RIVISTA POPOLARE UJ POLITICALETTERE E SCIBJXZESOCIALI '.!99 che già mi parve. Io posso dire in modo positivo che l'autore ha talento, E ciò credo sia per lei, un principiante, la cosa di maggior conto ». La prima opera di Tolstoi fu stampata il 6 settembre 1852 e sotto le semplici lettere: « L. N. ». La novella foce rumore. Apparvero quindi successivamente nella Sowremje1111ik gli altri racconti : gli « Anni della sconsiderata giovinezza" (firmato: L. N. T.), la « Giornata del proprietario » la « Sorprese notturna » ed alcuni « Racconti sebastopolini ». Dalle lettere in parola noi rileviamo che gli scritti anonimi del Tolstoi ebbero molto a soffrire dalla Censura. Il direttore della rivista gli scrive a proposito di una di quelle novelle che la Censura l'ha ridotta in tale stato, sopprimendo ed aggiungendo, che egli, l'autore, a mala pena potrà riconoscerla. « L. T. " era uno scrittore famoso ma nessuno conosceva il suo vero nome. (Dal supplemento letterario della « Niwa »). RomualdoPauti11i: Per la grandearte decorativa. Su l'..Art Joumal il signor Oswald Von Glehn scende baldanzoso in campo per sostenere i diritti della grande arte decorativa. Egli appare convinto che il gusto per sì fatta forma artistica sia possibile ed opportuno ridestarlo nel pubblico faccendiero: ed adduce argomenti validi, i quali, sebbene un po' recisi e manchevoli nella trattazione e riferiti a condizioni particolari dtlla nazione inglese, possono tuttavia giovare anche agi' italiani ed applicarsi per un avvantaggiamento generale dell'arte nostra. Dopo la prima metà del Cinquecento si può dire che noi abbiamo smarrite le tradizioni ddle grandi decorazioni a fresco, gloria nostra particolare e nazionale. Ed il risveglio che pur si è notato in questa nobile forma d'arte col rifiorire del sentimento nazionale e l'affermazione della nostra indipendenza merita di essere segnalato, ma non ci può riempir l'anima di grande gioia , perchè è stato un movimento piuttosto vago e solitario. Ma è giusto e decoroso per l'arte in genere, altamente nazionale per noi Italiani desiderare e promuovere un risveglio di questa bella forma dell'arte decorativa, ed adoperarci con tutte le forze perchè si diffonda largamente ed occupi le menti de' giovani artisti e de' patroni geniali. Per parte mia, convinto, come sono, che la pittura storica ha una ragion d'essere assoluta oltre ogni vana e vuota esercitazione accademica, fo ardenti voti che una sana e gloriosa rifioritura di essa trovi anche una applicazione più adeguata in un alto risveglio delh decorazione mural<. Ma se il nostro clima non è umido e sfavorevole come I' inglese, il gusto del pubblico non è meno pervertito dall'arte commerciale; nè l'educazione o la preparazione degli artisti si può dir pronta ; nè i geniali patroni si possono ancora dir tali, sia per mancanza d'impulsi generosi, sia anche per le angherie del fisco. (¾arz.occo, aprile). ~.~./"\ ~ RECENSIONI ALBERT METIN: Le socialisme w .A11glelen-e. Paris, 1897. F. Alcan. L. 5. È un volume prezicso che raccomandiamo vivamente ai socialisti italiani, che vogliono fare cosa utile e desiderano guarirsi dall'intransigenza tedesca malamente trapiantata in Italia. Il Metin ha studiato il movimento sociafata tedesco con imparzialit~ rarissima e ne dà il concetto più chiaro e preciso. Ogni scuo)J eJ ogni tendenza è presa in esame - dalla Fabiana alla nnrxista, dalla Legd per la nazionalizzazione della terra al socialismo municipale, eh' è cosa realizzata, ali' influenza estetica d~mocr~tizzante del Ruskin , cc. ecc. - Per Metin, come per noi, socialismo è ogni tendenza dottrinale o pratica, diretta a sciogliere il problem.1 sociale per me21.0 del1' intervento dello Stato, in antitesi alle idee del Ma11c/,es/erismo. !..o lodiamo di questo modo d'intendere il socialismo, e ancora di più della maniera come ha svolto i singoli, in apparenza, disparati argomenti, mantenendo tra loro un legame sociale e morale. M1cHEL. A)IGE. VACCARO: Les bases sociologiquesdu Droit et de l'Eia/. GiarJ et Brière. P,1ri,, 1897. L. 8. Gl' italiani conoscono il V:1c~aro p~r le molte sue pubbli• cazioni so~iologiche, alcune delle quali furono tradotte in francese. Lo fu anche ques\'ult'ma edita in Italia dal Bocca ed essa ha un granJ~ valore scientifico. L'a. vi sviluppa l' idea sua prediletta dell'adat1a11w,to - la legge Lamarkiana, che presiede alla vita e allo sviluppo ddla società umana. La critica sua· è informata al principio della lotta di classe, poichè nello Stato e nel diritto scorge sempre l'effetto di una vittoria di un popolo o di una classe. Ritiene, però, che le guerre si faranno sempre più rare e che b lotta inter ed ecdo-sociale tenderà ognora più ad attenuarsi. A proposito di questo libro pregevolissimo vogliamo segnalare la sorte strana che venne riserbata ali' A. in alcuni concorsi. Gli esaminatori nei concorsi per diritto penale dissero che il Vaccaro è un distinto filosofo del diritto ; viceversa quando aspirò ad una cattedra di filosofia del diritto si rispose ch'egli era un eccellente penalista, La writà è semplicemente questa : il Vaccaro è un eretico tra i filosofi del diritto e tra i penalisti, e le coteries universitarie di eretici non vogliono saperne. ANGIOLO CA BRINI: La primaver,1 dell'Esule con prefazione di F. Fontana M,lano, Carlo Aliprandi. L. 1. Simpatica raccolta di poesie, di novelle e d'impressioni di viaggio di quell'animo mite e gentile, che sotto la dittatura Crispi dovette esulare perchè perseguitato come un essere pericoloso. L'ultima delle sue Lettere siciliane è datata da Castrogiovanni. In questa, come nelle altre, l'A. si mostra un fine osservatore. Al Cabrini la persecuzione portò fortuna, perchè lo fece acclimatare e stabilire nella libera Elvezia delle cui istituzioni si occupa spesso senza il disdegno per la repubblica, eh' è proprio dei socialisti italiani. ADAMOM1c1mw1cz: Gli 'Dz._iady;Il Corrado Wallem·od e Poesie varie. Traduzione dal polacco di Aglauro Ungherini. Editori: Roux e Frassati. Torino 1898. L. 3. L'elegante volume che contiene la traduzione della cose principali del gran letterato polacco, ha valore patriottico e letterario. Il Mickiewiez, prediletto da Mazzini, amava intensamente l'Italia, e, quando chi poi divenne Napoleone III fece la spedizione di Roma. chiese che il popolo francese si opponesse colle ar.mi, e perciò fu cacciato da Parigi. Come poeta, egli è noto e non ha bisogno della nostra presentazione: basta dire che la Sand anteponeva al Faust di Goethe il suo poema, Gli Avi. La lettnra degli scritti altamente ispirati dal poeta po· lacco riuscirebbe davvero tossica agli sfibrati nostri giovani, ed il vecchio repubblicano A. Ungherini - uno studioso cui nuoce la modestia - ha fatto opera buona presentandoli :•gli italiani come antidoto alla invadente corruzione. Zrno Z1N1: hoprielà individuale o proprietà collettiva ? F.lli Bocca, Torino, 1898. È il libro di uno che studia e cerca c0n una buona dose di preconcetti e perciò è stato accus,to d'incertezza. Dalla proprietà, della famiglia, di tutte le istituzioni sociali ammette la continua evoluzione. Nella critica degli ordinamenti presenti concorda coi socialisti e le sue tendenze sono pure verso il socialismo. Ammette l'errore clesoedo11isltco di Novicow, secondo il quale proprietà e benessere si prendono come sinonimi, e collo scrittore russo ritiene " che il maggiore sviluppo. ddla civiltà è accompagnato da una progressiva disgiunzione del godimento delle proprietà ; il numero delle cose di cui ci serviamo, s<nza che esse cadano nel nostro esclusivo dominio è in continuo aumento ». Il godimento senza la proprietà si fa ognora più strada in ogni ordine di fenomeni e di attività. (p. 112 e seg). Non possiamo seguirlo nelle sue simpatie verso la politica coloniale; ma siamo pienamente di accordo con lui quando conclude che la solidarietà s'impone perchè lo stato generale attuale di marasma non può contribuire al benessere di nessuno BENEDETTOCROCE: Francesco De Sanctis e i suoi critici recenti. Napoli, 1898. L' instancabile scrittore napaletano poco dopo di averci dato un interessantisimo saggio d' i11terpretaz.io11e e di critica di a/. cuni co11celtdiel marxismo ci presenta questa memoria letta al, l'accademia pontoniana in difesa dtl suo prediletto maestro, Egli ribatte col vigore e con la sua competenza ben nota, le osservazioni del De Lollis, del Bertana e dd Carducci. È me, no acre delle altre volte ; e solo ci dispiace che per difendere i giudizi di De Sanctis abbia insistito nel tentare di diminuire la grande figura di Giuseppe Mazzini. ADOLFO Mosco: La dollrina del salario. Saggio. Napoli, Società anon,ma cooperativa. - L. 3,50. Il Musco in questo pr mo lavoro non pro11lfl/e p· r l'avvenire, come suol dirsi di tutti i giovani che si YOgliono incoraggiare,
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==