RIVISTA POPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI 333 e del dominio spingono i capi a calpestare ogni morale: d'altra parte l'ebbrezza, l'eccitazione della lotta spingono i soldati a tutti quegli atti di crudeltà, di violenza e di dissolutezza che il buon senso della lingua chiama « atti d'una soldatesca sfrenata ». _ Ma si può obiettare che il regime militare attuale non comporta più, per lo meno allo stesso grado, simili atti. Questo e verissimo, ma in questo nuovo stato, la decadenza morale, per esser differente, non è punto meno reale. Oggi la guerra è fortunatamente divenuta l'eccezione: lo stato normale, pel soldato, è la pace armata. Noi siamo già lungi dal\' uomo d'armi che passava la vita nei combattimenti: il soldato attuale passa la vita in caserma ad apprendere il maneggio d'un'arma di cui generalmente non avrà mai a servirsi. È quasi un buon borghese pacifico che vive di rendita snllo Stato. Ora non si scorge affatto ciò che qmsta vita di caserma può conferire allo sviluppo morale dell'individuo: . per contro si vede assai bene ciò che gli toglie. Quel mezzo ozio senza iniziativa e senza responsabilità, in mezzo a una promiscuità enorme, non costituisce condizioni morali favorevolissime: quel mezzo ozio che rappresenta il soldato alla sua alta potenza non è giammai passato per un modello di grandezza morale. Uno dti segni più manifesti del valore morale di un uomo è l'attitudine ch'egli ha di trionfare di sè stesso, a far lo sforzo necessario per sormontare le difficoltà della vita, in una parola, a piegarsi alla dura legge del lavoro. Ora è un fatto conosciuto dal mondo intero che il passaggio pel servizio militare distrugge in grande parte quest'attitudine nell'uomo. L'antico soldato non è adatto che agli impieghi di ufficio o di polizia: egli torna difficilmente al mestiere di contadino o di operaio, che ha potuto esercitare prima della sua entrata in servizio. Egli trova decisamente questi mestieri troppo duri per lui. li passaggio per la caserma ha dunque notevolmente diminuito il suo valore morale. L'ufficiale, alla sua volta, è, non troppo favorevolmente, influenzato da un simile ambiente. Vi sono ufticiali che lavorano: essi sfuggono per questo in pnte agli t ffetti snervanti della vita di caserma. Ma in questo non si trovano in una situazione differente dalla comune dtll'umanità ch'e, ugualmente per tutti, obbligata a lavorare per vivere. Ma vi sono gli ufficiali che non lavorano, voglio dire che si attengono agli stretti obblighi della vita militare. Essi sono a poco a poco portati a passare i lunghi ozi che questa vita loro concede, al cafle, al giuoco, al passeggio, io visite o in piaceri d'ogni genere. Ora io domando: in che questi diversi esercizi possano contribuire a renderli dal punto di vista della morale superiori al semplice « pekin » ? Se ora consideriamo i popoli che hanno repudiato il funzionarismo e il militarismo, queste due forme del patriottismo di Stato, constateremo eh' essi sfuggono, per • ciò stesso, alle cause di degenerazione morale che sono proprie a quelle due istituzioni. La gioventù, non avendo più la risorsa di adagiarsi in quei posti comodi e facili dell'amministrazione e dell'armata, è obbligata di volgersi verso le professioni usuali che esigono più sforzo e più iniziativa, che espongono di più all'alea ed alla responsabilità. Ma, per converso, essa trova, nello sforzo ch'è così obbligata di fare per stabilirsi, e per mantenere la famiglia, una energia e una grandena morale che giammai svilupparono l'ozio e la vita facile. 4°. Questo patriottismo accelera l'espansionee l'impianiazione della rana nel mondo. . Mentre dalle due parti del Reno e delle Alpi procun~m~ di rinfoc?lare, ~on tutti i mezzi. possibili, un patnottismo che mdebohsce, mentre passiamo riviste, e celebriamo anniversari guerrieri, un nemico che non vediamo, o che disprezziamo, perche non é come noi armato sino ai denti, solca tranquillamente i mari sui suoi innumerevoli navigli, e invade insensibilmente il mondo coi suoi innumerevoli coloni. Noi ci siamo arrestati in quell' ìdea archeologica che la forza d'una razza deriva essenzialmente dalla forza dei suoi poteri pubblici. Se fosse Vtramente così, le razze latine dovrebbero essere attualmente padrone del mondo, mentre (sse in tutti i punti indietreggiano davanti la razza anglo sassone retta a poteri deboli e poco guerrieri. Se comprendessimo bene ciò, ci trovereremmo nella migliore condizione per prenderci sulla Germania quella rivincita di cui si parla tanto: la cerchuemmo, non nel predominio militare che indebohsce il vincitore quasi altrettanto che il vinto, ma nel predominio sociale eh' è solo reale, perchè è fondato sul lavoro e sull'indipendenza della vita privata. Lo stato di guerr:., o di pace armata, che ne è il corollario non è una necessità fatale: è semplicemente un prodotto naturale dei diversi tipi di società che son prevalsi sin qui, e tutti, in gradi diversi, erano fondati sullo sviluppo esagerato dei pubblici poteri. Per le società che son riuscite a liberarsi da questa formazione sociale, la guerra non è più che un'evenienza sempre più rara: esse la conservano, in qualche modo per memoria; la loro armata, ridottissima in numero, è per difendersi, al bisogno, contro le società ancora arrestatesi nel vecchio sistema militare. Se ora volessimo riassumere tutte queste considerazioni in una formala breve, potremmo dire: Il Patriottismo di Stato, fondato sull'ambizione politica, non è che un patriottismo artificiale e falso, che conduce i popoli alla loro rovina. Il vero Patriottismo consiste, invece, a mantenere energicamente l' indipendenza del Particolare contro lo svifuppo e le usurpazioni dello Stato, ciò essendo il solo mezzo di assicurare alla Patria la potenza e la prosperità sociali. EDMONDO DEMOLINS. SU LONDRA Aprile-Maggio. Discorsi. - li primo inglese, nel quale mi sono imbattuto è un military man, tipo forse più frequente in Inghilterra di quello che si supponga nel continente. Bisogna però dir subito che i military men, che si confondono negli imperialisti, son ben differenti dai loro corrispondenti francesi. L'imperialismo in Francia può definirsi un bisogno di essere dominati in casa, e in Inghilterra è un bisogno di dominare fuori. S' incontrano perciò ad esempio dei curiosi democratici e collettivisti ; curiosi secondo le idee continentali e di logica astratta, che infine a questa stregua la politica è sempre illogica; collettivisti dico per l' Inghilterra e imperialisti per le colonie e per molt'altra parte di mondo. La guerra fra l'America e la Spagna era veduta al primo scoppiare come un mezzo indiretto dell'espansione anglo-sassone e perciò accolta con soddisfazione per l'appunto dai democratici. Un'impressione che danno i discorsi e i giornali sulla politica è che questa è per davvero c,msiderata dagli Inglesi come un'arte di disporre e proporzionare certe forze a un dato fine ; se questa precisa proporzione manca si esce dalla politica ; il pazzo o il sognatore politico, che è per l'appunto quello cui manca cotesto senso di proporzione, e che in altri paesi si tira dietro gente con successo talvolta, è buttato fuori dalla pista politica e cade nella setta religiosa dove trova larga compagnia. La politica ha la tranquillit/J. della libertà. Hanno anche sempre per la necessita dei loro affari
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