304 RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI I tando, non le imprevidenze e gli errori degli uomini che governano oggi, ma le imprevidenze e gli errori di tutti i nostri_,Gove~ni da più di vent'anni. Bisogna aver presente c10 se s1 vuole avere una spiegazione adeguata di quanto sta succedendo, perchè certo, oramai, la spieoazione non sarebbe più data dall'alto prezzo del pane, dal timore di una vera e propria carestia, dall'insieme del ?is~gio. C?e tr~vaglia le nostr~ pcpolazioni. Ma vengono 1 g10rm m cm anche le folle ignare fanno le loro sintesi e ricordano, e sintetizzano, e ricordando esplodono come oggi fanno. E tutto ciò che abbiamo registrato e registriamo è s~cceduto e succede in un paese dove le organizzazioni più temute sono appena simulacri di forze sovvertitrici •e s_imer~vigliano forse esse stesse della quantità di matena sociale pronta alle fiamme; in un paese dov'è spiccatissima la tendenza all'idolatria dell'uomo che s'impone, e quest' uomo non si scorge da nessuna parte; in un paese dove la parola ha una potenza di suggestione cosi g~ande, e non c'è chi sappia adoperarla come alla folla piace. Che cosa accadrebbe, che cosa non sarebbe già accaduto a quest' ora se tutto ciò che manca ci fosse? Quant! ~mma:stramenti non dovrebbero trarsi da questa cond1z10ne d1 cose! Come non impararne che questo co~tagio _deldisordine e_della rivolta presuppone la diffus10ne d1 un malessere mcomparabilmente più grave che il ~alessere su cui si è andati da tempo declamando e teonzzando ! Eppure la fantasia delle nostre classi politiche è cosi sterile, alla loro virtù di pensiero è cosi .ignot_o ogni corag:gio, che anche dai migliori non si annunziano e non s1 aspettano che i soliti rimedi mecç_anici, e non si ha l'accenno più remoto di un'audacia di una idea vivificatrice e rinnovatrice. Questo è il m'ale peggiore: noi facciamo dtlle cc combinazioni » anche in mezzo alle fiamme. Si pensa alle dimissioni del Ministero. E che cosa importa che il Ministero si dimetta? Si pensa a coloro che potranno raccoglierne l'eredità, sia pure in via irreoolarmente parlamentare. E che cosa importa, mentre° la casa brucia, di star a discutere su chi dovrà maneggiare le pompe spegnitnci ? Non si tratta di vedere quali uomini governeranno questo paese e con quali strumenti e a traverso a quali interp~etazioni di leggi statutarie: ma di vedere con quah idee saremo governati, con quale spirito di riforme, e s: le classi che si proclamano dirigenti avranno l'audacia che occorre per mettere tutta la nostra vita su di un altro cammino, per superare tutti oli ostacoli, da qualsiasi parte vengano, che si oppongono 0 al nostro completo rinnovamento. Pensiamo alle cose e lasciamo stare le parole. Restiamo per un momento in Napoli per rilevare la confessione di Don Marzio. cc Picchiamoci il petto; questo brutto momento l' abbia.mo ~reato noi: e, diciamo noi, per significare le classi dmgentJ, quelle che hanno la chiave delle assemblee, che si affermano ne' corpi amministrativi, che si alternano, tanto spesso rassomigliandosi negli errori a' banchi del governo ». ' Questo confiteor è straordinariamente prezioso perchè il Don Marzio è l'organo ufficioso del Genera~e. Afan de Rivera - il sottosegretario di Stato al Mm1stero della guerra, il quale, sia ricordato a suo onore, anche in questo momento, non aspettò i tumult! e i te~tativi di rivoluzione, per accorgersi che I dazi d1 consumo pesavano terribilmente sui poveri. Caso rarissimo in un militare ! Ritorniamo a Roma e concludiamo colle constatazioni della Tribuna, ch'è l'organo magno della opposizione costituzionale, anzi rappresenta la quintessenza delle opposizioni! Ebbene la Tribuna, che sola in Roma ; oltre l'Avanti! - ha trovato parole sdegnose contro la soppressione del Secolo e dell'Italia del popofo di Milano, dopo aver fatto la stessa diagnosi dei mali e delle loro cause come il Don Chisciolte, come il pan Marzi.>, come il Corrieredi Napoli ecc. ecc. st fa di un tratto socialista - si vede che nella sua redazione non c'è più il povero Oyster ! - e propugna la municipalizzazione del pane. Fa di più, e, pe_r.bocca di Rastignac, sottopone allo staccio di una cnt1ca severa, ma giusta, gli uomini politici, che hanno governato l'Italia e conchiude (N. 125 del 7 Maggio): « Gli ultimi avvenimenti hanno dimostrato una verità c~e solo al governo o a chi per lui poteva essere u~ m1st~r?, ~a non era e non è un mistero per tutti gh uomm1 d1 buon senso che osservano i vari fenomeni della vita italiana; e la verità è questa: che il paese è preparato a qualsiasi movimento, indipendentemente dall'azione dei partiti rivoluzionari o evoluzionisti che non ha~n_o.presa che in certe classi popolari, o in ce;ti gruppi p_oht1c1che non _posseggono sufficiente forza di espansione, per conqmstare tutta e intera la pubblica opinione. Il pa~se è ~reparato a qualsiasi movimento - per la sfid~c1a orn~a1COJ?~leta e irreparabile che ha negli orgam e negh uom1m che dovrebbero presiedere alla sua '.ort~na. e al~a sua felicità; e per la perdita di tutte le 1Ilus1om e d1 tutte le speranze nel rinnovamento e nel mig~ior_amentod! q_uegli organi o di quegli uomini. I sacrifiz1 personali 31 sopportano finchè si suppone ch'essi possano. e~sere_benefici all_apatria; i disastri si subiscono, fin~hè. s1 1magma che essi possano essere riparati; gli errori s1 perd?nano, finchè i loro effetti si considerano più o m:no fac~lmente eliminabili. Ma quando sacrifizi, disastn, erron non hanno più limite, e sono o diventano fine a s~ st~s~i, allora, istintivamente, il popolo insorge a fare grnstJz~a.da sè : oggi per il pane, domani per il fuoco dom~stJ_co,doman l'altro per qualsiasi altra cosa. Il popolo Jtahano è stanco, e quel che è peggio dispe• rato - come un esercito di ciechi a cui durante la marcia manchino a. un tratto le guide e i generali ». cc •••• In Itaha nell'immensa macchina amministrativa ~ politica, _al momento opportuno, nessuna ruota compie 11 suo uffic10,nessuna cinghia serra sicuramente le ruote· e ruote e cinghie lavorano non ad altro che a consu-.'. mare se stesse e e consumare il paese che vi passa dentro: Al!a vita ~olitica italiana mancano gli uomini; e la tesi dei_separat~sti potrebbe, mi pare, essere confortata d~lla d1mo~traz1onedi questo teorema di pura fisiologia, c10_è: che 11cer:1ello dell'uomo di governo italiano· è inferiore alla funz10ne che dovrebbe compiere sopra un corpo di 33 milioni. E ci pare che bastino queste citazioni. Se ne oc- ,orressero ancora non avremmo che da sfogliare la collezione di tutti i giornali monarchici d' Italia, compresi i più reazionari. Le confessioni e le constatazioni dei sostenitori dell' actuale ordine di cose sono unanimi ed eloquentissime. . Esse stabiliscono che in Italia, in proporzioni g1gantesch~, coesistono miseria economica, disagio morale e msipienza politica. D'onde la conclusione contro la q... ale nemmeno rotrà ridire il Procuratore del Re di Roma, che si residua nel dilemma fatale: riforme o rivoluzione. LA RIVISTA. Per cambiamenti di indirizzi rivolgersi al Signor GIOACCHINO MONTALBANO - Yia S. Nicola da Tolentino N. 45, Roma.
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