RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI dei Deputati, che lo appr,>Varono, lo lodarono, lo glorificarono trattando da nemici della patria e da calunniatori Cavallotti e tutti gli altri avversari ed accusatori. E non nel solo Parlamento trovò stolti ed entusiasti apologisti; ma anche, e fotse piu, nella stampa e nel paese. La Nazione e il Fieramosca a Firenze, La G11-zzeitadell'Emilia a Bologna, la G11-zzetlidti Vene:zia, la Ga1._1_edtitaParma, la Sera, Corriere della Sera e la Perseveram,11 a Milano e sinanco la Gazzetta del Popolo che in Torino rappresenta la più genuina corrente della opinione pubblica piemonteseper non citare i minori giornali e quelli del mezzogiornoquotidianamente esaltarono e sostennero vigorosamente Crispi al governo. Alcuni gli tennero fede anche dopo Abba Carima I SI, ha ragione Guglielmo Ferrero, che non attese la caduta per mettere alla gogna F. Crispi, rimproverando alla borghesia italiana e non solo siciliana, l'ammirazione cieca ed ostinata verso il grande deplorato. ( Secolo del 22-23 aprile). Abba Carima gli sollevò contro l'Italia, ed è menzogna o illusione - giustamente constatata dell'on. Nasi - il voler negare che se la disfatta Africana fosse stata una vittoria, .,Cri spi sarebbe ancora ministro onnipotente e venerato. Ma Favilla .... Favilla e il processo di Bologna, si dice, furono tale rivelazione, che disilluse, illuminò gli onesti di ogni partito e mutò la corrente della pubbl'ca opinione. Falso, falso, falso. Il cordone Herz, la Bmca Romana, la criminosa giacenza delle cambiali nello scrigno del Comm. Grillo, i massacri, lo stato di assedio, le migliaia di anni di galera fatti distribuire ai poveri contadini ,di Sicilia e tanti altri errori e tante altre colpe avrebbero dovuto valere cento volte di più per suscitare l'esecrazione generale sul capo dell'eletto di Palermo. Ed è questo il punto per rispondere a Gustavo Chiesi, che ritor::iando sulla differenza tra la morale del Sud e la morale del Nord scrive: « Voci oneste e sdegnose, si levarono anche dal mezzogiorno contro la dilagante corrente dell'immoralità : ma rimasero e rimangono inascoltate, solitarie - e perciò tanto più rimarchevoli nella loro eccfzione - in mezzo al tumulto degli altri acclamanti. Imbriani, ad esempio, che è una di queste voci, ebbe mai seguito, ebbe mai una forte influenza determinante sulla opinione pubblica di quelle regioni ? E di Bovio, e di altri onestissimi si potrebbe dire ugnalmente. E perchè ciò ? - Perchè h1 loro fu voce che parlò al deserto: che non trovò la via del cuore e della ragione se non fra una ristrettissima ed eletta minoranza. Ma nella gran massa dominante, la loro parola non trovò mai eco, il loro esempio virtuoso non trovò mai imitatori ». (ltalia del Popolo, 24 Aprile '98). Proprio bene scelto il momento per rinfacciare al Sud l' inanità della campagna dei suoi uomini onesti ! E dimmi, amico mio: che cosa raccolse Cavallotti dai cinque mesi di strenua lotta com battuta contro Crispi, dal dicembre 94 a tutto maggio 95 ? Questo solo: il dittatore, le cui brutture erano notissime, ottenne dalle elezioni generali una maggi0ranza schiacciante. Non questo solo; ma qualche cosa di peggio : Crispi riuscì a far votare l'inaudito ordine del giorno del 24 giugno 1895 col quale cinicamente si negava ogni importanza alla questionomorale! Lo votarono gli uomini del Sud, del Centro e del Nord con una armonia d'intenti immoralmente meravigliosa. E quell'ordine del giorno i settentrionali nou hanno nemmeno il conforto d, appiopparlo_ ~d _un rndicio. Oh! no: lo propose il toscano ... Tomg1am. E, ripeto, è bene scelto il momento di lanciare un amara rampogna al Mezzogiorno perchè lasciò cadere inascoltata la parola dei suoi cittadini onesti, nel momento in cui il collegio di Corteolona - che non è in Sicilia - ha provato di avere tratto tanto profitto da venticinque anni di propaganda moralizzatrice col ballottaggio del 24 Aprile .... ! La conclusione che zampilla limpida da tutto ciò è questa: commisero atto di vera codardia· politica coloro che inneggiarono a Crispi ministro e che gli dettero il calcio ddi'asino appena lo seppero irrimediabilmente caduto. E l'esempio più clamoroso di questa vigliaccheria politica - è doloroso constatarlo - è venuto da uno scienziato illustre. Cesare Lombroso additava Crispi come esempio delle genialita Jella Sicilia nel 1894 e si accorse soltanto nel 1898 che aveva da fare con un pazzo e con un malfattore. Grave errore, grave colpa commisero gli elettori di Palermo eleggendo Francesco Crispi; ma il loro errore e )a loro colpa vengono divisi dalla grande maggioranza degli italiani. Almeno essi non furono vili quando videro caduto a terra il loro idolo ! (Oontini,a) Dr. NAPOLEONE CoLAJANNI. ELEONORA MARX (Ricordi di Eduardo Bernstein) La figlia di Carlo Marx ha fatto un passo che la morale cristiana e la opinione pubblica condannano: si è suicidata. I judges of the dead ricorreranno alla pietosa e convenzionale sentenza « suicidio per improvviso turbamento mentale » per evitare a quella cara tomba la solitudine e la riprovazione delle cosidette persone morali. Povera amica I Bambina, veniva detta la selvaggia. In casa non la si trovava mai, e se per caso volevate vederla, bisognava cercarla in istrada, circondata da piccoli amici e compagni, tutta attenta ad una partita d1 box, alla quale prendeva parte ora come spettatrice, ora coraggiosamente, come campione. Dapertutto la chiamavano Tussy. All'ora di pranzo, arrivava, con le guancie di fuoco, con gli occhi scintillanti, si fermava innanzi alla porta di casa, be veva una tazza di latte, mangiava un pezzo di pane, e via di corsa. Non la si pote, per molti anni, per,uadere a frequentare la scuola. Preghiere e ca~tighi non valsero a scuoterla da questo strano proposito. Del resto, avendo appreso parecchio dal padre, a nove anni leggeva Shakspeare, e lo re~itava cosi bene, che il padre in appresso volentieri alla prodigiosa memoria della figlia ricorreva per passare un'ora piacevole. lo conobbi Eleonora Marx nell'inverno del 1880 nella casa della vedova di un comunardo. Miss Marx, eh' era allora una bella fanciulla ventenne, leggeva con voce melodiosa inglese, dinanzi ad un numeroso uditorio, nel quale c'erano Engels, Bebel, Hirsch ed il rivoluzionario russo Leo Hartmann. In quell'epoca essa era insegnante, pur non tralasciando d'occuparsi della causa socialista - per la quale era fiamme e fuoco - di lavorare nelle biblioteche, ricercando documenti, e prendendo note, per coloro che volevano scrivere libri risparmiando tempo e fatica. Poco tempo dopo la morte del padre, conobbe il dottor Edward Aveling. Si amarono e si unirono, i due giovani, senza l'intervento dello Stato e della Chiesa, e perchè il marito non era libero, e perché i loro principi ne li dispensavano. Da questo momento hanno principio giorni dolorosi pu la giovane e ribelle coppia: entrambi perdettero i loro posti e si trovarono ad un tratto ~enza pane. Non si scoraggiò Tussy, e seguitò a correre in cer~t di lavoro - qualunque lavoro - sempre portando la sua opera nella agitazione. Nel 1886 insieme con Liebknecht fece il famoso giro per il partito dei lavoratori americani cominciato con successo e finito assai tristamente. Nel congresso marxista di Parigi fece da traduttrice, senza mancare a nessuna seduta. Tormtta a Londra diede una seconda prova della sua instancabilità nel colossale sciopero dei Docker,
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