accolto da fischi sonori. Niente arresti, niente processi, niente cariche di cavalleria, come si avrebbero in Italia in casi simili. In Inghiìterra l'erede del trono non ha alcun privilegio per imporre silenzio ai cittadini e può esservi trac - tato alla stessa stregua di qualunque tenore sfiatato ... Figuriamoci ciò che si può dire, scrivere e fare contro i ministri ! In Italia l'inviolabilità oramai si estende dal Re, ai ministri, ai delegati e alle semplici guardie di pubblica sicurezza. Il processo Frezzi informi. Conosciamo, dunque, il metodo semplice e spicciativo adoperato in Inghilterra per farvi scom2arire i repubblicani e che si riassume in questi tre punti : benessere economico, libertà fOlitica, uguaglianza innanzi alla legge. Se in Italia vi fossero conservatori veri - onesti ed intelligenti - r.ei risultati ottenuti nella monarchia costituzion.i.le classica si troverebbe l'indicazione urgente ed efficace per la dolorosa situazione attuale, e si rinunzierebbe alla cura della galera, che completa la cura del piombo, adope• rata verso gli anemici affamati di pane, verso gli assetati di giustizia. Non dirò per quale processo storico in Inghilterra si sia arrivati a consolidare un regime monarchico, che non fa sentire il desiderio della repubblica; lo tentai altra volta, in tempi meno borgiani, e procurai un sequestro alla Rivista. In Italia, quando il Procuratore è di cattivo umore, non è lecito nemmeno discorrere della storia degli altri paesi... Non mi proverò a dare notizie sul progresso economico dell'Inghilterra e sul sistema tributario vigente colà, completamente antagonistico a quello che prevale in Italia. Sarà per un altra volta. Oggi, per ragione di· palpitante attualità, che non occorre indicare, insisterò sulla libertà inglese - anzi sulla libertà di stampa esclusivamente. Altra volta, qui stesso, chiamai questa la liberta fondamentale (N. del r 5 Febbraio 98) e deplorai che tra noi si fosse ridotta ai minimi termini: spesso lasciata all'arbitrio illimitato dei rappresentanti del potere esecutivo, che arrivarono ad inferoc;re contro gli stessi giornali monarchici, rei di avere scritto delle moderne Maintenon e Pampadour ... Affinchè i lettori della Rivista non credano che l'interesse professionale mi abbia indotto ad esagerare la importanza di questa forma di libertà mi consentano essi di giustificare l'uso dell'agg.:ttivo fondamentale col parere di pochi storici e politici illustri d'Inglilterra. Il Macaulay nel suo discorso del 5 Luglio r83r nella Camera dei Comuni sul bìll di riforma avvertiva: « il vero segreto della potenza degli agi- « tatori è l'ostinazione dei governi; i governi libe- « rali fanno ì popoli moderati... Il compito dei « governi saggi è facile: soddisfareil giudizio illu- « minato di 1111/ala societa, libtramenle espressoe « prontamenteinterpetrato. Prevenire il giudizio e non « farsi rimorchiare è la prima funzione di un « uomo di Stato che vuole riuscire. » È chiaro che l'uomo di Stato non potrà conoscere quello che pensa la Società, ed agire opportunamente, se non c'è la più ampia libertà di manifestare h propria opinione « la più grande di tutte le libertà, » dice Erskine May. E questa liberrà di opinione non si può esplicare se non colla illimitata libertà di stampa. Fu l'avviso dei politici inglesi della forza di Fox, di lord Brougham ecc. anche nel periodo funesto della reazionr in Inghilterra, sul finire del secolo scorso e nei principi di quello che sta per morire, e fu anche quello dei grandi giureconsulti della ~tessa Inghilterra: Erski11e non esitò a difendere valorosamente Tommaso Paine nd 1792, ed affermò il diritto di discutere le istituzioni invocando il giudizio di Locke, di Milton, di Burke ecc. Alla libertà di stampa si accordò tanta importanza, che Sheridan, potè farne l'apologia in quea sti termini, che da noi sarebbero giudicati la quintessenza della retorica mitingaia: « Datemi soltanto la liberta di stampa, diceva il cèlebre òratore, e darò al ministro una Camera dei pari venale; gli darò una Camera dei comuni servile e corrotta; gli darò la libera disposizionedegli impieghi; gli darò tutta l'influenza ministeriale; gli darò tutti i mezzi di cui può disporre un uomo per comprarela sottomissione e intimidire la resistenza.Armato della li berta di stampa, mi avanzerò senza paura a scontrarlo; attaccherò il potente edifizio; sconfiggerò la corruzione sulle alture che occupa; ne la farò cadere e la seppellirò sotto le mine degli abusi che essa era destinata a proteggere! » In un paese 111 cui i suoi uomini più, eminenti cos\ pensano, scrivono e/parlano si capisce, che la libertà di stampa completa, illimitata, oggi debba essere un fatto compiuto. E lo è. Alla libertà presente, però, non si arrivò senza contrasti; vi furono lotte titani che, che dovrebbero servire di esempio a quanti vogliono essere uomini liberi - lotte contro pregiudizi inveterati, contro leggi ferocissime, che arrivavano sino al taglio della mano dello scrittore colpevole del reato di lesa maestà. La libertà della stampa ha avuto i suoi martiri e i suoi eroi. Altra volta, qui stesso, Paolo Valera narrò di John Wilkes, di lunius, del North Briton. del Public Advlrtiser, del Morning Chronicle ecc. (Rivista popolare r 5 e 30 Giugno r897). Alla lista si possono aggiungere i nomi di Paine, di Horne Tooke, di William Cobbett e del suo Politica/ Register, di Lovett, di Cobden, di Brighe ecc. ecc. Lottarono tutti strenuamente, e incessantemente lottarono, per assicurare all'Inghilterra in modo incrollabile la libertà fondamentale, quella della stampa. La lotta fu prima per ottenere b libertà diretta; dopo per fare abolire le imposte che gravavano sui giornali e che ne impedivano il buon mercato, impo~

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==