Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - annno III - n. 21 - 15 maggio 1898

306 RIVISTA POPOLAREDI POLITICALETTEltE ~ SCIENZE SOCIALI Come si ripartiscono le spt>se. - « L'entrata, essendo incapace a seguire il movimento progressivo della spesa, determinava necessariamente, per coprire il disavanzo, il ricorso al de/Jito; epperò dall' aspetto politico una incessante riduzione delle spese per i servizi pubblici realmente proficui e dal\' aspetto economico-sociale la creazione di una classe improduttiv3, misoneista, che assorbe una quota ingente del reddito nazionale, che si oppone ad ogni riforma. che monopolizza il capitale sottratto ali' agricoltura, ali' industria ed al lavoro, deprirr:endo i salari ed i profitti ed arrestando la graduale diminuzione dtl saggio dell'interesse. Si esamini a questo scopo il seguente prospetto, la finanza non potendosi studiare che su cifre e dati positivi, l'eloquenza dei fatti essendo sempre superiore a quella di Demostene: milionidi lire Speso per debito pubblico 148 010 15.6 380 010 30.2 685 010 42.5 • milita.ri 377 • 39.6 2H • 17,0 4-13 • 27.5 • di riscossiono 112 » 11.8 112 » 8.8 160 » 10.0 • per servizi civili 313 » 33.0 553 • '1-1.0 318 • 2g.o Entrata effettiva 950 • 100.0 1259 » 100.0 1606 • 100.0 Le spese improduttive, è evidente che rappresentano 1'8o 010; mentre per le spese produtti,·e non resta che il solo 20 oro. Ma su chi pesano maggiormeatc: le imposte, che alimentano le spese pubbliche? • Il peso maggio1·e sui lavoratori e sui poveri. - « Computando il numero delle proprietà che pagano una somma d'imposte inferiore a L. 40, il numero de' pro• prietari di case urbane (2 milioni) in relazione alla cifra degl'inquilini l 13 milioni e mezzo) sui quali l'imposta fabbricati viene ripercossa, la cifra dei redditi e delle successioni minori alle lire mille, il numero degli iscritti per le tre imposte dirette calcolato su documenti ufficiale a 8 milioni e mezzo sopra una popolazione di 3 I milioni,· si ricava in via approssimativa che LlO quinto dei tributi sui terreni e sullo ricchezza mobile, quattro quinti dell'imposta fabbricati, un decimo di quelli SUf trasferimenti di proprietà e quattro quinti delle imposte indirette sui consumi pesano sui redditi dei meno abbienti e delle classi lavoratrici. In base a questi rapporti ed ai dati dell'esercizio 1895-96 si hanno i risultati che seguono: l11po11oeiterreni è mila R. !I. 393 n,. dei q11;1 I i 115 cioè 96 rn. 1uimenoabb. ln,postc fabhricnti 88 » » 4t5 » 68 » rngl'ioquilinj » sugli nffal'i 19G » » 1110 » 19 » 1Ui menoabb. )) indiretto sui consumi o lotto 68,1 » • ,115 » 5,18 » sui po,·cri. Totale dei tributi 1361 mii. dei quali il 55 010 cioè: 73 r milioni pesano sui meno abbienti e sulle classi lavoratrici ». Queste cifre vengono rese più eloquenti dal rapporto tra imposte dirette e indirette. Rapporto fra imposte dirette e indirette - « La scienza insegna che in ogni sistema tributario razionale, l'imposizione diretta deve prevalere su quella indiretta, poichè questa - per il suo carattere reale - colpisce il consumo e lo scambio senza riguardo alle condizioni personali di chi li compie, con una misura identica, epperò tanto più grave quanto più piccolo è il reddito e misera la condizione economica del soggetto che su quella vive. ln Italia accade l'opposto. 1 tributi diretti e indiretti sui consumi salivano negli anni: 'rotaletriboli 1871 milioni 832 18!)5-9(j I) 1862 Aumento u di111inuzio11c (j.[ Impostedirelle lmp. indirelle lmp. con10mi mii. 321 010 3!) mii. ;;u 010 61 mii. 403 01048 >> ,180 » 3:3 » 882 ,, G:; » 680 • 50 2 Confrontando le due annate si osserva che mentre le imposte sui consumi, sopportate da 24 milioni di nulla abbienti, presentano un aumento del 2 per cento, le imposte dirette, che ricadono su 9 milioni di individui, possessori di un reddito :li 3 miliardi circa, subirono un decrescimento del 4 per cento. Come pesa il fisco sui poveri - « L'altezza media di tutte queste imposte indirette è del 160 010 per i dazi esterni, e nella ragione del 25 010 del valore dtlla merce per i dazi interni; di guisa che, data la mercede giornaliera corrente nel regno per gli operai dell'industria in L. 2,40, ciascun lavoratore verrebbe a pagare all'erario ed ai poteri locali pel solo dazio consumo - dedotto dalle L. 2,40 il costo della pigione, che rappresenta in media la ststa parte della spesa annuale di una famiglia operaia - una somma d'imposta di cinquanta centesimi al giorno, cioè, il quarto della scarsa mercede giornaliera, ossia 180 lire all'anno. « Quelle tariffe spiegano inoltre perchè in Italia i consumi siano più bassi di qualsiasi altro paese d'Europa, pure tenendo conto dei fattori etnici e mcsologici, e perchè meta degl'ltaliani vive nella più atroce miseria. ricorrendo quasi esclusivamente ad alimenti vegetali, ad un tenore di vita inumano, causa inevitabile di d~cadenza fisica ed intelltttuale, di infermità economica, di natalità altiss·ma epperò di pauperismo. In Italia, doYe i salari sono più bas,i che altrove, i generi di consumo dovrebbno essere i meno tassati. Invece succede precisamente il contrario ed in un solo anno ( 1895-96) lo spirito, il grano, il sale, il petrolio, lo zucchero ed il caffé, il cotone greggio, i tessuti di lino, il co:onc di Ima. i filati di cotone, le granaglie diedero allo Stato 331 milioni di lire "· Ma se i poveri, i proletari sono oppressi sbaglierebbe di gro,so chi sospettasse che gli agiati, i proprit:tari siano meglio tratta• i. Il sistema tributario it 1liano è tale che riesce al : Collettivismo fiscale - cc Cominci. ndo a dire dell'imposta sui terreni, il de Laveleye scriveva che in Italia il disegno dei collettivi,ti del Congresso di Bruxelles si è attuato a metà per l'ammontare dei tr,buti che prelevano dal 30 al 50 010 del n ddito prediale. Nè la cifra può sembrare esagerata allorquando si teng1 conto dei tributi erari;ili, provinciali e comunali, del dtbito ipotecario fruttift!ro che supera i 10 miliardi, pari al terzo del valore dei terreni, con un aumt nto ancuo di più che 200 milioni, delle tasse di registro e sulle successioni che gravitano per tre qu nti sull'agricoltura, la ricchezza mobiliare sfuggendo facilmente al tributo; tenendo conto della tassa sulle colonie agrJrie, delle prestazioni :,er le strade obbligatorie, del fuocatico ne' comuni rurali e degli altri oneri minori che ostacolano ogni incremento della produzione agricola e rovinano la piccola proprieta, il più prezioso elemento della conservazione sociale, non lasciando agli agricoltori altra via che l'emigrazione, èella quale essi rappresentano quasi la meta (42 010). In Francia, invece, la proprietà fondiaria paga fra tributi erariali e locali il 16 010, in Germania il 15, in Amtria il 19, in Inghilterra, secondo 11Knies, dal 13 al 20 O]O .•.•• « Non sono quindi le dottrine collettiviste che distruggono la proprietà, ma è lo Stato che si ride della siepe v1rgilian~ e te~critea, alla cui conservazione inneggiava di recente a Pescara, con frasi cesellate e periodi sonori, il poeta decadente della Bellezza, dimentico che per salvare la siepe basterebbe esentare dall'irr.posta diretta i piccoli proprietari ». D'onde questa: Conclusione - « L'unificazione politica che gli architetti del sistema tributario si ripromettevano di consolidare, ne fu scossa, poich~ il malessere eco11omico prodotto dall'errato indirizzo finanziario si traduce fatalmente in disgusto politico, in avversione::contro lo Stato stesso, che si arriva perfino a disgiungere e ad opporre alla

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