JUVISTAPOPOIJAI\E01 POLITICALETTEHEE SCIENZESOCIALI litti ed ai poveri; e nel volere il nome d'Italia rispettato e temuto all'estero. È un programma di governo in cui tutti possono convenire quanti sied,?no a sinistr2, dal cent~o ~ll'estrema, e quatlti hanno a cuore I mteresse del paese ed il trionfo della giustizia. G 10v. GIUSEPPE G1zz1. Nonost,ante che anche in questo numero colla composizione più (Uta a?bia1?10g"!'adagnato q~attro pagine sul testo ordinario, siamo costretti a rimandare diversi articoli già precedentemente annuntiati e la traduzione cli uno scritto di grande attualità di Edmondo Demolins, sulle Varielù del Palriollismo. Il~ensiero l tterario ~iCarloCattaneo (Continuazione. Vedi Num. 18). Che se la scienz.i. ha pur essa i suoi martiri (V, 350}, se l'immaginativa e la genialita v' ha_nno tanta parte, anch'essa ha diritto a suscitare qual diletto e quell'entusiasmo estetico, che sono scopo, bensl più spt:ciale e immediato, ma non esclusivo dell'arte. Epper?, se pe~ gli uomini volgari " che camminano carponi ve~so 1 carnali e bassi fini della vita effettiva " (!. 99 ), « la scienza è solamente la pianta del pane » (l,I, 394)? « l'animo dello studioso non può non fremere d una gmsta superbia, quando scorre in ra~ida. ~assegna tante_ s~operte » (VI 234); e chiama « m1rab1h" le apphcaz1om del calori~o (VII, 219). « sublime » _i'invenzi~ne della macchina a vapore (V, 92), e « m1raco?o h 111elegrafo (Scr. Il,. 194). . . . E il pensiero che informa lo scrllto mutolato Del bello stile 11ellearti ornameutali (I, 1 p sgg.), dove sentenzia: « Non v' ha ragione perchè un ponte di faro non possa, nell'apparente sua gracilità, far~i el_egante come un arco massiccio di marmo. Non v' è rag10ne perchè un_apode: rosa locomotiva non possa ricevere tal proporzione d1 forme, che nei riguardanti si agg_iunga l'ammirazione di una se\·era bellezza allo stupori! mcusso dalla sua tremenda efficacia » ( I 1 34). E nella Prefa7;i?ne al voi. lV del Politecuico (V, 337) vorrebbe che s mterrogassero sul comun bene tutte le scienze, costringendole « a dar mano alle lettere· e studiandosi a conciliare la materia e la forma ». E prosegue: « Ci veniamo persuadendo che nelle presenti condizioni delle nostre lettere nessuna cosa possa tornar tanto giovevole, quanto il promuovere a tutto potere la coltura delle scienze ... Vastissi~o è il campo del vero scientifico; le sue bellezze sono rnesauste: la loro varieta vince l'immaginazione. Gli studiosi dovrebbero porsi in grado d'apprezzare gli sforzi_ prodigiosi coi quali il genio, il _genio di Newto~ e d1 Volta, costringe la muta materia a confessargli le ~ecrete leggi dell'univc rso. Quante cose sulla mo!~ e le d1st~nz~ e la veloci1:l. dei corpi celesti, più poetiche assai d1 ogni poesia !... Fra queste audaci induzioni si des~an~ così grandi e me~avi_gliosi pensieri, c_he i sotterranei dei poeti, la grotta d Ansteo~ 1~ bolge ?I Dante, sembrano perdere I' incanto con cm s1gnoregg1avano la nostra ad?· lescenza » (V, 338-39). E altrove: « La nuova poesia della scienza, esposta in semplice prosa, senza f~vole, senza persone ideali, senza iperboli, senza canto, . mva-: ghisce l'animo e lo sublima ben più che la poesia dei popoli fanciulli. Gli spazi infiniti, i. milioni di m?o?i della nuova agtronomia movo.,o a più alta merav1gha che non le fantasie consacrate e perpetuate da cento discorsi teologici. O giovani poeti, non eleggete la vostra dimora nei sepolcri, lasciate al passato le sue leggende; date una melodiosa parola alla semplice e pur~ verita, poichè questa è la gloria del vostro secolo, e voi non dovreste mostrarvi ingrati, torcendo gli occhi dal sole nuovo della scienza a voi concesso » (VII, 95-96); Risponde alla vieta obiezione che tante volte fu mossa, specialmente al di la dell' Alpi : « Ingiusta è l'accusa eh~ col nome di positivo contrassegna questo secolo XIX, 11 quale estese l'imperio dell'arte fino all'~stremo s~tten-: triooe, e primo seppe levarsi alla. su~hme. ~apaclt~ d! riconoscere il bello di tutti i generi, d1 tutti 1 tempi, d1 tutti i paesi » (V, 328). E si compiace di consta~are che « ai nostri oforni la scienza fiorisce colla poesia e colla musica » (XVII, 159); dichiara, nella Prefazio~e al II voi. del Politecnico (V, 33 1) che non lascera. «: d1 flagellare quei ribelli della sciewza, che rivolgon? 11 sapere contro il sapere » e protesta contro « la van.eta d una letteratura ciarliera », la quale « sembra. qua~1 sdegnosa di nutrirsi » del vero, che le è messo dmanz1. (V, 334). È questo uno de' capisaldi del pensiero letterario del Cattaneo che v'insiste in molte parti dell'opera sua. « Oggi ~ogliamo nella letteratura, la .s~ienza, non nel senso didattico ma nel senso dell erudIZ1one vasta, profonda nel sen;o della solidarit:ta delle nazioni, nel senso umanitario nel senso della liberti» (1,378). « Una letteratura informata da questo spirito - .co~i egli _chiude lo splendido discorso sulle Conferem,escienti.fiche dt Pa0lo Lioy (VI, 224 sgg.) - diviene il lin~ua_ggio della natura· diviene l'espress:one e l'eco dell un1verso ». Ad un amido scrive: « Ho visto de' buoni \'ersi d'un giovane Aleardi, che cerca pure la poesia nella verita e nel'a scienza ove ce n'è tanto tesoro " (Scr. II, 98); e nella Jntrodi:zione alle Notizie Naturali sulla Lombardia così accoppia le due massime glorie. dell'antic~ ~ . moderna Insubria nella poesia e nella scienza: « V1rg1ho e Volta sono du~ nomi noti a tutti i popoli civili ; e danno a questa angusta provincia uno splendore che non ha la vasta Spagna e la vastissima Russia» (IV, 283) (1). Col ;\iazzini egh,condanna l'arte per l'arte, e come è persuaso che « ogni scienza più speculativa _deve tosto o tardi anche da' suoi più aridi rami germogliare qu~!che inaspettato frutto all'umanita » (V, 325), e c~e lasctenza vuol esser considerata « viva, non come un imbelle c1rnamento ma come una forza e una difesa» (Scr.11, 271), cosi di,; che « le arti sono fiori che, mentre fanno adorna e amabile la Yita, si maturano a giusto tt mpo in frutti » (lvi, Il, 180). Pertanto, « ragionar di sci~nza e d'arte non è sviare le mtnti dal S!!premo pensiero della salvezza e dell'onore della patria» (lvi, li, 178) « Avviene del bello ciò che avviene del vero: come le verità trovale della geometria ? dtll~ geog~a~a rimangono patrimonio perpetuo dell um~nnà, cosi :v1sono ne!- l'arte le bellezzetrovate, che compiono prec1sam~nte 11 bisogno dell'umana idealità, e svolgono un quesito, le cui radici vanno ad intrecciarsi e confondersi con quelle delle verita matematiche e delle proporzioni musicali ~ (I, 13 5). E a « coloro che credono i puri studi letter~n e filosofici sterile divagamento e ostacolo ,a.Ila p~b~hca prosperità» (V, 382), fa osservar!! come I rdea itahaoa « fu sempre idea di menti poetiche, di letterati e d'.artisti; e da questi si andò poi propagando nelle amme appassionate dei giovani e delle donne,» _(I, 281) .. « L~ letteratura - egli nota ancora - usci dai sepolcri degli antichi e si fece specchio delle passioni e delle idee dei viventi », quando, sullo scorcio del medio evo, ebbe inizio la formazione de' nuovi stati, s'affermò il principio nazionale i dialetti si collegarono in lingua vera e propria, e venn~ meno l'uso del latino, « che vela\.a tutte le nazionalità sotto una uniforme livrea » (IV, 175). E, più generalmente, ?im?st~a _come la . tradizione J?O~tica si~ testimonio dcli an11clms11ua rclaz10ne fra tutti 1 popoli europei anche dove manca ogni scrillura e ogni altro monum'ento (VII, 420). Scienze ed arti si fondono nei loro effetti, cooperando armonicamente al generale in- (1) È noto come il Volta si dilettasse di fOesia.11Cattaneo stesso ricorda poi che scienziati e poeti furono Geronimo Fracastoro, Francesco Redi, Carlo Botta, (I, 129).
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