Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 20 - 30 aprile 1898

RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI 285 quale si affatica una certa scuo!a in Italia. Non solo; ma soccorrono ancora piu convincenti i ricordi delle turpitudini di W alpole e di altre laidezze, non molto antiche, del regime parlamentare inglese per 1,rovare che il malanno non è una privativa latma e meno ancora una fatalità sudicia, cioè del mezzogiorno. Mi piace a questo proposito riportare questo brano di un articolo del Cammareri •Scurti, per debito di lealtà, e per mostrare che c'è qualche socialista anche in Italia che in questa quistione vede giusto. Egli scrive nella sua Lotta per la vita: cc Il sig. g. z., che, nel n. 615 della Giustizia di ReggioEmilia, a proposito di Crispi censurato, fa il confronto tra la morale dei Nordici e quella dei " Sudici ,, , non avrebbe potuto usare una parola meno sudicia per designare i popoli del sud d' Italia ? - Che i borghesi usino tale specie di linguaggio verso le classi inferiori è naturale; ma è doloroso che i socialisti, anzichè ricercare le cause del màle sociale più proprio in date provincie, e apportare i rimedi, si limitino ali' insulto a chi è affetto del dato male. Sarebbe come se un medico non d.:sse ad un ammalato rimedi, ma insulti e schiaffi ». ccMa il sig. g. z. consente a ritenere che il minor senso di moralità individuale sia effetto di una vera e spiccata differenza di razza che perdura e resiste, ed effetto del clima snervante che induce all'ozio e quindi al furto sotto tutte le forme, co• me mezzo per vivere senza fatica ». « Tiriamo le conseguenze da queste premesse ». cc Dunque i siciliani souo una razza diversa degli altri italiani del co1Jtinente? Si potrebbe provare che ciò è un errore o quanto meno una esagerazione; ma ciò non ci serve. Si vuol sapere: in che consiste la differenza fisiologica per cui una razza abbia il senso morale mrno sviluppato di un'altra? come si accorda questa presunta differenza con la varietà di razze che molti osservatori credono vedere nd popoli di Sicilia ? come potè avvenire con tale inferiorità organica la civiltà greco-sicula quando i nordici erano barbari ? perchè, mentre negasi che esistano razze condannate fatalmente all' inferiorità e si vede in ogni popolo una parte della grande famiglia umana, si vuol poi trovare qualche pus o qualche miciobo dell'immoralità nell'organismo dei siciliani?" « C' è poi la quistione del clima snervante che induce ,ill'ozio ed al furto. Dica il sig. g. z., era pure snuvante il clima del nord d'Europa quando fino a pochi secoli addietro quei popoli vivevano di rapina? E pure effetto del clima snervante quel consenso popolare, rilevato dal George nel Progresso e Povertà, alle ruberie del TweeJ e della Tammany- Hall di New York?» L'amico di Marsala con queste savie parole viene a ribadire ciò che ho dimostrato a luce ,neridiana in tanti volumi ed ultimamente nell'opuscolo Pe1· la razza maledetta. Ma c'è un caso clamoroso e contemporaneo che taglia la testa al toro e che prova l'assurdità della spiegazione coli' intervento della razza e del clima dei fenomeni politici e morali, e il trionfo sfacciato e grandioso dell' immoralita, e della distinzione tra vita pubblica e privata, presso una nazione predilt:tta dai nostri latinolobi e nella piu nordica latitudine di Europa. Ho sul tavolo mentre scrivo, un libro che h:) lctto con maligna. soddisfazione e che porta un titolo lunghissimo ( r ). E un appello ai veri patrioti tedeschi e porta questo motto: la verità storica è dura e dolorosa, ma necessaria e sana. L'autore sig. Diest- Da ber - un antico colonnello - narra di Bismarck e del rno banchiere Bleichroder. li cinismo politico colossale dd principe di Bismar.:k era conosciuto; e vi accennai anche in un precedente articolo. In quanto a vanità pare che non la ceda e Crispi se è vero che a Sedan prendesse per sè gli applausi diretti al Maresciallo Moltkc dalle trupp~ vittoriose. La serie delle sue menzogne I: grande come la misericordia di Dio e fa quasi dimenticare il jinnalissimo e il Imita/o di ?Jisacq11i110 di Crispi. I suoi rapporti colla polizia furono ~empre scandalosamente intimi, e le pressioni sulla stessa polizia, e sulla magistratura, narrate ( 1) 'Bismarck 1111d'JJ/eicl,roda. Deutsc/Jes 7?.._echtsbewusslseh,. 1111die Gleichheitvor dom Cesetze.Lebe11se1fahnmgw<utsacten, tagebiichernwul Briefw. Munchen 1897. Verlag des Deutschen Volksblattes. a pag 98,102 e 103 fanno impallidire le dichiarazione del senatore Calenda dd Tavani sulla sapiente preparazione dell'ambiente giudiziario, e la sospensione dell'ispezione di Bologna ordinata da Crispi al Regio Commissario presso il Banco di Napoli. I privilegi scandalosi fatti accordare, a scopo di lucro personale, alla prussiana Central-Boden Kredil .Ailtien Gesellscbaft di cui era sindaco il Bleichroder (p. 88 e 89) riducono alle proporzioni di un'inezia la compra dei 111uletti, nella quale non è dimostrato, che avesse parte davvero qualche persona intima di Crispi. Le operazioni di cambio fatte da Bismarck per mezzo di Bleichroder, e le sue interessanti e premeditate dichiarazioni contrarie al regime bimetallista (p. 162, 163 e 164) spiegano il rapido e colossale arricchimento del Cancellieredi Ferro e superano, per le conseguenze sociali e per la turpitudine, le relazioni di Crispi colla Banca Nazionale, colla Banca Romana e col Banco di Napoli. Ebbene: nessun Comitato nè di selle, nè Ji cinque, nè di tre ha inquisito sulla vita del principe di Bismark e molto meno si è tentato di trascinarlo innanzi ai tribunali sotto l'accusa di reato comune I Perché questa mancanza di uguaglianza dinanzi alla legge, vivamente deplorata dallo storico dei rapporti criminosi tra Bismark e Bleichroder, nonostante che siano stati denunziati e documentati in un libro e commentati aspramente dai socialisti tedeschi? Perchè i meriti politici grandissimi del Cancelliere di Ferro si sono sovrapposti sui suoi reati privati. Male, male assai in verità I Ma questo male ci arreca almeno questo conforto: all'estremo Nord si giudica come all'estremo Sud; il dissidio sul criterio per giudicare della vita pubblica e della privata esiste tra l'elettissimo e giovane popolo tedesco quanto presso il degenerato e vecchio popolo latino. Quest,.:, dissidio è talmente universa le, senza eccezioni di razza o di clima, che Sci pio Sighcle ha consacrato un libro ricco di brillanti paradossi per constatarlo, spiegarlo, e, quasi quasi, per ~iustificarlo. Rimando a quel libro tutti quelli che sull argomento volessero saperne di piu. ìVIa il Principe di Bismarck, nonostante la sua satanica disonestà, rimane un colosso della politica; può stargli alla pari il suo amico Crispi? L'aver negato a Crispi ogni merito - anche quello della decisiva sua partecipazione alla spedizione dei Mille - fu un errore commesso da Cavallotti nell'ultima sua splendida, benemerita e indimenticabile campagna in favore della moralità pubblica e privata, errore che non attesi la sua scomparsa per rilevarlo; _ma il volere fare di Crispi un grande uomo di Stato, che ha reso grandi servizi all'Italia, è un aberrazione politica e intellettuale, che fa gran torto alla patria di Macchiavelli. Un esame spassionato e diligente dei suoi tre ministeri riesce alla inesorabile conclusione che « a Crispi mancano le qualità di un grande uomo di Stato. » Gli manca quella energia, che molti gli accordano quale dote straordinaria tra tanti fiacchi e che anche io - mea ettlpa ! - per un momento gli ho attribuito. Non ha reso servizi all'Italia da ministro, e quelli che gli si ascrivono, come resi alla Monarchia e al partito conservatore che lo esalta sempre per la repressior.e dei moti di Sicilia, presso qualunque popolo sano e gagliardo potrebbero tramutarsi in cattivi servizi, che dovrebbero scontarsi con lagrimc di sangue dai ciechi ed ins·pienti che li esaltano. Dungue, riapparisce sotto la forma di inferiorità politica e intellettuale la colpa, la responsabilità degli elt:ttori di Palermo, che in nome di una grandezza politica insussistente, dimenticarono o perdonarono gli errori veri e le colpe reali dd loro eletto? Adagio. Non dimentichiamo la storia recentissima, contemporanea. Non Palermo solo, non la sola Sicilia, non il solo mezzrgiorno sbagliarono attribuendo a Crispi meriti e grandezza che non ha. Disgra7.iatamente questo è stato l'errore di grandissima parte d'Italia. Crispi ministro ebbe consenzienti i quattro quinti della Camera

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