Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 22 - 30 maggio 1898

RMSTA POPOLAREDI POLITICALE'l'TEREE SCIENZESOCIALI 337 cliente, benchè in decrescenza, degli Stati Uniti di cui nel 1897 assorbiva il 44 per 010 dell'esportazione. L'esportazione in Germania è salita dall'8 010 al 12 010, quella della Francia è restata stazionaria al 6 010, mentre quella coll'Olanda è giunta dal 2 al 5, 3 OJO. I principali articoli sui quali si nota l'aumento dell'esportazione sono: i cereali, 358,000 franchi; il ferro e l'acciaio, 70 milioni; i velocipedi, 15 milioni; 1 ame, 15 milioni; legno e oggetti di manifatture di legno, 27 milioni. Il movimento femminile in America. - Ecco una interessante tabella di confronto tra le professioni esercitate dalle donne nel 1870 e quelle che esercitavano nel 1890 agli Stati Uniti. 1870 1890 Architetti l 22 Pittori e Scultori 412 10,800 Scultori, letterati e scienziati 1 59 2,725 Dentisti 27 337 Ingegneri 127 Giornalisti 35 888 Legali 5 208 Funzionari pubblici 414 4,875 Medici Chirurgi 5 2 7 4,555 Contabili 77 27,777 Copisti, segretari 8016 64,048 Tipografi e affini 7 21,185 E oggi le cifre sono cresciute assai. RIVISTA DELLE RIVISTE Ciòche occorre. Ristabilito l'ordine si pone innanzi questa formidabile domanda - ed ora ? che cosa si deve fare ? Il problema è arduo e e' è da temere che nella rappresentanza nazionale prevalgano le ambizioni e che le esagerazioni degli uni, le transazioni degli altri e la leggerezza dei giudizi della maggior parte impediscano qualsivoglia risoluzione. La miseria, la sobillazione dei partiti estremi possono avere avuto parte nelli: agitazioni e nelle sommosse ; ma la loro origine è in fatti di ordine più complesso e più elevato: fatti di ordine economico e morale, dei quali bisogna rimuovere le cause che potrebbero farli rinnovare. Lo Stato in Italia ha un'azione estesa e sproporzionata ai mezzi di cui può disporre. Si sospetta troppo, e non senza ragione, della onestà degli uomini che governano e che dal governo dovrebbero essere allontanati. Non si dovrebbe fare distinzione tra moralità pubblica e privata. L'accentramento è soverchio e si dovrebbe procedere ad un decentramento radicale. Ma pur troppo temiamo che nulla di buono si fari. Avremo al governo Sonnino o Prinetti o Giolitti o altri che si sono provati e sono riusciti pessimi; avremo un qualche tentativo severo di reazione e si continuerà per la vecchia china mentre matureranno nuove cause di malcontento. (L'Economista di Firenze, 15 Maggio). Charles Letoumea11: La federazione. Da tutta la sociologia scientifica, cioè basata sulla storia del genere umano, selvaggio o incivilito, si può concludere che per tutti i popoli, senza distinzione di razza, la forma federativa è la più naturale e la più vantaggiosa. Dappertutto le prime a sorgere sono le società federali ; fa loro nascita non è stata impedita o la loro distru• zione non è avvenuta che per cause perturbatrici violente: la guerra e la conquista livellatrice. Dapertutto e sempre i conquistatori, grandi o piccoli, sono gli avversari nati dall'organizzazione tederale ; perchè nè in casa propria, nè presso i po• poli soggiogati essi non tollerano un regime di libertà. La tirannia del potere centrale non riveste sempre la stessa forma; ma, amministrativa, o militare, essa in fondo non si modifica, anche quando pesa sugli Stati che si credono in repubblica, quantunque vi si abbia conservata religiosamente tutta l'organizzazione classica delle monarchie. Sotto la repubblica o sotto la monarchia la centralizzazione non cambia di essenza; essa ostacola sempre le tendenze naturali del paese, il libero svolgimento delle sue attitudini. Le nazioni sotto la sua azione lauguono e possono morirne. A quanti mali, a quanti pericoli nou riparerebbe il regime federale se potesse stabilirsi io Europa, dove non esiste che io !svizzera a titolo di fenomeno unico I C'è una nazione, però, per la quale la federazione è più indicata : la Francia. Tutti i governi, che si sono succeduti da secoli l'hanuo centralizzata; il decentramento favorirebbe la soluzione delle quistiooi sociali. La federazione poi riusci• rebbe oltremodo benefica se avvenisse tra gli Stati di Europa. L'idea è stata lanciata da parecchi anni e bisogna diffonderla io tutti i modi. (RevueSocialiste. Maggio). Carlo Rasponi: Unesperimentodi coloniaparziarianelleBassa RomagnaL. etteraal Prof:M.Pantaleoni. Un tenimento a risicoltura posto nella cassa di colmata del fiume Lamooe della estensione di circa 220 ettari venne dato nel 1896 a mezzadria diretta ad un gruppo di operai braccianti del Comune di Ravenna. La durata del contratto è di tre anni e vi presero parte 150 famiglie (650 individui circa) le quali si divisero il lavoro fra loro, costituendo i caporali ooochè una vera e propria amministrazione. Il primo anno fu disastroso perchè il raccolto del riso fu io gran parte distrutto da una improvvisa fiumana. I braccianti si sottoposero a gravi sacrifizi e il Rasgoni li aiutò diminuendo la propria proce11tuale dal 20 a 15 Io• Il I 897, però, diede ad essi un utile non inferiore a L. 20,000 dopo avere già ricavata la loro mercede quotidiana io misura assai superiore alla media della mano d'opera. Se la prova desse ·buoni risultati anche quest'anno oltre a migliorare economicamente e moralmente la classe bracciante, potrebbe essere incentivo a nuovi esperimenti che io altre parti del nostro paese potrebbero attecchire prontamente e dare frutti copiosi e sicuri. Nel comune di Raveooa migliaia di operai lavorarono per diversi mesi, senza che si deplorassero gli scioperi che funestarono gran parte del Ferrarese e basso Bolo- · goese. Non ultime delle cause di questa tranquillità è stata la cooperativa agricola. (Giomale degli Economisti, Maggio). Massimiliano Harden: Il generale Bismarck. Nella galleria degli specchi del castello di Versailles, il r 8 Gennaio del 1871 si riunivano i rappresentanti dell'esercito tedesco per salutare Imperatore dei Tedesci, il Re di Prussia. Tutto era disposto con una certa pompa scenica, che vieppiù risaltava in mezzo allo sterminato numero di scintillanti e dorate uniformi. Non fu l'entrata del Re, che fece trepidare tutti gli animi, ma quella maestosa del Cancelliere. Su lui si fermarono tutti gli occhi. Ed anche allora con compiacimento tutti guardarono nel suo spleudido vestito bianco, il tipo del guerriero tacitiano, il soldato dei soldati. Cosl parla un quadro del tempo. Eppure, anche oggi Enrico di Treitschke, lo storico, cosi serive: « Pel popolo Bismarck è stato, e resterà sempre un guerriero, un corazziere nel suo elegante costume ». Qualche cosa di vero io codesta asserzione e' è. I giornali umoristici, se volevano fare la caricatura del Cancelliere, non facevano che togliere a Bismarck l'uniforme e presentarlo io frack e cravatta bianca. Bastava I Eppure Ottone Bismarck non aveva nessuna tendenza per la carriera militare ; voleva, e doveva riuscire un economista agricolo, nel vero scuso della parola. Lo confessa lui stesso : deve la sua carriera al suo superiore, che lo propose, dopo brevissimo tempo, per l'avanzamento. Entrò nella milizia, vi restò, con entusiasmo. « L'armata mi ha reso possibile tutta la politica ideata » rispondeva a dei generali, che nel 1885 gli presentavano un indirizzo di felicitazione. « Il meglio della mia vita, è sempre stato l'ufficiale prussiano. Se non lo fossi stato, forse non sarei finito bene. Sia lodato sempre l'uffiziale della nazionale che nel!' anno 48 mi indirizzò bene ». Tutte le sue abitudini sono state e sono militari. I suoi nemici, notando questo suo spirito bellicoso, non gli perdonavano il venire io 'R..eischstag col suo uniforme, con i suoi speroni. Segno di barbarie - dicevano. Forse nel suo silenzioso Friedrichsruhe il Vecchio Cancelliere ricorderà ancora la sua barbarie, e sorriderà, buono e tranquillo. La barbarie che ha fatto vincere le battaglie ed ha formato un impero I Quando egli venne al potere, l'armata era discreditata, dopo la lotta dei socialisti. Ebbene come la lasciò Bismarck? Epperò se egli si è sentito sempre soldato, ha avuto sempre abitudini da soldato, non fu un soldato di piazza d'armi, le cui cognizioni si riaffermano nella tattica e negli esercizi militari. Re Federico nella sala rotonda del castello di Samsouci, levò dal muro il busto di Carlo XII di Svezia e la pose ai piedi di una bianca e marmorea musa, volendo con ciò significare, quanto egli apprezzasse un uomo, che solamente era stato soldato. Ebbene Bismarck non è stato semplicemente soldato. Così egli scriveva alla moglie : - « Mi sento triste, qui " a Francoforte, molto triste. L'aria m' incombe come una

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