RMSTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIBNZE SOCIALI 3B .rumore e molto entusiasmo. Egli è un entusiasta dei propri entusiasmi. In che crede Lord Salisbury? - Prima ed innanzi tutto si può din: che egli crede nell'In- .ghilterra, negl' Inglesi, nell'Impero che essi hanno fon- -<iato. Ciò è vero, senza dubbio, ma io non metterei la sua fede nel!' Inghiltemi. prima nell'ordine dei suoi entusiasmi. In primo luogo, Lord Salisbury crede in sè .stesso. É perciò impossibile che sia entusiasta degli altri. Non che sia un egotista, un vano ; non è affatto il dio della sua idolatria; tuttavia l'individuo è il centro .da cui tutto parte. Crede in sè e nel proprio destino. La scienza con la sua dottrina dell'ereJita, la teologia con la sua fede in una speciale Provvidenza che governa tutto frnno che egli si metta primo; e ciò è solo -quello che il popolo Inglese ha fatto per lui. Il giornalista inglese spiega qui come Lord Salisbury fosse un cadetto e come il suo salire al posto di capo .della famiglia Ceci! possa sembrar predestinazione. E a proposìto di quest'avvenimento, cita un pezzo del suo .discòrso tenuto in quest'occasione tra parenti, il quale lo mostra entusiasta, di un entusiasmo da legittimista della Vandea. « Una volta i signori feudatari erano signori di fatto. Ora, ahimè! tutto è stato cambiato. La democrazia, del momento l'ha vinta - ma per un momento solo. La corrente deve cambiare. Il popolo stesso vedrà l'errore della via seguita, e allora il principio feudale - le vecchie famiglie - si risolleverà e fiorirà come una volta ». È naturale che l'entusiasmo di Salisbary sia confinato al suo solo partito. Mai, come Gladstone, Balfour, Chamberlain, ha mostrato simpatia per gli avversarì. L'autore svolge a lungo la classificazione degli entusiasmi di Salisbnry - 1°, la famiglia; 2°, la sua casta; 3°, la sua Chiesa; 4°, il suo partito; 5°, il suo paese. Per quanto si riferisce al primo, dice scheri.osamente che un Ceci! ( casato di Lord Salisbury) in una riunione resta freddo; se il suo viso si anima ali' improvviso, dipende dall'entrare in sala di un altro Ceci!. " Un Ceci! è con un Ceci!, e tutto va bene nel mondo ,, ! Per la Chiesa, possiamo esser certi, che se egli fosse nato in Ispagna, sarebbe un cattolico tutto felice di non esser protestante, ma Hatfield è in Inghilterra ed egli appartiene all'Alta Chiesa Anglicana. Se è nato troppo tardi per difendere il 7 est e il CorJ•orationAci, è nato troppo tardi per conceder la sua simpatia ai Cattolici e non conformisti. Il suo entusiasmo per l'Inghilterra è molto profondo e affatto genuino. Ma è strettamente nazionale. Non inchiude nessuna scintilla di entusiasmo per l'Irlanda, per esempio, o per alcun' altra parte della razza che parla Inglese. Egli è John Bull in tutti i sensi, che è contento di non esser nato Russo o Prussiano. Gladstone è stato ed è l'appassionato campione della Grecia, della Bulgaria e dell'Italia; Bright ha fede negli Americani, Urquhart venerazione pei Turchi. Ciò non si poteva dire di lui ; ma negli ulumi anni egli ha sviluppato un' entusiastica devozione per gli Stati Uniti d'Europa, che è uno dei risultati diretti del culto del Concerto Europeo. Nel b:mchetto di Lord Mayor dello scorso novembre, egli usò un linguaggio che vibrava della stessa nota che faceva fremere l'Europa negli scritti di Mazzini e di Lamartine. Qui di nuovo troviamo la chiave nella proiezione di sè stesso, per chi se ne meravigli, dato il catattere del nostro eroe. Lo simpatie di Lord Salisbury si sono estese piano piano dall'individuo alla famiglia, dalla famiglia alla casta, dalla casta al paese, dal paese alla Federazione Europea, appena ha scorto che il suo paese ne è diventato una parte integrante. IV. Un rifhrma-t<>re. Lord Salisbury è propugnatore di un progresso ordinato, e prova ne sia che egli ha pure trovato da obbiettare nel nome del suo partito. In un articolo nella « Quarterly review », generalmente attribuito a lui, egli scriveva approvando quelli che proponevano di mutare il nome di Conservatore in Costituzionale. L'autore dell'articolo fa notare qui, che, se Lord Salisbury fu in realtà oppositore di parecchie riforme, diede sempre ampia prova di prontezza nell'effettuarne delle altre, e fa una lista delle une e delle altre. In Irlanda egli, in questo momento sta rinnovando tutto il sistema del governo locale. E impegnato in una riforma nella procedura parlamentare. Abolirebbe piuttosto la Camera dei Lord che ridurre all'inazione la Seconda Camera. Aspira alla complessa serie di freni e controfreni coi quali la Costituzione Americana assicura i cittadini contro avventate e violente legislazioni. Insomma Lord Salisbury ha in molte maniere mostrato di esser disceso dai Salisbury che, nelle guerre ci vili, stettero dalla parte del popolo nella grande contesa che fini con l'esecuzione di Carlo Stuart . V-VI-VII. Un Col:>denita - La Croce "'ul Niger. II gran depositario. In questi tre capitoli, l'autore svolge assai largamente la politica commerciale di Lord Salisbury e le questioni politiche del giorno, in cm egli, come primo ministro della Nazione che ha più colonie nel mondo, è immischiato. L'articolo finisce con un passo di un discorso di Lord Salisbury: « Noi siamo » egli dice « i fidecomrnissan dell'Impero Britannico. Abbiamo ricevuto questo fidecommesso con tutta la sua forza, tutta la sua gloria, tutte le sue tradizioni; e l'unica cosa di cui noi dobbiamo occuparci è di passarle iota tte ai nostri successori. » Quest'articolo è un saggio della buona stima di cui gode in lno-hiherra il primo ministro, al quale nessuno ha potuto far l'accusa di essere un disonesto progressista divorato da insaziabile ambizione, un avventuriero come Lord Beac.onsfield. Di lui, il suo valoroso avversario, Gladstone, ha detto: « lo non credo che Salisbury sia affatto governato da ambizione politica. lo lo credo perfettamente onesto, e non posso mai pensare duramente di lui dal primo giorno che lo vidi, un vispo ragazzo in gonnellino rosso, che giuocava con sua madre. » LaliricsaociadleRl apisardi (Inoooasidoeulelfeost~eelsuoinsegnamento tr ennale) La storia non si svolge inutilmente ; le rivoluzioni sociali non sono l'effetto di un uomo qualunque, ma la fatale necessità storica ; la rivoluzione filosofica di Lutero, la sociale del '79 non sono il prodotto della forte audacia del monaco imperterrito nè della fiacchezza di Luigi XVI. La storia passa e si serve di una scintilla per accendere tutto un incendio : ciò che la storia promette, mantiene, nè ella dà ascolto alla pietà. Gli studiosi della sociologia, che è la più ardua scienza moderna, scrutano vivamente la vita sociale umana, e presagiscono l'avvenire : l'antiveggenza è qni di una vigoria scientifica senza paragone, perchè poggia unicamente nel cammino evolutivo della storia. Comunque ora trionfino tutti gli adii sociali, nessuno potrà negar fede al grado alto d' incivilimento a cui siamo arrivati dopo tanto volgere di secoli. Vero: anche adesso si cerca imprigionare la parola, anche oggi si cerca arrestare il pensiero. Ma ricordiamo le pagme più terribili della storia quando Galileo Galilei sconfessava le sue alte idee scientifiche dinanzi a un b'eco e stupido covo di ignoranti, quando il fiero Nolano saliva il rogo, e Tomaso Campanella fremeva nella trentenne prigionia? Il progresso da quei tempi a questi è grande, indiscutibile: la
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