Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 22 - 30 maggio 1898

330 RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI :apparentemente, del tutto opposti a quelli da noi annunziati, ma per poco che se ne esamini il movente l rincipale tosto dobbiamo concludere che essi sono determinati soltanto dall'egoismo e dal1' interesse di coloro che in questo perioJo storico· dttengono il potere politico. L'esame superficiale di questi fatti mai ci potrà spiegare l'intima essenza della politica dei governi, ed anche gli scrittori più illustri abbagliati dalla forma piana e livigata di essi, sono condotti delle volte a conclusioni fallaci ed opposte. ' Guglielmo Ferrero, cui non difetta nè ingegno ~è va~ta cultura, s' è, pur troppo, anch'egli lasciato ingannare dalla parvenza del fenomeno che stiamo esaminando, e od suo libro sul Militarismo, trascurando l'intima essenza di questo vampiro moderno, sostiene che esso è esclusivamente il portato di tradizioni nazionali e di cause psicologiche arrivando quindi a conclusioni contradditorie per ciascuna nazione, mentre una è la causa, una la legge dd progresso sociale. Date determinate cause, per legge organica di sviluppo, devono derivarne effetti corrispondenti ; e se il militarismo in tutti i paesi ha gli stessi identici caratteri vuol dire che• è originato esc.lusivamente da quel protezionismo che infierisce da molto tempo in quasi tutti gli stati civili e che ha assoluto bisogno di esser difeso da cannoni e corazzate nelle sue conquiste e ne' suoi continui sfruttamenti. Però, il militarismo odierno è molto più evolutivo dell'antico, esso, penetrato di educ.tzione borght::se, è più giusto di quello delle età passate e, presentandosi con caratteri più miti, la sua azione morale è meno deleteria di quella finanziaria. Ma se esso tende ad accentuare il male cui vanno soggetti i nostri bilanci ha però una funzione int!rente alla costituzione organica dell'economia capitalista p_erchè, assorbendo in armamenti parte della ricchezza nazionale, distrae ingenti capitali dalle industrie e dai commerci per gittarli nella spaventosa voragine delle spese improduttive, creando cosi una eccedenza di lavoro sulla sua doman • da e diminut!ndo i salari a vantaggio del profitto industriale. Questa politica capitalista è spiegabile soltanto in quei paesi dove il capitale volge al suo tramonto, non ha scopi pratici in quelli dove lo sviluppo industriale è al culmine della sua forza, dove i profitti sono abbastanza elevati da permettere un saggio di salario corrispondente alle condizioni di vita dell'operaio moderno. Perciò, mentre, come dicemmo, poderosi eserciti si formano in quei paesi dove il protezionismo è il puntello del capitale decadente, in quelli, invece, dove il capitale è nella sua infanzia e la protezione ha per compito esclusivo di sorreggerlo nelle sue lotte gloriose, il militarismo ancora non s' è affermato prepotentemente in tutta la sua straordinaria invadenza. E questa odierna funzione del militarismo non è soltanto sostenuta dalle classi industriali ma anche da coioro che occupano posti eminenti nella società e nella scienza. Infatti, il Wagner tempo fa scriveva che: cc Qualunque miglioramento nelle classi inferiori presuppone una protezione sufficiente che si ha per mezzo della forza politica, quindi per mezzo della flotta e dell'esercito, per mezzo di saldi armamenti militari (1) "· Ecco come parlano le menti illuminate delle nostre classi dirigenti, i divulgatori della scienza economica! Questo militarismo, adunque, non è che un'arma poderosa in mano di una società di mercanti e banchieri i quali l':idoperano soltanto allorchè si tratta di far valere particolari interessi o di sancire qualche grande ingiustizia. Eretto su queste basi, avente scopi contrari a quelii della collettività; esso è più tollerato che voluto, non è che un pesante insopportabile mantello che a forza una minoranza astuta pone sulle spalle di una plebe avvilita _ed incosciente. E per renderlo più dolce, più melliffiuo si costruiscono leggende più o meno gloriose di popoli che hanno prosperato esclusivamente all'ombra dell'onor militare, senza punto pensare che oggi le alte idealità della patria vanno scomparendo purtroppo per cedere il posto a quelle del lucro, del sicuro guadagno, del bilancio delle entrate e delle spese. Le guerre e le prepotenze inaudite che contradistinguono questo scorcio di secolo, rispecchiano con grande esattezza il periodo storico in cui viviamo cioè in un' età dominata dall' invadenza del capitalismo in ogni rapporto della vita, invadenza che tende a soffocare ogni geniale aspirazione della rnente e del cuore. Di qui la grande contraddizione del1:1condotta dei nostri governi e, nel tempo stesso, l'ongine della loro politica. Essi, legittima espressione della classe più forte sotto il punto di vista economico, dominati da un cieco e brutale egoismo, non si 10u0vono per impedire spaventosi massacri di inermi popol2zi0ni, non si commovono alle notizie di tante ingiustizie commesse, non ascoltano disinteressatamente le soffe- .renze di un popolo oppresso, ma i loro sgu:1rdi sono soltanto rivolti su terre da sfruttare, ogni loro sforzo è messo al servizio di grandi banchieri, di ricchi industriali, di strapotenti re dell'alta finanza. E questa politica s' è' manifestata, in particolar modo, ne;,;Ii ultimi avvenimenti nei quali l'Europa, riunita in quel concerto famoso nou volle frenare le convulsioni selvagge di una società decadente ma con avidità e straordinaria energia accorse a rroteggere i propri interessi nei porti di un paese esuberante di ricchezze e di braccia liberamente sfruttabili. Un'istituzione, quindi che non fa· l'interesse generale della società non ha ragione nè diritto di esistere perchè contraria ad ogni principio civile. L'eser- - cito non deve avere che uno scopo altamente nazionale, cioè quello di difendere l'integrità e l'indipendt!nza della patria: ma per questa funzione non occorre privare ogni anno i nostri bilanci delle migliori loro energie, non occorre distogliere dal lavoro pacifico e fecondo de' campi milioni di lavoratori liberi. Invece di sventolare ogni giorno la bandiera dell'onor militare, invece di stimolare, come fanno certi giornali, la gioventù allo studio delle gesta dei grandi condottieri, sarebbe molto più pratico, più razionale instillare nelle nuove generazioni il sentimento del dovere e dell'umana (I) A. VI/agner - Socialismo, Democrazia sociale e Riformismo - " Rivista Popolare ,, 15 Gen. '98.

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