Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - annno III - n. 21 - 15 maggio 1898

RMSTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 309 rivale: donde l'innumerevole serie delle guerre intraprese per via di pretese dinastiche, o di ambizioni personali. È ben seducente impadronirsi di un potere che vi dà l'onnipotenza e che la vittoria serve a consacrare e a giustificare. Ma una volta installato, bisogna mantenervisi ; e non è affare da poco per poteri così esorbitanti, che legano tanti interessi, per la buona ragione che essi hanno assunto il compito di pensare, di parlare e di agire per tutti. Essi minacciano di soccombere sotto questa onnipotenza che li schiaccia e li svia. Allora la guerra si offre ancora ad essi come una diversione, come un mezzo di distrarre gli spiriti dalle difficoltà interne. Ed ecco la causa di tutta un'altra serie di guerre di cui è piena la storia. Se questi sovrani son vittoriosi, la loro potenza si trova ancora aumentata, e allora essi non fan più la guerra per !D~ntenersi, ma per !ngrand!r~i, per_estendere il loro domm10, per creare quei grandi 1mpen che formano la delizia ctegli storici e la desolazione dei popoli. E qui vedete drizzarsi davanti a voi tutta la serie dei pretesi gran re, che ingombrano le vie della Storia, e ne segnano le principali tappe. Ma queste immense· potenze talmente sono contro natura, tanti delitti causano nella vita pubblica, e tante sventure in quella privata, che non durano lungo tempo; esse crollano con fracasso quasi immediatamente dopo la morte dell'eroe, sovente durante la sua vita. Allora la serie delle guerre ricomincia coi successori, e così di seguito, di generazione in generazione. La maggior parte di queste guerre sono intraprese in dispetto dell'opinione pubblica, poichè i popoli hanno bisogno della pace, essi han bisogno di lavorare per vivere, e la guerra rovina il lavoro. Ma il sentimento pubblico si fa difficilmente strada nella società di tal genere: ogni iniziativa privata vi è compressa dalla centralizzazione amministrativa. Or questi poteri, così rimarchevolmente costituiti per soddisfare la loro ambizione politica, non possono farsi se~uire, non possono ottenere dai popoli i sacrificì enormi eh essi domandano in uomini e in danaro, che invocando l'interesse della Patria, che sovreccitando il sentimento patriottico. Essi amano appassionatamente la pace: nessuno lo dichiara più spesso di loro, e più altamente. La guerra è il peggiore dei flagelli: essi lo ripetono, e lo proclamano. (Rileggete il discorso dell'imperatore di Germania alle feste di Kiel : la parola « pace » vi figura una dozzina di volte). Frattanto essi passan la vita a far la guerra, o a prepararla. E questa preparazione della guerra è più rovinosa al paese della guerra stessa, poichè essa l'esaurisce in uomini e in denaro. Più questo regime sociale diventa rovinoso,. più è necessario fare appello ai sentimenti patriottici. E difficile calcolare a qual grado di patriottismo un popolo può arrivare quando esso è completamente rovinato, o a qual grado di rovina può essere spinto allorchè è giunto alle ultime convulsioni del patriottismo. Io non so chi ha detto, ma fu certo uno spirito singolarmente sincero: « si indietreggerebbe se si volesse scrutare ciò che v'ha in fondo alla parola Patria. » È incontestabile che pii:; della metà dei delitti che disonorano la storia, e che ne fanno tanto immorale la lettura, sono stati commessi in nome del Patriottismo. Il patriottismo _si traduce principalmente e in maniera palpabile in due serie di atti: il pagamento dell'imposta in denaro, e il pagamento dell'imposta del sangue. Voi pagate puntualmente l'imposta in denaro: la paura dell'esattore è il principio della saggezza: del resto non vi ha mezzo di sottrarvisi. Ma voi protestate con tutte le vostre forze contro il peso crescente dei carichi pubblici, e se un candidato si fa suo programma la diminuzione delle imposte, gli siete favorevoli. Io affermo che agendo così voi manifestate d'essere un falso patriota, nel senso del patriottismo da me condannato. Il sistema che contro me voi di fendete, che sostenete con calore, non può funzionare - lo sapete bene - che con un'enorme quantità di danaro. Se aveste realmente questo patriottismo, se l'aveste altrimenti che in testa, se non fosse per voi che un'attitudine inconsiderata, voi non lesinereste al Potere il denuo di cui ha bisogno per alimentare questa forma del patriottismo. Pagate senza lagnarvi; più pagate e più il vostro patriottismo trionfa, più dovete consolarvi. Io ho il diritto, io, di non esser punto contento, poichè, coerente a me stesso, protesto in ogni occasione contro il sistema sociale edificato da questo falso patriottismo. Questo dritto voi non l'avete, e non lo acquistate che mettendovi in contradizione con voi stesso. Il secondo atto imposto dal Patriottismo, come lo ammettete voi, è l'imposta del sangue. 'In quale misura lo pagate voi, o patrioti? Non è un mistero per nessuno che tutti i francesi - anche i più cbauvins - non hanno che una preoccupazione: sottrarsi al servizio di tre anni, e sottrarvi i loro figli: tutta la vita è orientata ,·erso questo scopo. Se il servizio di tre anni è necessario, perchè sottrarvisi? E se è inutile perchè difenderlo? Non v'ha una specie di contraddizione a sottrarvisi e a difenderlo contemporaneamente? Dopo la nuova legge militare, le scuole che dispensano da due anni di servizio sono ingombre di candidati. Parecchie di queste scuole pericolavano per mancanza di alunni, adesso ne rigurgitano. A queste scuole si è sino arrivato a mitigar le prove, e per conseguenza gli studì, per potere rilasciare un più gran numero di questi diplomi liberatori. I professori si ricordano che sono padri, e la loro paternità è meno intransigente del loro patriottismo. Fra i senatori e i deputati quanti ve n'ha che faccian tre anni di servizio? Così si dà al servizio di tre anni il voto, ma non i figli. Insomma questa varietà di patriottismo riposa sulla continuazione del dominio politico per mezzo della guerra, e grazie all'estensione smisurata della potenza pubblica. Ma un simile patriottismo è talmente schiacciante per le popolazioni, che ciascuno, dopo aver intuonato in suo onore l'arietta di rigore, si sforza di sottrarsi ai carichi esorbitanti ch'esso impone. Questi carichi allora ripiombano con tutto il loro peso sui deboli, sui piccoli, sugl'ingenui, sul popolo, in una parola, ch'essi schiacciano e rovinano. Un giorno, spinto agli estremi, qnesto popolo si sbarazza violca~mente dei Luigi XIV, dei Convenzionalisti, dei Napoleoni, ma non riesce che a ricadere sotto il do· minio d'altri Luigi XIV, d'altri Convenzionalisti, d'altri Napoleoni, perchè, in questo tipo sociale, ve ne ha sempre in disponibilità. Eccomi alla quarta ed ultima varietà : il Patriottismo fondalo sulla indipendenzadella vita privala. Io comprendo sotto questo titolo tutto un gruppo di società nelle quali il Patriottismo e l'idea di Patria essa stessa si manifestano sotto una forma assolutamente nuova e differente dalle tre precedenti. Quì l'uomo considera essenzialmente che la Patria è il focolare, e che l'interesse intangibile ch'egli deve difendere da tutti e contro tutti, è la libertà completa di quel focolare, e di quelli che l'abitano. Per lui, la patria politica non ha altro scopo che facilitare il mantenimento della indipendenza privata. Egli non considera - come nel tipo precedente - che l'uomo è essenzialmente creato per la patria, ma la patria per l'uomo. Egli e meno preoccupato d'essere cittadino d'un gran paese, che d'essere cittadino libero. A dir vero egli è uomo prima d'essere cittadino. Questa forma di patriottismo, tanto differente dalla forma latina, ha fatto la sua prima apparizione nell'occidente d'Europa verso il quinto secolo della nostra era.

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