Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - annno III - n. 21 - 15 maggio 1898

302 RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI IL DILEMMA FATALE Il dil_emma fatale che il manifesto del gruppo repubblicano parlamentare ha posto dinanzi al paese c_ome monito a tutti e sprone ad affrettarsi nelle nforme sostanziali, se vuolsi realmente procedere sulla via della evoluzione pacifica della libertà e del!a civiltà, è la conclusione di tut•i gli scritton, sommi o minuscoli, che si sono occupati di cose politiche. Questo dilemma emerge chiaro e l~mpante dagli studi del Bluntschli e del Laveleye, d1 lord Brougham o di De Tocqueville, deirOltzendorff o del Mosca. Potremmo contimnre la lista di questi scrittori di ogni parte politica - esclusa la rivoluzionaria: e sarebbero davvero magnifici certi brani dell' Autre rivt di Herzen; - ma non occorre perchè il numero delle citazioni non accre · scerebbe autorità alla conclusione. Solo ed eccezion_almente vogliamo ricordare l' Ancien Régime dello stonco-filosofo Taine, divenuto reazionario della più bell'acqua in fine di sua vita. In_ quel libro veramente magistrale, che si deve considerare come la più perfetta sezione cadaverica di una Società e delle sue istituzioni politiche, è dunosrrato con meravigli<Jsa lucidità che la rivoluzi~1,e dell'89 '.u prèparata dagli errori e dai de1itti dei governanti - errori e delitti di secoli la cui azione ,i era accomulata fatalmente - e fu determinata in ultimo dalla fenomenale cecità degli st<ssi governanti. Non si vollero accordare le riforme e si ebbe la rivoluzione: rivoluzione non preparata e non predeterminata dai rivoluzionari·, ma che si andò svolgendo naturalmente, spontaneamente, in guisa che ogni episodio, che si svolgeva, lasciava l'addentellato pel successivo. Società e governo, a dato L~oment_o,_si trovaron? impegnati in un ingranagg!o t_ernbdt~1ente macrnllatore, da cui non poterono più hberars1, nemmeno lasciando gran parte del proprio organismo in preda al mostro insaziabile. Ripetiamolo: non si vollero, non si seppero dare le ri/Mme e si ebbe la rivoluzione devastatrice inesorabile, spietata. Lo intendano bene governo e ~lassi dirigenti: le rivoluzioni non le inventano gl'ideo- !ogi_ e i nemici dichiarati di un dato sistema; ma è il sistema stesso, sono i suoi uomini, che preparono ed accumolano la materia infiammabile. A questa non appicca il fuoco l'uomo dotto e cos~iente: _Carlo Cattaneo fu sorpreso dal moto delle cinque giornate; determinat0 il moto seppe sapientemente e coraggiosamente guidare. La scintilla inc_endiatrice parte quasi sempre da un incosciente: può essere un fanciullo come Balilla o un ignoto pescat0re come Masaniello. Queste le lezioni della storia. ~ada la maledizione sul capo di coloro, che hanno 11 dovere di leggerla e di trarne ammaestrament0, e non si degnano nemmeno di aprirne il libro! .. * * Noi 11011 faremo la cronaca - se volessimo farla non lo potremmo perchè il Fisco non ce lo consentirebbe - degli ultimi luttosi avvenimenti; molto meno potren:io az~ardare dei commenti, perchè non c~nos~iamo I fatt1 ch_e per la ~rafila dei Regi Comm1ssan, che sono dei Generali. • . . e i commenti nost~i verrebbero sequestrati, inesorabilmente sequestrati. Vo~liomo sol~anto m~ttere in guJTdia i nostri l~tt~n _sulle v~c1;. ch_e si_f~nno ~orrer~ di cospira• ;z1om, di pr~med1ta{t0nt, d1 liste di affiliati ecc. ecc. For~e le s~mvent~no per giustificare certi odiosi provved1_n~ent1che_ n~ord:tno i sinemi di governo borbonici e ausmac1. La i oppressione del Secolo e del- )' ltal_iadel Popolo 1~on trov_ano i !oro veri precedenti che n_elle ordinanze d1 Luglio 1830: in quelle famose ordinanze, che fecero perdcre il trono a Carlo X. I processi si faranno, con o senza Tribunali militari; e, s~ ~100 si f r.mno a porte chiuse, vedremo che le not1z1e corse andranno a fare il paio col trattalo d[ Bisacq_ui~o,~olftrmati!sitno, coll'oro franc~se _spedito da <;1pnan1 a De Felice .... tutti di crispi01ss1ma memoria. lnt~n.to il me?dacio. u~cioso, senza bisogno di pubblici processi, com10c1a ad apparire lampante ed arroventatore come il Sole canicolare. . Il fatto più grave sarebbe nell'asserita preparazione del moto insurrezionale di Milano. Ebbene su questa prep1razione, col visto del Generale Bava' ecco che cosa scrive il Corrieredella Sera (N. 126 del 9 maggio): ..:I conflitti avvenuti ieri non indicano da p~~te dei tum1;1,Ituanti,ne sun disegno pr~stab1hto. Le barricate furono improvvisate senza un concetto tattico, e furono abbandonate senzii essere difese. Salvo pochi revolvers, non si viclero armi da fuoco in possessodegli assalitori. Nè si videro materie esplosive. Le colluttazioni avvennero alla ~picciolata, senza concenti:a!'lento degl'insorti. Nonsi nominano capi che d1r1gono la sommossa. Non si vedono proclami che diano una direttiva al movimento. N'onsi ode un grido significativo politico qualunque e che accenni ad una meta. ' Per chi non lo sapesse ricorderemo che il Corriere del/~ Sera è l'organo ufficiale della reazione; è_~uel g1orn~le che _ha dato l'esempio unic.o e strabiliante negli annali del Giornalismo contemporaneo: quello della denuncia per la soppressiore dei giornali, che in Milano gli facevano concorrenza ... Gli azionisti premieranno certamer.te con un ~umen~o di stipendio l'aut0re di questa sp~cial~ ma01festaz1one di solidarieta... colla polizia! A giustificare, poi, la fatalità del dilemma: riforme o rivoluzione non spenderemo nostre parole. Oh! n~; davvero non ce n'è bisogno. Lasciamo parl~re g!1 avversari' nostri, che hanno avuto l'ora della s1~cemà anche eloquente. E gli avversari li scieglieremo tra tutte le gradazioni monarchiche: tra gli ami;i ?el ministero, e tra gli avversari'. . Co_m:nc1amo _da_! J?on Chisciotte - l'ufficioso più mtel_ligente e più 10d1pendente, che noi conosciamo. Il giorno 4 Maggio scriveva: I fatti, evidentemente sono diversi: gli uni si accumulano sugli altri. Ma bisogna tenerli distinti nel loro ordine cronologico. ' Perchè nel Mezzogiorno hanno una fisonomia diversa dal .Settentrione. Là è uno scoppio : la folla, prima di ?gm altra co~a, volge al Municipio, che, per essa, è tutto 11Governo, il solo Governo conosciuto e assale saccheggia, incendia, o, almeno, minaccia. ' ' (?hre del rincaro, ?ella mancanza del pane, c'è un'altra ragion~ che muove _1 tumultuanti? Quale ragione c'era nella rivolta, vera nvolta di Napoli, durante il settembre del 93? A cercarne le origini, ci si perde: bisogna

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