Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 23 - 15 giugno 1898

352 RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI Una buona razione alimentare d'albumina è un lusso? Disgraziatamente nel prezzo del cibo è l'albumina che costa, di più sia quella animale, sia quella stessa ·vegetale. Se una gr;mde quantità non ne fosse necessaria, sarebbe una fortuna, e i peggio diseredati potrebbero con cibo meno costoso, come sono gli amidacei e i grassi, riempire lo stomaco, e, ciò che più monta, nutrirsi abbastanza anché per poter lavorare. Il Voit, fo,iologo di Monaco, stabitl invece che un'alta razione gtornaliera d'albumina, per circa 100 grammi al giorno, sia la minima indispensasabile; ma una serie di igienisti « conservatori », con a capo l'Hirschfeld, sostengono invece che ne basta molto meno; cioè quanta ne occorre per riparare le perdite che se ne fanno pel consumo nell'interno delle cellule, e che sommano a soli 6-7 grammi al giorno. Per riparare invece le perdite dell'albumina circolante nel sangue e negli umori si potrebbe supplire con altri materiali meno costo.si che sarebbero isodinami·ci, cioè capaci di sviluppare quel <lato numero di calorie giornalmente necessario ali' organismo umano. Quale delle due scuole ha ragione ? Quella del Voit, o quella dell' Hirschfeld ? Lasciamo da parte le esperienze di Laboratorio, eseguite su individui eccezionali e per pochi giorni, e vediamo quale è io realtà il consumo giornaliero, o come dicesi il bilancio dell'albumina in due gruppi di persone, le une deboli, le altre robuste. r.0 Gruppo. Mangiatori di castagne » ghiande Operaio giapponese » napoletano » sassone Carcerato 2. 0 Gruppo. Operaio romano (alla cucina economica) ,, medio normale del Voit gr. 34 » 40 )) 40 )) 55 )) 56 )) 65 gr. 92 )) 105 ,, svedese » 105 ,, tedesco » 108 Borghese (studiato da Albertoni e Novi) » 103 » ( id. Memmo) ,, 120 » ( id. Pecori) . » 190 Confrontando le cifre del primo con quelle del secondo gruppo, è evidente come fra consumo di albumina e robustezza o· forza di lavoro sia intima la correlazione. Nei deboli il consumo dell'albumina è basso, ed al contrario è alto negli individui robusti. Chi più lavora ha più bisogno di consumare albumina. E la teoria dell' Hirschfeld, dimostratasi erronea, non può scusare più quell'altra manifesta ingiustizia <l'igiene sociale, per cui è appunto la grande massa dei lavoratori quella che più soffre l'inedia alimentare in genere e in ispecie quella dell'albuminia. Un'alta mortalità è un bene ? In verità quelli che credono sia cosi non sono conservatori igienis~i, ma conservatori politicanti .. Nessun igienista può mai credere nè dire che siano un bene le malattie, le pestilenze, l'insalubrità delle campagne e delle città, le morti anzitempo, e tutta l'alta mortalità che ne deriva. Lo pensano e lo dicono invece parecchi conservatori ciechi, i quali osano proclamare che le guerre e le carestie son<> altrettante valvole di sicurezza che salvano loro, pochi gaudenti, dal troppo crescere di quei molti che voglic,no posto nel banchetto della vita. Sono, essi, perciò i plù, fieri nemici dell'Igiene sociale~ che, con grandi opere o riforme sanitarie, nella. salute di tutti cerca e trova quella d'ognuno. A cotesta cattiva genia di conservatori, risponde ora, nella Nuova ..Antologia, un conservatore all'Inglese~ il Senatore prof. Bizzozero. Nè io oserò prendere la parola a un maestro delle scienze mediche. Diròsolo che per la fortuna dei miseri i conservatori in genere e i nostri in ispecie son mossi dalla paura. E finchè le malattie e le morti colpiscono i poveri non se ne commuovono, anzi, dentro di loro, possono anche esserne lieti ; ma non appena. ne sono colpiti, od anche minacciati loro stessi diventano allora gli apostoli delle riforme igieniche, e delle opere sanitarie, come condotture dr acqua, fognature, risanamento delle abitazioni. Tutta la legislazione sanitaria europea, e la nostra in ispecie, si devono alla paura del colera che pér qualche migliaio di vittime ha salvato già e salverà milioni di esistenze. È fatale così, che loro malgrado, e senza volerlo 7 gli stessi conservatori preparano il trionfo dell'Igiene sociale. Prof. ANGELO CELLI Deputato al Parla.mento. Peur nliarroecenstuelliajUestione aa caria Il chiarissimo Prof. Nitti mi manda questa lettera che assai di buon grado pubblico. A lui, come a qualunque altro sarei stato nel dovere di accordare la parola a propria difesa; la dò di gran cuore a lui, cui mi lega amicizia vera, forte, perchè mi dà agio di poter dichiarare ai lettori della Rivista, che nella critica fatta del suo libro sul saggiodello sconto s' insistette più sui lati contestabili anzichè sui pregi numerosi e notevoli: pregi tali e tanti, che ne fanno fare la traduzione in francese. Quest'onore non capita spesso ai libri italiani, perciò me ne rallegro vivamente coll'autor.::. N. C. NAPOLI, 12 giugno '98. Carissimoamico, Nell'articolo per un libro recentesulla q11estionbeancaria ( di cui ringrazio molto l'autore) mi sono attribuite alcune idee le quali sono un po' diverse da quelle che io sostengo nel mio studio su Il saggio dello sconto. Io non credo punto che gli azionisti delle banche di emissione siano dei filantropi. E come · potrebbero essere ? Sono puramente e semplicemente azionisti di società industriali, che desiderano guadagnare. Ciò che invece è evidente - e l'ho dimostrato con dati numerosissimi - è che, nei paesi ove funzionanoonestamente, le banche di emissione danno ai loro azionisti dividendi meno elevati delle banche ordinarie di credito. L'emissione, lungi dall'essere una miniera d'oro, impone quasi sempre oneri gravissimi. Se la Banca Nazionale Italiana ha guadagnato e distribuito agli azionisti tra il I 86 5 e il 1872 dividendi enormi è perchè la sua carta non era più fiduciaria, ma a corso forzato.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==